Il ministro Tria firma il decreto che segna la fine degli studi di settore. Vengono introdotti così gli indici sintetici di affidabilità. Le novità
Aboliti finalmente gli obsoleti studi di settore, è via libera agli ISA, ovvero gli Indici sintetici di affidabilità. Atteso da molti, il nuovo sistema ha il difficile compito di favorire la collaborazione e l’adempimento spontaneo attraverso un meccanismo di premialità dei contribuenti più virtuosi.
Approvati gli ISA
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha firmato oggi il decreto che approva l’introduzione di 106 nuovi indici sintetici di affidabilità (ISA) fiscale dei contribuenti, dopo i primi 69 introdotti nel marzo scorso. Il totale è quindi di 175.
I nuovi ISA, si legge in un comunicato, riguarderanno varie attività economiche quali agricoltura, manifatture, commercio e professioni. Saranno validi già per la dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta 2018.
Il nuovo sistema introduce una scala di valori con cui l’Agenzia delle Entrate potrà verificare normalità e coerenza della gestione aziendale e professionale dei contribuenti definendone il grado di affidabilità con un voto da 1 a 10: tanto più alto il punteggio raccolto, tanto più elevato il premio riconosciuto al soggetto virtuoso che potrà, con un 10, ritrovarsi anche esonerato dagli accertamenti sintetici.
Approvati con il Decreto Fiscale 193/2016, gli ISA erano attesi in realtà già per la dichiarazione del 2017. La loro entrata in vigore era stata rinviata per evitare rischi di incostituzionalità e disparità di trattamento.
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato a maggio 2018 i nuovi ISA, che adesso hanno passato il vaglio del Mef. Vengono così aboliti gli studi di settore, uno strumento di contrasto all’evasione fiscale introdotto nel lontano 1993 e ritenuto dai più ormai obsoleto.
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