Il saccheggio continua perché manca la consapevolezza di quanto incidano sui conti degli italiani le operazioni di cessione all’estero di asset come il trasporto aereo o la rete di telecomunicazioni.
Il saccheggio continua indisturbato perché manca la consapevolezza di quanto incidano sui conti degli italiani le operazioni di cessione all’estero di asset infrastrutturali come il trasporto aereo o la rete di telecomunicazioni.
Cominciamo col trasporto aereo interno, che ormai è stato completamente divorato dalle compagnie straniere low-cost: in pratica, quando viaggiamo tra Milano e Bari, o da Genova a Palermo, paghiamo un biglietto che viene fatturato dall’operatore che ha una residenza fiscale all’estero, e che paga le tasse lì. In Italia rimane solo il 10% dell’Iva, che considera come base imponibile tutti i costi accessori come i diritti di imbarco.
In pratica, il mercato del trasporto aereo interno è stato praticamente già tutto conquistato da compagnie straniere: le maggior parte delle nostre, come Blu Panorama o Air One, hanno cessato di operare o sono state assorbite. Rimangono solo alcune di piccolissima entità ad eccezione di Italia Trasporto Aereo (ITA): Aeroitalia, Alidaunia, Air Dolomiti, Alidaunia, Air Dolomiti, Neos e Sky Alps. Niente a che vedere con ledimensioni di Ryanair, EasyJet, Volotea, Eurowings, Vuelig e Wizz Air. [...]
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