Contagi record in Italia e in molti altri Paesi a causa di Omicron. Per l’epidemiologo Lopalco il picco ci sarà a inizio gennaio ma se la virulenza della variante si dovesse confermare lieve, allora potrebbe segnare la fine del Covid.
La variante Omicron potrebbe essere quella svolta nella “guerra” contro il Covid che gli scienziati da tempo attendono, visto che la sua diffusione rapida ed esponenziale potrebbe segnare la fine della pandemia.
Un autentico paradosso ma tra esperti e politici starebbe iniziando a filtrare un cauto ottimismo, tanto che nelle scorse ore non sono mancate dichiarazioni che, fino a qualche settimana fa, potevano sembrare assai azzardate.
“Il Capodanno 2022 sarà ultimo con Covid, stiamo andando verso endemia” si è sbilanciato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, probabilmente poco scaramantico di natura. Ma perché questo ottimismo nonstante i contagi record provocati da Omicron?
Le 32 mutazioni che contraddistinguono la variante Omicron potrebbero aver reso il virus più trasmissibile ma meno virulento, con sintomi lievi simili a quelli dell’influenza: visto che sta diventando dominate, potrebbe presto estinguere la pericolosa Delta e rendere il Covid endemico.
Come ha spiegato anche l’OMS bisogna però essere ancora molto cauti.
La variante Omicron e la fine della pandemia
Il bollettino del 29 dicembre in Italia ha fatto segnare il record assoluto dei nuovi casi Covid in un solo giorno: 98.020 contagi mentre i morti sono stati 148.
Aumentano le ospedalizzazioni con la soglia del 10% di occupazione delle terapie intensive e del 15% dell’area medica che è stata superata in molte Regioni, tanto che dopo Capodanno gran parte dell’Italia potrebbe ritrovarsi in giallo con alcuni territori anche a rischio arancione.
La variante Omicron sta facendo schizzare i contagi in molti altri Paesi: in Cina diverse città sono finite in lockdown, in Francia i nuovi casi sono stati 208.000 in un solo giorno mentre negli Stati Uniti i contagi registrati nelle scorse 24 ore hanno superato quota 500.000.
Intervistato dal Corriere della Sera, l’epidemiologo Pierluigi Lopalco ha spiegato come in Italia il picco dei contagi dovrebbe esserci a inizio gennaio, con i nuovi casi che di conseguenza dovrebbero crescere ancora nei prossimi giorni per poi iniziare a diminuire.
In questo scenario i recenti studi su Omicron condotti in Sudafrica, Scozia e Regno Unito, hanno evidenziato come questa nuova variante dovrebbe avere una capacità di ospedalizzazione inferiore anche dell’80% rispetto alla Delta.
Un altro studio condotto sempre Oltremanica, ha evidenziato quelli che sarebbero i cinque sintomi della variante Omicron: naso che cola, mal di testa, stanchezza, starnuti e mal di gola.
Come si può vedere sarebbero tutti sintomi lievi: se veramente Omicron fosse molto contagiosa ma poco virulenta, allora a breve potrebbe diventare dominante ed estinguere la Delta, rendendo il Covid endemico e simile a una influenza, con un tasso di mortalità contenuto che potrebbe essere facilmente arginato dai vaccini così come avviene già oggi con molti altri virus con cui conviviamo da centinaia di anni: sarebbe la fine di questa pandemia che dura ormai da quasi due anni.
Questi riscontri però non devono farci abbassare la guardia: visto che ormai appare evidente che Omicron sia anche quattro volte più contagiosa della Delta, allora considerando il numero maggiore dei contagiati si potrebbe azzerare il vantaggio della sua minor percentuale di positivi ospedalizzati.
Serviranno ancora delle settimane per capire veramente quale sia la virulenza della variante Omicron e come i vaccini rispondono a essa. Nel frattempo l’allerta deve restare massima, con l’OMS che ha criticato la scelta di alcuni Paesi, tra cui l’Italia, di diminuire la durata delle quarantene: “Attenzione a cambiare strategie sulla base dei dati iniziali”.
leggi anche
Le nuove regole sulla quarantena spiegate
© RIPRODUZIONE RISERVATA