Per Greg Johnson, gestore di portafoglio di Capital Group, un settore da monitorare attentamente durante questa fase di mercato è quello biofarmaceutico, ritenendo il rinnovo delle linee produttive con potenziali farmaci di successo la chiave per una presa di forza delle quotazioni azionarie
Le vendite che si sono abbattute sui mercati azionari mondiali, in particolare quelli americani alla fine del 2018 hanno fatto emergere quanto sia fragile la situazione sull’equity. Il pericolo di aumenti di volatilità improvvisi è sempre dietro l’angolo e l’investitore non può permettersi di evitare un accurato stock picking.
Le azioni americane sono diventate costose, basti pensare che dall’inizio del mercato toro, a marzo 2009, l’indice S&P 500 Composite è avanzato di circa il 400%. Negli ultimi anni, gli utili societari sono saliti con i prezzi delle azioni stesse, contribuendo ad aumentare le valutazioni.
Al 30 novembre 2018 il rapporto prezzo utili per il principale indice americano era pari a 15,3, “elevato rispetto agli standard storici”, sostiene Greg Johnson, gestore di portafoglio di Capital Group, che prosegue “la storia suggerisce che gli investitori potrebbero voler rivedere le aspettative di utile con il tempo”.
In questo quadro, una porzione modesta di società operanti nel comparto tecnologico e dei beni di consumo ha generato gran parte del rendimento di mercato, “lasciando le valutazioni in altre aree del mercato a livelli più modesti”. Ciò porta alla considerazione che l’investimento selettivo sarà essenziale.
Per Johnson, “il rinnovamento delle linee di prodotti con potenziali farmaci di successo potrebbe aiutare i titoli biofarmaceutici e farmaceutici a guadagnare terreno, soprattutto dopo anni di notizie negative incentrate sui prezzi dei farmaci che hanno tenuto basse le quotazioni azionarie”.
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