Con qualche mese di ritardo anche gli Usa si uniscono al coro dei segnali di rallentamento che stanno interessando le principali aree economiche globali
I dati sul mercato del lavoro Usa hanno deluso le aspettative.
Sebbene la disoccupazione della prima economia del mondo si mantenga su livelli storicamente bassissimi qualcosa nella macchina statunitense sembra essersi inceppato: da diversi mesi gli Usa creano meno posti di lavoro e di qualità inferiore.
Vediamo l’analisi dei dati usciti oggi pomeriggio con Vincenzo Longo, Market strategist per IG.
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«I dati di oggi hanno deluso le attese su diversi fronti. Il tenore della crescita dei posti di lavoro è sceso considerevolmente ed era piuttosto prevedibile dopo il brutto dato sui posti di lavoro privati (stime ADP) rilasciati mercoledì. Il quadro peggiora se consideriamo anche la revisione dei mesi precedenti», ha commentato a caldo Vincenzo Longo, Market strategist di IG.
Fed verso un taglio dei tassi nel 2019
L’esperto del broker anglosassone ritiene che tutti questi dati, insieme a quelli collezionati nelle ultime tre settimane, vanno in un’unica direzione:
«portare la Fed a una riduzione dei tassi d’interesse».
«Le figure sostengono un’apertura di questo tipo – spiega Longo -, dopo i toni accomodanti espressi da Jerome Powell a inizio settimana».
E le scommesse degli investitori non sembrano tradire queste aspettative, con i Fed Funds future che mostrano ormai una probabilità solo del 2% che a fine anno i tassi rimarranno al livello attuale compreso tra il 2,25%-2,50%, mentre salgono quelle di un doppio taglio di 25 punti base.
Ma perché il rallentamento negli Usa si è manifestato così in ritardo rispetto alle altre aree del globo? L’analista sostiene che sia stato per lo più qualche effetto residuo della riforma fiscale di Trump di fine 2017.
A maggio deludono anche le revisioni
Secondo i dati diffusi dallo US Bureau of Labor Statistics nel mese di maggio negli Stati Uniti d’America sono stati creati 75 mila nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli, un dato di gran lunga inferiore alle aspettative (ferme a 180.000 unità) e inferiore al dato di aprile (224 mila unità).
Il tasso di disoccupazione si è mantenuto stabile al 3,6%, il livello più basso dal dicembre del 1969, così come il tasso di partecipazione, fermo al 62,8%. A maggio la crescita dei salari è rallentata al 3,1% a/a, contro le attese che prevedevano un dato stabile al 3,2%. Il dato sui nuovi posti di lavoro porta la crescita media mensile del 2019 a 164 mila posti di lavoro, inferiore ai 223 mila unità registrati nel 2018. I settori che hanno assunto di più sono stati quelli relativi ai servizi alle imprese, le costruzioni, l’health care.
Le revisioni dei mesi precedenti hanno visto il dato di marzo scendere a 153.000 unità (da 189.000), mentre quello di aprile è sceso a 224.000 unità (da 263.000). Nel complesso le revisioni hanno ridotto di 75.000 mila unità i posti di lavoro nei due mesi precedenti.
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