Allarme agricoltori, ecco quelli che sono penalizzati dalla PAC

Nadia Pascale

1 Agosto 2024 - 13:27

Le associazioni lanciano l’allarme agricoltori: le modifiche alla PAC danneggiano coloro che sono maggiormente impegnati sul fronte della lotta all’inquinamento e tutela biodiversità. Ecco perché.

Allarme agricoltori, ecco quelli che sono penalizzati dalla PAC

Le associazioni di categoria lanciano un vero e proprio allarme per gli agricoltori, la nuova Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione europea danneggia gli agricoltori più virtuosi. Ecco cosa sta succedendo.

Il Regolamento UE 2024/1468 del 14 maggio 2024 ha modificato la PAC (Politica Agricola Comune) entrata in vigore a gennaio 2023. Con Decreto Ministeriale del 28 giugno 2024 il Ministero delle Politiche Agricole, Forestali e Alimentari ha recepito le novità. Non tutti però sono concordi, infatti, 12 associazioni hanno scritto una lettera al Ministero lanciando un allarme per gli agricoltori che rischiano di essere danneggiati dalle novità PAC.

Le nuove regole prevedono meno paletti, sebbene, ricordiamo, sono stati inaspriti i controlli sugli agricoltori che ricevono i bonus agricoltura PAC.

Ecco perché la nuova PAC può danneggiare gli agricoltori.

Biodiversità e tutela del clima a rischio con la nuova PAC

Le associazioni interessate sono AIAB, AIDA, CIWF, Essere Animali, Greenpeace Italia, Legambiente, Lipu, ISDE, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Terra!, WWF Italia.

Le modifiche alla PAC sono state dettate, secondo le associazioni, da una sorta di opportunismo legato alle elezioni europee, il problema è che hanno deviato rispetto a quelli che sono gli obiettivi inizialmente posti, legati a biodiversità, tutela dell’ambiente e tutela del clima.

Ricordiamo che la PAC prevede contributi anche sostanziosi e cumulabili in favore degli agricoltori, ma per poter avere questi aiuti è necessario seguire in rigido disciplinare che consente di realizzare gli obiettivi previsti dalla Politica Agricola Comune.

Ad esempio, nella stesura iniziale l’eco-schema 5 aveva l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità attraverso la diffusione di colture di interesse apistico e a un uso sostenibile e ridotto degli agrofarmaci.

Il nucleo centrale delle nuove regole è determinato dal superamento del principio di roteazione nelle colture che consente un recupero della fertilità del suolo, con il principio della diversificazione delle colture che permette uno sfruttamento del terreno più intenso.

Le proposte delle associazioni per gli agricoltori penalizzati

Un altro punto contestato riguarda il pagamento compensativo ad ettaro per le aree dedicate tutela della biodiversità fino ad una superficie massima del 4%.
Le associazioni ribadiscono che questa politica penalizza i più virtuosi in quanto se un agricoltore virtuoso vuole investire una percentuale maggiore della sua superficie agricola per la creazione di siepi, boschetti, piccole zone umide o semplicemente per lasciare a riposo il suolo così da favorirne la fertilità, riceverà solo un pagamento sul primo 4% della superficie agricola impegnata.

Le nuove norme eliminano, inoltre, l’obbligo del 4% di aree naturali nei seminativi, introducendo il principio di volontarietà per gli agricoltori mantenendo però la dotazione finanziaria e quindi disincentivando l’impegno degli agricoltori stessi.

Le associazioni rivendicano anche la mancata consultazione delle parti sociali preventiva rispetto alle modifiche dalla PAC.

La lettera delle associazioni al Ministero si conclude con una vera e propria proposta che prevede l’inserimento di un nuovo Eco-schema dedicato ai pagamenti per le aree agricole restituite alla natura fino al 10% dei terreni, in coerenza con l’obiettivo indicato dalle Strategie europea e nazionale per la Biodiversità 2030.

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