Interessi di casta e restrizioni della spesa pubblica hanno determinato una situazione di scarsità di offerta di servizi sanitari. E a pagare il prezzo sono i contribuenti.
Il dibattito sulle questioni più complesse viene spesso artificiosamente semplificato esasperandone solo qualche aspetto, di comodo.
Di questi tempi, per quanto riguarda la sanità, in Italia ci si polarizza o sul tema delle liste di attesa, talmente lunghe da costringere al ricorso alle cure fornite da strutture private oppure a rinunciarvi perché sono troppo care alle cure, oppure sulla questione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) in campo sanitario, che vanno comunque garantiti in tutte le Regioni a prescindere dalla possibilità che, sulla base di deleghe speciali ed avendone le risorse, alcune Regioni possano erogare cure o servizi ulteriori.
Non c’è un solo Paese al mondo in cui la “questione sanitaria” non sia sempre, prepotentemente, al centro del dibattito politico: negli USA, dove pure esistono da decenni i due pilastri del welfare pubblico rappresentati dal Medicare e dal Medicaid, riservati agli anziani ed ai non abbienti, al fine di assicurare l’universalità delle prestazioni ci si è orientati dopo un estenuante dibattito congressuale verso l’obbligatorietà assicurativa, esattamente come avviene per le automobili. [...]
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