Abolizione TASI inquilini, stangata per i proprietari: arriva la patrimoniale sulla casa

Anna Maria D’Andrea

09/12/2019

TASI verso l’abolizione con la nuova IMU, che a partire dal 2020 sarà totalmente a carico dei proprietari per gli immobili in affitto. Ecco perché si parla di super-patrimoniale in arrivo con la Legge di Bilancio.

Abolizione TASI inquilini, stangata per i proprietari: arriva la patrimoniale sulla casa

Abolizione della TASI e nuova IMU dal 2020: procede il cammino per l’unificazione delle due tasse sulla casa nella Legge di Bilancio.

A beneficiare della riforma delle tasse locali saranno sopratutto gli inquilini che, grazie all’abolizione della TASI, saranno totalmente esonerati dal versamento. Diverso invece il discorso per i proprietari, sui quali si abbatterà il peso della nuova patrimoniale.

L’unificazione di IMU e TASI è una delle misure previste dalla Legge di Bilancio, ma per il Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, si tratta di una vera e propria patrimoniale sulla casa.

È l’abolizione della TASI per gli inquilini a far discutere: se ad oggi anche gli affittuari pagano una quota percentuale dell’imposta, dal 10% al 30%, a partire dal 1° gennaio 2020 sarà interamente a carico del proprietario dell’immobile.

Il tutto sempre considerando l’attuale formulazione delle disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2020: l’iter che poterà all’approvazione della Manovra è lungo e si presenta particolarmente complesso. L’ipotesi di modifiche e passi indietro da parte del Governo è quindi dietro l’angolo.

Tra queste, vi è la possibile stretta alle finte prime case: un emendamento alla Legge di Bilancio 2020 prevede che ogni nucleo familiare non potrà mai indicare due case in cui non pagare l’IMU. Ogni famiglia potrà avere una sola abitazione principale sulla quale non pagare l’Imu.

Abolizione TASI inquilini, stangata per i proprietari: arriva la patrimoniale sulla casa

È all’articolo 95 del Disegno di Legge di Bilancio 2020, depositato in Senato il 3 novembre 2019, che sono contenute le regole che faranno da fondamenta alla nuova IMU, imposta che assorbirà anche la TASI.

Per la generalità dei contribuenti la TASI non sarà quindi cancellata del tutto, ma soltanto unificata nella nuova tassa unica sulla casa. Le buone notizie arrivano però per gli inquilini, per i quali viene meno l’obbligo di pagamento di una quota dell’imposta dovuta.

Le cattive notizie arrivano invece per i proprietari di case in affitto, che dovranno fare i conti con un aumento delle tasse locali. Il Presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa parla, senza mezzi termini, della nuova patrimoniale sulla casa, riferendosi anche all’eliminazione della solidarietà nel pagamento tra inquilini e proprietari.

Come noto infatti, una delle differenze rispetto all’IMU è che la TASI sulle case in affitto è pagata da ambedue le parti, fermo restando le esenzioni generali - tra cui quella prevista per l’abitazione principale - che si applicano anche agli inquilini.

La TASI inquilini è pari ad una quota che va dal 10% al 30% dell’importo complessivo; la restante quota è a carico dei proprietari (dal 70% al 90%).

Questo almeno ad oggi. L’unificazione di IMU e TASI fa venir meno l’obbligo di pagamento di una quota dell’imposta sui servizi indivisibili per gli affittuari, scaricando l’intero peso della patrimoniale sui proprietari delle case.

Abolizione TASI inquilini e non solo: perché per Confedilizia la nuova IMU è una patrimoniale sulla casa

Non è solo sull’abolizione della TASI per gli inquilini che si sofferma Confedilizia, ma sull’intero impianto normativo alla base della nuova imposta unica sulla casa che debutterà, salvo rinvii, dal 1° gennaio 2020.

Per il Presidente Spaziani Testa il Governo ha addirittura peggiorato la già complicata (ed odiata) patrimoniale sulla casa, senza ridurre in alcun modo il carico fiscale che grava sugli immobili.

Dall’aumento dell’aliquota di base, che passa dal 7,6 all’8,6 per mille, all’incremento dell’aliquota massima all’11,4 per mille per alcuni Comuni (come Milano e Roma), fino all’eliminazione di ogni collegamento ai servizi e al mantenimento di imposizioni vessatorie come quelle sugli immobili inagibili e su quelli sfitti per assenza di inquilini o acquirenti.

Modifiche che non aiutano di certo un settore già di per sé compromesso come quello immobiliare, e per le quali si è molti distanti da ogni ipotesi di semplificazione.

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