Il governo Meloni sembra intenzionato a tagliare alcuni bonus per ridurre le aliquote Irpef: come potrebbero cambiare gli stipendi con la riforma fiscale.
Ridurre le aliquote Irpef con l’obiettivo di aumentare lo stipendio di parte dei lavoratori dipendenti. In cambio di una riduzione dei bonus economici attualmente esistenti in Italia. Il piano del governo Meloni per la riforma fiscale inizia a prendere forma e potrebbe approdare in Consiglio dei ministri nel mese di marzo.
Ci lavora, da tempo, il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che vuole rimettere mano al sistema fiscale italiano con una nuova legge delega che ha un obiettivo dichiarato da tempo: ridurre le aliquote Irpef per poi arrivare, col tempo, a una unica.
La prima riforma ridurrà le aliquote da quattro a tre, ma c’è da affrontare un primo scoglio: i costi. E per trovare i soldi bisogna pensare prima alla soluzione migliore: l’ipotesi al momento più probabile è quella di una rivisitazione dei bonus attualmente in vigore, probabilmente dovendo dire addio ad alcuni aiuti economici.
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L’addio ai bonus con il governo Meloni
Che il governo guidato da Giorgia Meloni voglia rinunciare a qualche bonus economico non stupisce. La presidente del Consiglio ha più volte detto che i bonus sono dannosi e servono, invece, misure strutturali. Eliminarne alcuni sarebbe quindi coerente con quanto più volte annunciato dalla leader di Fratelli d’Italia.
La riforma fiscale, nelle intenzioni del governo, deve partire dal 2024 e quindi già nella prossima legge di Bilancio ci deve essere un primo taglio delle tasse. Per riuscirci l’intenzione del governo è quella di tagliare le detrazioni fiscali, che sono tantissime e hanno un costo elevato.
Dai bonus edilizi a quello trasporti, dallo psicologo alle spese di vario tipo, c’è sicuramente spazio per ridurre in qualche modo l’impatto di queste misure che danno accesso a uno sconto in dichiarazione dei redditi. Peraltro un primo risparmio già si verificherà grazie alla sospensione della cessione dei crediti per il Superbonus e per gli altri bonus edilizi.
Quali bonus e detrazioni potrebbero cambiare
Non bastano le modifiche al Superbonus e alla cessione dei crediti. Di soldi ne servono anche altri e per questo Leo ha già iniziato a valutare gli oneri detraibili al 19%, come spiega Il Messaggero: parliamo delle spese sanitarie, degli interessi sui mutui, delle spese per i funerali, delle assicurazioni sulla vita e delle spese per lo sport dei figli o per l’università. Per un costo annuo superiore ai 27 miliardi di euro.
Meno Irpef in cambio di una riduzione dei bonus
Il governo vorrebbe quindi arrivare a una riduzione delle aliquote Irpef in cambio di qualche sconto fiscale in meno. C’è da dire che la revisione delle cosiddette tax expenditure è stata tentata più volte negli anni, ma senza successo. Bisogna capire come vuole intervenire Leo, che sembra puntare a un plafond per gli sconti legato al reddito. Quindi, per esempio, si potrebbe porre un limite massimo di 5mila euro per chi ha un reddito da 35mila euro. E il contribuente sceglierà per quali spese ottenere lo sconto fiscale.
Inoltre qualcosa potrebbe cambiare anche per l’Iva: potrebbe essere introdotto un sistema simile a quello dei vaccini Covid, ovvero con l’esenzione dell’imposta sul valore aggiunto. Una aliquota zero, in sostanza, per alcuni beni considerati essenziali. Il che potrebbe andare di pari passo con un riordino delle aliquote per il settore alimentare, con la stessa percentuale da pagare su prodotti come pasta, carne e acqua.
Irpef, come possono cambiare scaglioni e aliquote
Per l’Irpef l’obiettivo del governo è quello di abbassare le aliquote. Sia riducendone il numero, sia riducendone la cifra. Per esempio l’obiettivo è quello di un primo scaglione, per i redditi fino a 15mila euro, al 15%. Lo stesso applicato agli autonomi con la flat tax.
Poi sembra possibile un accorpamento del secondo e del terzo scaglione: si potrebbe applicare un’aliquota unica del 27% o del 28% per i redditi da 15mila a 50mila euro. In realtà, considerando la situazione attuale, così chi guadagna tra i 15mila e i 28mila euro andrebbe a rimetterci, pagando ora il 25% di Irpef. Una differenza comunque ridotta. Sopra i 50mila euro, invece, l’aliquota potrebbe rimanere quella del 43%.
Le ipotesi allo studio del governo sono comunque diverse e sulle aliquote Irpef non ci sono ancora certezze, tanto più che ora siamo nella fase in cui si cercano nuove risorse - magari tagliando i bonus - per ridurre l’Irpef per tutti.
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