Ci si può ammalare di coronavirus dopo la prima del vaccino o si è già immuni? Facciamo chiarezza.
Ci si può ammalare dopo la prima dose di vaccino? Nonostante la campagna di vaccinazione sia iniziata da ormai diversi mesi rimangono ancora molte domande e dubbi relativi all’immunizzazione.
Al momento in Europa e in Italia sono stati approvati i vaccini di Pfizer, Moderna e Astrazeneca, che prevedono entrambi una doppia iniezione, come avviene per molti altri vaccini, ai qual si aggiungerà anche quello di Johnson & Johnson, che invece è a singola dose. Ma cosa avviene in questo lasso di tempo? Si è già immuni o ci si può ammalare? Facciamo chiarezza.
Vaccino Covid, ci si può ammalare dopo la prima dose?
Ci si può ammalare tra la prima e la seconda iniezione del vaccino? A fare chiarezza ci pensa la Food and Drug Administration (FDA) americana, l’agenzia deputata alla regolamentazione di prodotti alimentari, terapie sperimentali e farmaci, pubblicando una serie di grafici in grado di chiarire quanta protezione sia in grado di offrire una sola dose di vaccino.
Fino al decimo giorno dopo l’inoculazione del vaccino, non emergono delle differenze con coloro a cui è stato somministrato il placebo, evidenziando quindi una vulnerabilità al virus. Superato questo lasso di tempo, le due curve si separano, e le persone trattare con il vaccino risultano essere sempre meno vulnerabili con il passare del tempo. Il documento dell’FDA precisa inoltre, che una singola dose del vaccino di Pfizer è in grado di garantire un’efficacia dell’82% entro i 21 giorni dalla prima dose, che sale al 95% dopo 14 giorni dalla somministrazione della seconda.
In sostanza dopo la prima dose “sembra esserci una certa protezione contro la Covid-19 dopo una dose”, che tuttavia non è paragonabile a quella che si ottiene con una seconda dose, quindi dopo una sola somministrazione resta un rischio abbastanza alto di poter contrarre la malattia, che potrebbe evolversi anche in un decorso grave.
Perché serve una doppia dose?
Molti vaccini, tra cui quello contro il Covid di Pfizer, richiedono la somministrazione di una doppia dose di antidoto. Il motivo sta nel fatto che la prima iniezione, chiamata in gergo “priming”, sviluppa una risposta immunitaria, mentre la seconda, chiamata “boost”, la potenzia rendendola più efficace qualora si dovesse entrare in contatto con il virus.
In sostanza quindi, dopo la prima dose il corpo inizia già a produrre gli anticorpi in grado di bloccare l’infezione, ma con la seconda dose vengono prodotti in una quantità tale da garantire un’elevata protezione, grazie a quelle che vengono chiamate “cellule della memoria B”. Secondo gli studi pubblicati fino ad ora sembra che il vaccino contro il Covid sia in grado di offrire un’immunità di almeno 8 mesi.
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