Abolizione del bonus Renzi dal 2020: il Viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia conferma che con la flat tax sarà superato il credito Irpef di 80 euro. Le ultime novità durante l’incontro tra Salvini e le parti sociali.
Abolizione del bonus Renzi, ormai il piano del Governo è chiaro. A partire dal 2020 con la flat tax sarà “superato” il credito Irpef di 80 euro.
La conferma arriva a margine dell’incontro organizzato dal Ministro Salvini con i sindacati il 6 agosto 2019.
È stato il Viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia, a confermare che il bonus Renzi dal 2020 non ci sarà più, almeno non nella forma in cui lo conosciamo ad oggi.
Si è parlato nello specifico di un superamento dell’agevolazione, che così come impostata ad oggi “non vale dal punto di vista dell’accumulo contributivo per la pensione”.
Non è la prima volta che, accanto al tema della flat tax, si parla dell’addio al bonus di 80 euro.
Secondo le dichiarazioni di Garavaglia, il bonus Renzi verrà modificato solo dal punto di vista formale, con una sorta di partita di giro in funzione della quale il netto in busta paga dei lavoratori non verrà ridotto anzi, secondo il viceministro il Governo tenterà di introdurre misure idonee a favorire gli stipendi medio bassi.
Abolizione bonus Renzi nel 2020: cosa cambia sul netto in busta paga dei lavoratori?
Non è certo la prima volta che il Viceministro Massimo Garavaglia prende la parola sul tema delicato dell’abolizione del bonus Renzi. Per cercare di capire quale sarà il destino degli 80 euro è necessario quindi analizzare le dichiarazioni rilasciate negli ultimi mesi.
Tra queste, a fare un po’ di chiarezza è stata un’intervista rilasciata dal Viceministro all’Economia Massimo Garavaglia a SkyTg24.
Ormai quando si parla di riforma fiscale è immancabile il riferimento alla possibile abolizione del bonus Renzi 80 euro: cosa cambierà per il netto in busta paga dei lavoratori a partire da gennaio 2020?
Appare abbastanza chiaro che togliere il bonus Renzi in modo secco - quindi riducendo la busta paga di circa 10 milioni di lavoratori - sarebbe una scelta ampiamente impopolare... Motivo per cui il viceministro si è affrettato a ribadire che:
“Intenzione del Governo è modificare tecnicamente l’attuale struttura del bonus Renzi, in modo da non farlo più figurare come un’uscita per lo Stato.
Ma questo verrà fatto inizialmente a somma zero, quindi senza ridurre la busta paga dei lavoratori anzi, si cercherà quanto prima di aumentarla ulteriormente”
Le parole del viceministro tuttavia non appaiono sufficienti a dirimere i vari dubbi che oggi serpeggiano tra gli addetti ai lavori e non solo: perché il ministro Tria si è lasciato andare a critiche così nette sul bonus Renzi? E ancora: se la riforma che sta preparando il Governo non ridurrà il netto in busta paga dei lavoratori - e quindi si tradurrà in una misura a somma zero - perché non lasciare tutto così com’è?
L’impressione è che l’intervento sul bonus 80 euro potrebbe più verosimilmente servire a disinnescare in parte le pesanti clausole di salvaguardia IVA attualmente previste dalla legge.
Flat tax con gradualità e rimodulazione delle aliquote Irpef
Non vi è dubbio che l’impegno del Governo è soprattutto sul fronte flat tax.
Ad oggi è ancora poco chiaro come sarà la riforma Irpef, tenuto conto che l’introduzione della tassazione ad aliquota fissa passa innanzitutto da un’analisi delle (poche) risorse a disposizione.
Una delle ipotesi è che la flat tax sarà introdotta inizialmente per i redditi fino a 50.000 euro. Sarà tuttavia necessaria una revisione completa delle tax expenditures, ovvero bonus ed agevolazioni fiscali ad oggi vigenti.
Se da un lato i rappresentanti del Governi promettono che non verrà tolto “nulla in termini di benefici effettivi”, c’è il rischio che l’addio alle agevolazioni fiscali riconosciute attualmente - tra cui il bonus Renzi di 80 euro - finisca per far diventare la flat tax un “gioco a somma zero”.
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