La biografia, lo stipendio e il reddito di Vincenzo Spadafora, l’ex ministro dello Sport del Movimento 5 Stelle durante il secondo governo Conte che di recente ha annunciato la sua omosessualità.
Vincenzo Spadafora è considerato uno degli esponenti più in vista del nuovo corso del Movimento 5 Stelle, tanto da essere stato nominato prima sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e poi Ministro dello Sport al suo primo mandato da parlamentare.
In particolare durante il secondo governo Conte quando era alla guida del dicastero dello Sport, molto si è parlato di lui quando, a causa del Covid, si è dovuto stilare il protocollo sanitario per far ripartire i vari campionati fermati dalla pandemia.
Di recente Spadafora è tornato a far parlare di sé per aver annunciato, nel corso del programma televisivo Che tempo che fa, di essere omosessuale il tutto a poche settimane dall’affosamento del ddl Zan.
Ma quanto guadagna Vincenzo Spadafora? Vediamo la biografia, lo stipendio e il reddito dell’esponente del Movimento 5 Stelle ed ex ministro.
La biografia di Vincenzo Spadafora
Vincenzo Spadafora nasce il 12 marzo del 1974 ad Afragola, cittadina del napoletano da più di 60.000 abitanti, passando l’adolescenza anche a Candio e Frattamaggiore e conseguendo poi la maturità classica.
Molto religioso e legato ai gesuiti, si dice che per un periodo sia stato anche in seminario, preso il diploma si sposta a Roma, dove inizia a 21 anni a intraprendere una serie di viaggi in Africa come missionario laico dell’UNICEF.
Ben presto Spadafora scala i gradini dell’organismo dell’ONU, diventando nel 2008 il presidente (più giovane della sua storia) di UNICEF Italia e mantenendo tale incarico fino al 2011.
Quando viene creata la figura del garante per l’infanzia e l’adolescenza, sempre nel 2011 viene nominato per tale ruolo da Gianfranco Fini e Renato Schifani, all’epoca rispettivamente Presidenti di Camera e Senato. Lascerà l’incarico il 28 aprile 2016.
Nel frattempo, oltre insegnare come professore a contratto presso la facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza, trova anche il tempo per scrivere una sua sorta di autobiografia, La terza Italia. Manifesto di un Paese che non si tira indietro, che nel 2014 è stata pubblicata da Mondadori.
L’avventura politica con i 5 Stelle
Tutto si può dire di Vincenzo Spadafora tranne che non sia ambizioso. Negli anni infatti è riuscito a costruire una forte rete di conoscenze personali, specie nel mondo ecclesiastico e della politica.
Nel 1998 l’ex presidente della Regione Campania Andrea Losco, anche lui di Cardito, lo nomina suo segretario personale. Anche il verde Alfonso Pecoraro Scanio lo vorrà poi nella sua segreteria così come Francesco Rutelli, ai tempi in cui l’ex sindaco di Roma nel 2006 era ministro ai Beni Culturali.
Nel 2010 il comune di Napoli, a guida Partito Democratico, lo nomina presidente delle Terme di Agnano, mentre i suoi buoni rapporti con la forzista Mara Carfagna, anche lei campana, potrebbero aver giocato un ruolo decisivo l’anno successivo nella sua scelta come garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Dato più volte vicino all’associazione Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo, terminata l’esperienza con l’authority Vincenzo Spadafora si avvicina al Movimento 5 Stelle diventando responsabile delle relazioni istituzionali di Luigi Di Maio.
Si narra che sia stato proprio Spadafora a introdurre Di Maio nei cosiddetti “ambienti che contano”, tanto da accompagnare il leader pentastellato nei suoi viaggi ad Harvard, in Israele e al chiacchierato pranzo londinese con i vertici della Trilateral.
Alle elezioni del 4 marzo 2018, Spadafora è stato il candidato per il Movimento 5 Stelle alla Camera nel collegio uninominale Campania 1 di Casoria, dove ha vinto il seggio con quasi il 60% dei voti, diventando così deputato.
Durante il primo governo Conte viene nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alle Pari Opportunità e ai Giovani. A seguito del “ribaltone” avvenuto ad agosto 2019 e che ha portato alla nascita del Conte bis, è diventato ministro delle Politiche Giovanili e dello Sport non venendo poi riconfermato nel governo Draghi.
Lo stipendio e il reddito
Vincenzo Spadafora da quando è deputato ha diritto a un’indennità netta di 5.000 euro al mese più una diaria di 3.503,11 e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. A essi si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323,70 fino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti.
In totale il suo stipendio mensile dovrebbe essere così di 13.971,35 euro, con i deputati che maturano il diritto alla pensione dopo quattro anni, sei mesi e un giorno di legislatura e il diritto a un assegno di fine mandato, che è pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo.
Nella dichiarazione del 2018, relativa quindi al 2017 come periodo d’imposta quando ancora non era stato eletto alla Camera, il ministro ha dichiarato un reddito complessivo totale pari a 85.920 euro.
Una cifra questa di poco superiore a quanto dichiarato nel 2019 in merito al 2018, anno del suo ingresso a marzo in Parlamento, visto che il reddito complessivo è stato di 84.911 euro.
Il reddito 2020 invece è stato di 98.471 euro ma a seguito di una decisione dell’allora governo Letta, in quel periodo non ha incassato un doppio stipendio in quanto ministro ma ha mantenuto solo quello da deputato.
Come ogni parlamentare del Movimento 5 Stelle, Vincenzo Spadafora dall’inizio della legislatura si è decurtato parte dello stipendio restituendo nel complesso oltre 45.000 euro fino a che è rimasto online il sito Tirendiconto.
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