Airbnb come Google e Meta nei radar del Fisco (non solo) italiano

Claudia Cervi

15 Agosto 2023 - 09:10

Airbnb e la sfida delle regolamentazioni: l’Italia chiede regole più stringenti e 500 milioni di euro di tasse non pagate. Londra, Barcellona e Berlino mettono dei limiti. Cosa sta succedendo?

Airbnb come Google e Meta nei radar del Fisco (non solo) italiano

Nel corso degli ultimi dieci anni, aziende come Airbnb, Google, Meta, PayPal e Netflix hanno rivoluzionato il panorama tecnologico ed economico, ponendo nuove sfide nel campo della regolamentazione legale e fiscale. Solo in Italia, la battaglia contro l’evasione fiscale ha fruttato al bilancio dello Stato un cospicuo ammontare di circa 3 miliardi di euro.
Ma non mancano battaglie legali su scala globale. Ecco cosa sta succedendo in Italia e nel resto del mondo.

Normative e obblighi

Chi affitta la propria casa su Airbnb in Italia è tenuto a seguire una serie di obblighi previsti dalla legge. Innanzitutto, è necessario registrare l’attività presso lo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) del proprio comune e comunicare i dati degli ospiti tramite il portale Alloggiati . Inoltre, è obbligatorio applicare la tassa di soggiorno, se prevista dal comune di appartenenza, e versarla alle autorità locali.

Per quanto riguarda le tasse sul reddito, esistono due opzioni, così come previsto dalla Circolare n. 24/E/2017. Ai sensi del testo normativo, le imposte interessate ai redditi da Affitti Brevi sono:

  • Irpef e
  • Cedolare secca

I ricavi dai affitti brevi possono essere soggetti a Irpef, contribuendo al reddito complessivo tassabile. Nel caso del reddito da locazione breve come reddito fondiario, il 95% è imponibile con una deduzione del 5%. Contratti di sublocazione oltre 30 giorni usano aliquota Irpef.

Un’alternativa è la cedolare secca, con tassazione agevolata per la locazione. La ritenuta 21% si applica solo alla gestione non imprenditoriale, limitata a quattro appartamenti per periodo d’imposta. Oltre questo limite, si presume che l’attività sia imprenditoriale con obbligo di partita IVA.

La sfida legale con Airbnb

Nel 2017, l’Italia ha imposto a piattaforme come Airbnb e Booking di trattenere il 21% dagli affitti brevi e di comunicare i dati alle autorità. Airbnb ha sollevato obiezioni, sostenendo che la legge contrastasse il diritto europeo. Tuttavia, la Corte di Giustizia UE nel dicembre 2021 ha respinto il ricorso, ritenendo legittima la norma italiana. L’avvocato generale ha affermato che la normativa è proporzionata e non discriminatoria. La sentenza definitiva è attesa entro fine anno. Questo caso potrebbe avere implicazioni significative sul futuro delle tasse sugli affitti brevi e sulla regolamentazione delle piattaforme in Europa.

La controversia dell’Agenzia delle Entrate

Nell’ambito di questo contenzioso, l’Agenzia delle Entrate italiana ha presentato a Airbnb una richiesta di pagamento di mezzo miliardo di euro, rappresentante le tasse non versate sugli affitti brevi operati in Italia. Airbnb ha contestato questa richiesta, sostenendo che non ha un rappresentante fiscale in Italia e che l’obbligo di designare un rappresentante fiscale straniero nel paese va contro il diritto dell’Unione Europea. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che l’obbligo di designare un rappresentante fiscale straniero potrebbe essere considerato una restrizione sproporzionata alla libera prestazione dei servizi, ma ha anche affermato che la legge italiana può richiedere alle piattaforme di raccogliere informazioni e applicare la ritenuta d’acconto prevista dal sistema tributario nazionale.

Regolamentazione e battaglie legali su scala globale

La regolamentazione degli affitti brevi su piattaforme come Airbnb presenta sfide significative in termini di enforcement. Nel mondo molte città si sono trovate ad affrontare problemi nel monitorare e far rispettare le regole imposte alle piattaforme e agli host. Ad esempio, alcune città hanno implementato limiti sul numero di notti in cui un’unità può essere affittata, ma è spesso difficile controllare l’effettivo rispetto di tali limiti. Inoltre, molti host hanno adottato strategie per eludere le regolamentazioni, come la divisione delle loro proprietà in diverse unità o la pubblicazione di annunci con dati falsi.

Casi di studio

Diversi casi di studio in città come Copenhagen, Barcelona, Berlino e Londra evidenziano le sfide nell’applicazione delle regolamentazioni degli affitti brevi. Nonostante le diverse politiche adottate, molte città stanno ancora cercando il giusto equilibrio tra promuovere l’ospitalità turistica e garantire una fornitura adeguata di alloggi a lungo termine.

Città come Barcellona e Berlino hanno adottato misure rigorose per limitare gli affitti brevi al fine di prevenire la scarsità di alloggi a lungo termine e la destabilizzazione dei quartieri popolari. Nel quartiere londinese di Camden, ad esempio, il 48% delle unità in affitto violava il limite di 90 notti all’anno. Tuttavia, gli host hanno trovato modi per eludere le regole, come pubblicare annunci multipli con descrizioni diverse o utilizzare foto diverse per la stessa proprietà.

Tuttavia, la regolamentazione è spesso difficile da applicare. Molte piattaforme, inclusa Airbnb, si sono impegnate a collaborare con le autorità locali per sviluppare regole chiare e equilibrate. Airbnb ha lanciato il City Portal data tool nel 2020, che consente alle autorità locali di accedere a informazioni sui visitatori e gli host, contribuendo a monitorare l’effetto delle affittanze brevi sul mercato immobiliare locale.

Conclusioni

La sfida della regolamentazione degli affitti brevi su piattaforme come Airbnb è complessa e in continua evoluzione. Mentre le autorità cercano di bilanciare la promozione del turismo con la salvaguardia dell’offerta abitativa, le piattaforme e gli host si adattano e cercano modi per sfruttare le opportunità nel mercato degli affitti brevi. La collaborazione tra le parti interessate, l’implementazione di tecnologie di monitoraggio più efficaci e l’armonizzazione delle regole a livello europeo possono essere passi cruciali per affrontare queste sfide e garantire un equo trattamento fiscale e un ambiente di mercato sostenibile nel settore degli affitti brevi.

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