Dopo il Covid come lo abbiamo conosciuto, sono arrivate anche le varianti e alcune sono davvero più pericolose di altre: ecco quali sono e dove si trovano.
Dalla Alfa alla Epsilon passando per la Delta: le varianti del SarsCoV2 sono in totale 11, ma tra tutte, alcune fanno più paura delle altre.
Tutte le varianti note al momento sono sotto osservazione da parte degli esperti, ma in particolare a suscitare la preoccupazione gli esperti sono cinque mutazioni che ormai sono diffuse in parecchi Paesi del mondo. Vediamo quali sono, dove si trovano e perché sono pericolose.
Che cosa significa “variante Covid”?
La mutazione del virus consiste nel suo replicarsi e creare copie che a volte sono leggermente diverse. Queste copie che variano leggermente sono chiamate “mutazioni”. È proprio da queste mutazioni che il “nuovo virus” viene chiamato “variante” di quello originale.
L’OMS ha - ad oggi - identificato 11 varianti del SarsCoV2 e monitora costantemente la rete internazionale in modo tale da individuare ogni nuova significativa mutazione in tempi brevi e in modo tempestivo per quanto concerne la sua diffusione nel mondo.
Quali sono le varianti che preoccupano di più
Le varianti che preoccupano di più sono in totale 5 e, in particolare:
- Variante Alfa: identificata per la prima volta in Gran Bretagna, questa variante presenta una maggiore trasmissibilità rispetto al precedente virus (superiore anche del 37% rispetto a ceppi che non presentano la mutazione).
- Variante Beta: identificata nella parte sud dell’Africa, non sembra caratterizzata da una maggiore trasmissibilità, ma potrebbe indurre un effetto definito dagli esperti “immune escape nei confronti di alcuni anticorpi monoclonali”. Ciò potrebbe andare a interessare l’efficacia dei vaccini sulla mutazione.
- Variante Gamma: questa variante presenta una maggiore trasmissibilità e, quindi, contagio. Presenta, inoltre, la possibilità di contrarre nuovamente il virus anche dopo il primo contagio. Nonostante questo, non ci sono ancora evidenze sulla maggiore gravità della malattia causata da questa variante.
- Variante Delta: rilevata per la prima volta in India e arrivata poi in Inghilterra e in Europa, la variante Delta include più di una mutazione. Tra di esse, la mutazione E484Q, L452R e P681R. La preoccupazione in merito è destata dalla contemporanea presenza delle mutazioni e quindi da un potenziale rischio più alto di trasmissibilità. Questa variante è ancora soggetta a studi e potrebbe rivelare ulteriori novità e portare a nuove scoperte da parte degli scienziati.
- Variante Epsilon: questa variante non è ancora stata inclusa nel gruppo delle mutazioni sotto osservazione - le cosiddette Variants of Interest -, tuttavia potrebbe rientrare nelle preoccupazioni degli esperti.
Dove si trovano queste varianti in Italia e nel mondo
Dalla loro identificazione, le mutazioni si sono diffuse in diversi Paesi del globo e, in particolare:
- Variante Alfa: attualmente, la variante Alfa, che si trasmette con un’incidenza maggiore del 50% rispetto al virus non mutato è quella più presente a livello globale e la sua diffusione è in continuo aumento. In Italia, la diffusione della variante Alfa è del 53,5%.
- Variante Beta: originaria del Sudafrica, la variante - che anche in questo caso presenta un’incidenza di trasmissione più alta del 50% rispetto al virus originario - è più diffusa tra i giovani. In Italia, comunque, non si rilevano segnalazioni inerenti da 4 settimane.
- Variante Gamma: identificata all’inizio del 2021 prima in Giappone e poi in Brasile, la variante Gamma è arrivata anche in Italia. Nella penisola, la sua diffusione è - ad oggi - del 7,3%.
- Variante Delta: dall’India, questa variante si è diffusa rapidamente in tutto il mondo fino a essere la “sorvegliata speciale” tra tutte le varianti, anche in Italia. In effetti, è proprio questa variante che sta suscitando le preoccupazioni più grandi per le riaperture dell’estate nella penisola italiana e, soprattutto, i dubbi su cosa sarà del Covid in inverno.
- Variante Epsilon: identificata in California, è ancora poco diffusa in Europa. In particolare, in Italia sono stati rilevati solamente due casi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA