L’accordo dell’UE sul coronavirus in realtà non è stato trovato. Cosa è successo davvero in Consiglio europeo?
La ricerca di un accordo UE sulla lotta al coronavirus è stato l’argomento più dibattuto delle ultime ore.
Quello di ieri è sin da subito risultato un Consiglio europeo particolarmente impegnativo. Nelle numerose ore di videoconferenza i leader dell’Unione hanno cercato di delineare una risposta coordinata ed efficace all’epidemia ormai diventata pandemia globale.
Non sono mancati gli scontri, e nel pomeriggio l’Italia ha puntato i piedi rifiutando la bozza di accordo elaborata dall’UE contro il coronavirus. Poi, però, le cose sono cambiate ancora.
Coronavirus: accordo UE sì o no?
Nel pomeriggio di ieri, giovedì 26 marzo, l’Italia ha rifiutato la bozza di accordo UE sul coronavirus, in pratica l’iniziale documento con cui l’Unione ha elaborato gli aiuti da garantire ai Paesi membri colpiti dall’emergenza.
Conte si è scagliato contro il MES e ha dato all’Unione europea dieci giorni per trovare soluzioni alternative.
Poi, dopo questa parziale rottura, le cose sono cambiate ancora e l’UE ha trovato un accordo che tuttavia si è rivelato soltanto formale. Nel documento, il Consiglio europeo ha preso atto dei progressi fatti dai ministri finanziari ma ha dato all’Eurogruppo due settimane di tempo per presentare nuove proposte.
“Queste proposte dovrebbero tener conto della natura senza precedenti dello shock COVID-19 che colpisce tutti i nostri paesi e la nostra risposta verrà intensificata, se necessario, con ulteriori azioni in modo inclusivo, alla luce degli sviluppi, e al fine di fornire una risposta globale,”
si legge nel documento finale, firmato da Giuseppe Conte in seguito all’eliminazione dei riferimenti al MES.
Alla luce di quanto accaduto in Consiglio europeo appare chiaro che il definitivo accordo dell’UE sul coronavirus non è stato trovato: la partita, insomma, è stata soltanto rinviata.
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