Adozione, quando si mantengono i legami con la famiglia biologica?

Ilena D’Errico

26 Dicembre 2024 - 13:16

Non sempre con l’adozione si perdono tutti i rapporti con la famiglia biologica. La giurisprudenza ha ormai individuato l’adozione mite e l’adozione aperta. Ecco di cosa si tratta.

Adozione, quando si mantengono i legami con la famiglia biologica?

Il nostro ordinamento regolamenta l’adozione piena e quella in casi particolari. Per fronteggiare le diverse e individuali esigenze dei minori, tuttavia, la giurisprudenza ha dovuto necessariamente individuare provvedimenti che tenessero conto del legame con la famiglia di origine. Si tratta principalmente dell’adozione mite e dell’adozione aperta, che consentono di fornire ai minori un luogo di crescita adatto senza privarli dei legami affettivi quando non strettamente necessario. In questi casi, i figli adottivi hanno diritto a frequentare la famiglia biologica.

Cos’è l’adozione mite

Come anticipato, non esiste nel nostro ordinamento un vero e proprio istituto che disciplina l’adozione mite. Quest’ultima è stata infatti consolidata dalla giurisprudenza, italiana ed europea, nel rispetto dei principi universali cui devono ispirarsi i provvedimenti in tutela dei minori. I bambini hanno infatti diritto a mantenere rapporti con entrambi i genitori e con i relativi familiari, a patto che ciò non sia pregiudizievole per il loro benessere o per la loro salute. L’adozione mite si muove quindi tra le adozioni in casi particolari, come forma più tenue rispetto all’adozione piena.

Attraverso questa formula i minori non perdono i rapporti con i genitori biologici, nemmeno dal punto di vista giuridico. L’adozione è necessaria in quanto i genitori biologici non sono in grado di occuparsi adeguatamente della prole, ma non sono nocivi né assenti emotivamente. Nella maggior parte dei casi, l’adozione mite viene applicata dopo un periodo di affidamento, appreso che i genitori non hanno acquistato l’idoneità ma restano presenti nella vita dei figli.

La necessità di collocare adeguatamente i minori e dare loro una certezza dei rapporti giuridici permette così di formulare un provvedimento di adozione in assenza di un completo stato di abbandono, nell’esclusivo interesse dei minori. Questi ultimi devono dare il proprio consenso se hanno più di 14 anni (come peraltro i genitori biologici, se non irreperibili o incapaci) e devono comunque essere sentiti dal giudice se hanno almeno 12 anni. I bambini di età inferiore possono essere ascoltati se il giudice lo ritiene opportuno in base al grado di maturità.

Attraverso l’adozione mite i genitori adottivi acquistano tutti gli obblighi genitoriali, tra cui educazione, istruzione, mantenimento e amministrazione dei beni. I minori non perdono il cognome del genitore biologico, ma acquistano un secondo cognome riferito al genitore adottivo. L’adozione mite serve appunto a dare stabilità e cure idonee ai minori che lo necessitano senza trovarsi in stato di abbandono completo. L’incapacità dei genitori biologici, materiale o giuridica, non dipende quindi dalla negligenza. Per esempio, si pensi a gravi problemi di salute che impediscano di accudire i minori adeguatamente.

Cos’è l’adozione aperta

L’adozione aperta è un’altra formula di adozione in qualche modo attenuata rispetto a quella classica, in cui i minori mantengono i rapporti con la famiglia di origine. A differenza dell’adozione mite, tuttavia, vengono recisi i rapporti giuridici, lasciando solo quelli affettivi significativi per il minore. Anche in questo caso non ci si trova dinanzi a un istituto vero e proprio individuato dalla legge, bensì a una prassi individuata dalle Corti (tra cui quella Costituzionale) per andare incontro alle esigenze dei minori.

Con l’adozione aperta si permette ai minori di continuare ad avere rapporti stabili con i familiari non responsabili dello stato di abbandono e non nocivi, ma anzi importanti figure nella vita del bambino, fonte di sostegno emotivo e affetto. Di solito si tratta di fratelli e sorelle più grandi, oppure di nonni. Di fatto si rientra sempre nell’adozione piena, quindi con il netto taglio dei rapporti giuridici con la famiglia di origine. Spetta al tribunale dei minori valutare le circostanze specifiche e individuare tutte le precauzioni affinché l’interesse dei bambini sia tutelato adeguatamente, per esempio organizzando incontri con i familiari biologici.

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