Tempistiche di vaccinazione booster per i guariti: le linee guida diffuse dal Ministero della Salute distinguono varie casistiche.
Via libera alla dose booster di vaccino anti-Covid anche per i guariti, lo certifica la circolare emessa dal Ministero della Salute il 6 dicembre 2021.
Nel documento si riportano tutte le indicazioni necessarie per comprendere entro quali tempistiche è necessario intervenire per completare il primo ciclo vaccinale e avviarsi poi verso la terza dose. I riferimenti temporali infatti sono specifici e prendono in analisi tutti i possibili casi di infezione pregressa o successiva alla somministrazione di un vaccino.
Tramite queste nuove linee guida si fa quindi chiarezza sulle pratiche sanitarie che in queste ultime settimane non avevano ancora trovato una chiara definizione a livello di operatività e scadenze da rispettare. La volontà del ministero e del governo Draghi di assicurare trasparenza e chiarezza sulle procedure da seguire quindi risulta si delinea sia come una valida indicazione per i membri della sistema sanitario nazionale che uno strumento utile per i cittadini.
Rendendo note tali informazioni si vuole spingere quindi alla sensibilizzazione sul tema non tralasciando nella lista di chi viene invitato ad effettuare il richiamo vaccinale neppure i soggetti che hanno già contratto la malattia e magari pensano di non averne bisogno. Le indicazioni fornite sono quindi un valido chiarimento da tenere presente.
A chi è indirizzata la circolare?
La pubblicazione della circolare in questione ha come obiettivo quello di fornire chiarimenti in merito alla somministrazione della dose di richiamo detta booster nei soggetti con pregressa infezione SARS-CoV-2.
Le pratiche da adottare sono però differenti a seconda delle situazioni specifiche che i pazienti si sono trovati ad affrontare nei mesi precedenti e vengono elencate in maniera piuttosto dettagliata.
Le dinamiche prese in considerazione nella fattispecie sono tre:
- quella dei soggetti vaccinati (due dosi di vaccino bidose o una dose di vaccino monodose) prima o dopo un’infezione da SARS-CoV-2;
- il caso dei soggetti che contraggono un’infezione da SARS-CoV-2 entro il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino;
- i soggetti che si sono ammalati senza essersi vaccinati.
Le differenze sostanziali tra queste casistiche sono le seguenti.
Vaccini: tempi e linee guida per i guariti
I tipi di trattamento si differenziano principalmente sulla base dello stato della vaccinazione e nella comunicazione ministeriale è anche indicato il numero di giorni che è necessario attendere prima di sottoporsi ad una nuova vaccinazione.
Partendo dal caso più semplice chi ha contratto il Covid prima di completare il ciclo vaccinale o a seguito del completamento del ciclo primario dovrà comportarsi come altri soggetti e dovrà quindi attendere 5 mesi (150 giorni) prima di ricevere la propria dose booster. A seconda del caso i 5 mesi saranno coincidenti con la somministrazione dell’unica/ultima dose o diagnosi di avvenuta infezione.
La seconda casistica è quella che riguarda colori i quali hanno contratto il Covid ma non si erano vaccinati e non si sono ancora vaccinati nell’arco dei dodici mesi successivi all’infezione dicorsa. In questo caso è importante avviare il prima possibile il ciclo primario di vaccinazioni per poi procedere nei tempi stabiliti con la futura dose booster.
L’ultimo caso è quello che riguarda coloro i quali si sono ammalati nel corso del proprio ciclo vaccinale, più precisamente entro il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino. In tal caso infatti è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose entro sei mesi (180 giorni) dalla documentata infezione ed infine, trascorso il consueto intervallo minimo di almeno cinque mesi dal ciclo vaccinale primario così completato, è indicata anche la somministrazione di una dose di richiamo (booster).
È importante evidenziare che lo stesso Ministero ha ribadito che i dosaggi autorizzati per la dose di richiamo in ognuno dei tre casi sono sempre uguali rispetto a chi la riceve senza aver mai contratto il Covid.
© RIPRODUZIONE RISERVATA