I Vigili del Fuoco, dopo 15 anni dall’ultima occasione, tornano a scioperare: tutti i sindacati, a cominciare da CGIL-CISL-UIL, hanno infatti proclamato una manifestazione nazionale che avrà luogo il 21 novembre in tutte le piazze d’Italia, a cui ne seguiranno altre il 2, il 12 e il 21 dicembre.
I Vigili del Fuoco ci tengono a precisare che si tratterà di uno sciopero simbolico; non ci sarà un’astensione vera e propria dal lavoro dal momento che nei giorni delle proteste sarà comunque garantita l’attività di soccorso alla popolazione.
Fa comunque riflettere che proprio nei giorni in cui i Vigili del Fuoco sono stati incensati come eroi, sia per il lavoro svolto nella drammatica situazione di Venezia che nella tragedia che li ha visti protagonisti ad Alessandria (dove una cascina esplosa ha provocato la morte di tre VVF), questi decidano di scioperare.
Ebbene, sembra che oltre alle onorificenze che lo Stato riconosce loro non ci sia altro: ancora oggi, infatti, i Vigili del Fuoco si trovano a lavorare in condizioni precarie, con pochissime tutele, organici inadeguati e stipendi più bassi rispetto al resto del personale di Difesa e Sicurezza. Ecco il motivo dello sciopero dei Vigili del Fuoco in programma nei prossimi giorni: una manifestazione dove i VVF protesteranno per il mancato rispetto delle promesse fatte dalle amministrazioni in questi ultimi anni.
A tal proposito facciamo chiarezza su quali sono le condizioni in cui oggi sono costretti a lavorare i Vigili del Fuoco e su quali sono le richieste su cui questi faranno leva.
Vigili del Fuoco: le richieste degli “eroi” dimenticati
Proprio qualche settimana fa i rappresentanti dei Vigili del Fuoco hanno incontrato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per avanzare alcune richieste utili per migliorare il lavoro svolto giornalmente dai pompieri italiani.
Ad esempio, sono state chieste più risorse per il rinnovo del contratto, visto che tra i Vigili del Fuoco e gli altri corpi dello Stato c’è una differenza di circa 400,00€. E se confrontassimo lo stipendio dei VVF italiani con quelli dei colleghi stranieri il confronto sarebbe ancora più impietoso: ben 600,00€ di differenza.
Ma quello legato alla retribuzioni non è il solo tema su cui il Governo dovrebbe intervenire: viene chiesta anche la possibilità di incrementare l’importo della pensione potendo ricorrere ad un fondo di pensione complementare.
Senza dimenticare poi le nuove assunzioni nei Vigili del Fuoco; potenziare il reclutamento è molto importante, visto che ad oggi gli organici - per la sola parte operativa - contano appena 30.000 unità, vale a dire una ogni 2.000 abitanti.
Il problema è che nella Legge di Bilancio 2020 non c’è nulla di tutto questo: nella manovra finanziaria, infatti, ci sono solamente venti milioni di euro stanziati per coprire il pagamento degli straordinari per il personale operativo.
Vigili del Fuoco senza tutela: mancata copertura INAIL
Ma non è tutto: perché tra l’elenco delle mancate tutele per i Vigili del Fuoco figura anche l’assenza di una copertura INAIL per infortuni e malattie professionali.
Cosa succederebbe quindi nel caso in cui un Vigile del Fuoco restasse ferito in un’operazione (ipotesi per nulla remota)? Semplicemente questo dovrebbe pagare le prime cure di tasca propria, per poi attendere - dopo una serie di lungaggini burocratiche - il riconoscimento degli indennizzi. Risarcimenti che comunque non superano i 2.500€ (circa).
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