Quasi un milione di persone hanno già ricevuto il vaccino contro il coronavirus è già stato somministrato in via emergenziale
A quasi un milione di persone è già stato somministrato un vaccino anti-coronavirus. Accade in Cina, dove un colosso farmaceutico ha comunicato con un post sui social media di aver sviluppato e testato il vaccino nel Paese. Finora non si sarebbero verificate gravi reazioni nei volontari.
Cina, vaccino anti-coronavirus somministrato a quasi un milione di persone
Mentre in Italia il virologo Andrea Crisanti mette in guardia dai vaccini “precoci”, quelli cioè che arriverebbero a gennaio o prima, in Cina la cura del coronavirus è in fase di distribuzione. La somministrazione del candidato vaccino nel Paese asiatico, infatti, non è in via sperimentale, ma d’emergenza.
In un post sul social network WeChat, il gruppo cinese Sinopharm, citando il presidente Liu Jingzhen, ha detto: “Finora i nostri progressi, sia da ricerca e sviluppo, studi clinici, produzione e uso di emergenza, sono leader in tutti gli aspetti a livello globale. In termini di utilizzo di emergenza, ora lo abbiamo utilizzato su quasi un milione di persone e non abbiamo ricevuto segnalazioni di reazioni avverse gravi, solo alcune presentano sintomi lievi”.
Sinopharm, vaccino cinese «superiore» alla concorrenza
Secondo la società, insomma, il vaccino cinese sarebbe “sotto tutti gli aspetti” superiore a quello della concorrenza anche dei candidati da prima linea di Pfizer e Moderna, in cui risultati dei test sono stati diffusi nei giorni scorsi.
Al contrario delle rivali statunitensi, però, Sinopharm non ha comunicato il dato sull’efficacia né quali sono gli effetti collaterali, per quanto lievi, riscontrati dai candidati.
Liu ha detto che il vaccino è stato somministrato a lavoratori nel campo delle costruzioni, diplomatici e studenti cinesi che hanno viaggiato in più di 150 Paesi in giro per il mondo, e nessuno di loro è stato contagiato con il coronavirus.
Sinopharm ha due candidati vaccini. Non ha reso noto a quale dei due siano relativi i dati.
Tornando in Italia, il virologo Crisanti ha scatenato una bufera affermando che le dosi in arrivo in Italia a gennaio non sarebbero sicure, perché solitamente i tempi di sviluppo sono molto più lunghi.
Altri candidati vaccini sono in procinto di essere distribuiti in massa anche negli Stati Uniti e in Russia.
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