Ciò che tanti temevano sulla nuova informativa privacy di WhatsApp preoccupa anche l’UE: WhatsApp sta violando la privacy degli utenti? Vediamo i dettagli.
La questione aperta tra Unione Europea e WhatsApp riguarda la nuova informativa privacy dell’app che è entrata in vigore lo scorso maggio dopo il susseguirsi di non poche polemiche.
In particolare, il caso riguarda problemi di informativa privacy inerenti allo scambio di dati che avviene tra WhatsApp e Facebook. È infatti proprio Facebook a detenere WhatsApp e l’Unione Europea ha chiesto di iniziare un’investigazione urgente all’Autorità irlandese per la Privacy, Paese in cui l’azienda ha sede principale.
Discussioni a parte, la domanda che interessa moltissimi utenti italiani è: WhatsApp sta violando la privacy degli utenti? Vediamo in dettaglio perché e su cosa sta indagando l’Europa.
Qual è il problema sui dati di WhatsApp
Il problema - come ha reso noto Italian Tech - riguarda la nuova informativa privacy che WhatsApp ha presentato a tutti gli utenti durante il mese di maggio, dopo una serie di polemiche abbastanza lunga e controversa, accompagnata dalla preoccupazione di alcuni degli utenti, alcuni dei quali hanno anche cambiato piattaforma per questo motivo.
Al di fuori dell’Unione Europea, il governo indiano ha ordinato a Facebook più volte di ritirare la nuova policy sulla privacy e diverse organizzazioni di protezione dei consumatori hanno sollevato più di una obiezione sulla carenza di trasparenza della nuova informativa privacy.
Il caso della Germania e WhatsApp: chi ha fatto partire i controlli
In Germania, l’Autorità tedesca di Amburgo a maggio ha ordinato a Facebook di non applicare i nuovi termini privacy per gli utenti del Paese. Infatti, i Garanti della Privacy europei sono stati chiamati in causa proprio dall’Autorità tedesca per la Privacy, la quale ha richiesto un intervento urgente da parte della competenza irlandese.
Tuttavia, ad oggi, l’European Data Protection Board ha stabilito che non sussistono le condizioni per dimostrare l’esistenza effettiva di una violazione e quindi l’urgenza di una tale richiesta non può essere soddisfatta e per il momento, non saranno adottate misure definitive nei confronti di Facebook.
L’intervento dell’Unione Europea su WhatsApp
I Garanti Privacy dell’European Data Protection Board - noto con l’acronimo Edpb - hanno ritenuto che la questione che riguarda WhatsApp richieda delle indagini approfondite, pur prendendo in considerazione i fini volti al miglioramento dell’esperienza dell’utente su app e piattaforme.
In particolare, l’Unione Europea ha ritenuto utile dover verificare se le società di Facebook sta effettuando operazioni che implicano la combinazione o il confronto di dati propri dagli utenti di WhatsApp con quelli di altre società detenute sempre da Facebook.
Cosa succede ora
Se il controllo che sta avvenendo da parte dell’Unione Europea dovesse confermare l’ipotesi - che per ora è soltanto un’eventualità, dato che non è ancora dimostrato alcunché nei riguardi di Facebook e WhatsApp - si dovrebbe allora verificare se questi confronti di dati che l’azienda porta avanti, abbiano o meno una base giuridica in accordo con l’art. 5, paragrafo 1, lettera A e dell’art. 6, paragrafo 1 del Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).
La questione - qualora fosse confermata dalle indagini - è controversa, poiché vede al centro un colosso del mondo di Internet e la linea dell’intera normativa privacy di tutta Europa: si tratta di una questione delicata in cui si potrebbe decidere in via definitiva chi ha più peso nella gestione dei dati degli utenti e se l’Edpb è in grado di imporsi su aziende del calibro di Facebook.
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