Allarme mismatch, il 77% delle aziende non trova lavoratori qualificati: le 10 le competenze più richieste

Giacomo Andreoli

05/04/2023

Secondo uno studio della Commissione europea oltre tre quarti delle imprese europee fatica a trovare lavoratori qualificati: i profili più cercati dalle aziende in Italia e nel resto del Continente.

Allarme mismatch, il 77% delle aziende non trova lavoratori qualificati: le 10 le competenze più richieste

In tutta Europa è allarme mismatch, il disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro. Dopo la fase più dura del Covid la domanda da parte delle imprese è aumentata molto, soprattutto per cercare profili specializzati. Alle imprese servono ingegneri, informatici, chimici, medici, architetti, geometri, ma anche periti, operai di primo livello e lavoratori nel mondo della ristorazione.

Trovarne abbastanza, però, sembra impossibile, sia perché l’offerta è poca, sia perché in alcuni casi i datori di lavoro mettono sul piatto condizioni lavorative e stipendi non adeguati. Secondo un nuovo studio della Commissione europea, il 77% delle aziende afferma che ha grandi difficoltà ad assumere candidati con le competenze adeguate. In molti casi, poi, chi li trova li perde, vittima del fenomeno del Grande turnover.

Allarme mismatch, perché è importante la formazione continua

Il problema va affrontato non solo nella fase d’ingresso nel mondo del lavoro, ma anche e soprattutto durante la vita professionale. Anche per questo motivo la Commissione ha reso il 2023 l’anno europeo delle competenze, prevedendo una serie di iniziative per la riqualificazione professionale e all’aggiornamento delle conoscenze, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese, che costituiscono il 99% delle aziende continentali.

L’esecutivo Ue vuole incoraggiare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, stabilendo l’obiettivo del 60% degli adulti che dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione. In cima all’agenda le tematiche inerenti alla trasformazione digitale e la transizione ambientale. Tra le mansioni più richieste ci sono: l’analisi dei dati, lo sviluppo software e i linguaggi di programmazione.

La capacità di comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri - commenta il professor Rosario Gianna, dell’istituto universitario Icotea - aiuta la leadership e la gestione del personale, creando un ambiente di lavoro più positivo e produttivo”.

Quali lavoratori si formano di più e meglio

L’opportunità della formazione viene percepita maggiormente da Millennial e dagli appartenenti alla Generazione Z. Se si legge l’ultimo rapporto Eurostat sul tema, si scopre la quota di europei che risulta occupata e continua a formarsi è al 19,6% tra i giovani di età compresa tra 20 e 24 anni, e diminuisce con l’avanzare dell’età scendendo al 14,9% tra quelli di età compresa tra 25 e 29 anni e al 10,8% tra quelli di età compresa tra 30 e 34 anni.

Tra i paesi più attivi nella riqualificazione dei propri lavoratori ci sono la Svezia, la Finlandia e l’Olanda, secondo i dati Inapp del 2022, mentre l’Italia si posiziona al 15° posto con una percentuale del 9,9% della popolazione tra i 25 e i 64 anni che partecipa costantemente a corsi di formazione e di qualificazione professionale.

Si tratta di un dato in crescita, favorito dalle tante occasioni d’apprendimento live e online che stanno nascendo nel Paese.

Le 10 competenze più richieste oggi dalle aziende

Secondo Icotea sono 10 le competenze più richieste nel mondo del lavoro nel 2023. Si tratta di:

1. Leadership e Management: sono capacità essenziali per ispirare i team di lavoro e aiutare i dipendenti ad affrontare e persino prosperare durante i veloci cambiamenti del mercato. Probabilmente l’unica abilità umana che l’intelligenza artificiale non sostituirà mai.

2. Comunicazione: Il lavoro a distanza ha reso le capacità di comunicazione più importanti che mai, soprattutto quando i dipendenti lavorano in modo asincrono. È necessario essere in grado di comunicare chiaramente sia di persona sia attraverso una varietà di canali tra cui e-mail, messaggistica istantanea, software di gestione dei progetti e video.

3. Analisi dei dati: I dati vengono raccolti in ogni funzione aziendale e sono analizzati per ottenere informazioni utili per prendere decisioni informate. Un’efficace analisi dei dati può aiutare le organizzazioni a ottimizzare le prestazioni e ridurre i costi.

4. Accounting e Gestione delle relazioni con i clienti (CRM): è meno costoso mantenere un cliente esistente piuttosto che trovarne uno nuovo. La capacità di gestione delle relazioni permette di costruire solidi rapporti con i clienti già acquisiti in modo da aumentarne la fedeltà all’organizzazione.

5. Creazione di contenuti: grazie alle opportunità generate dalle molteplici piattaforme social, per le aziende è fondamentale raccontarsi creando una narrazione coerente con i propri valori. Questa attività richiede persone con competenze legate alla creatività, originalità, percettività sociale e intelligenza emotiva.

6. Inglese: secondo una ricerca di Truenumbers solo il 19,7% degli italiani parla fluentemente l’inglese. Una competenza che permette la mobilità internazionale e la crescita professionale. Man mano che le aziende s’internazionalizzano tendono ad assumere più anglofoni o ad investire nella formazione linguistica dei propri dipendenti.

7. Sviluppo software: la pandemia ha accelerato la trasformazione digitale e sono necessarie competenze di sviluppo software per supportare questo cambiamento. Diversi linguaggi di programmazione, tra cui Python, Java e JavaScript, sono tra le competenze più richieste per il 2023.

8. Transizione verde: l’Unione Europea ha posto la transizione ambientale in cima alla propria agenda. Per questo motivo nei prossimi anni saranno sempre più indispensabili figure professionali in grado di mettere in sicurezza le infrastrutture anche in un’ottica di abbattimento delle emissioni.

9. Gestione del personale: se da un lato si assisterà a una significativa riduzione dei posti di lavoro a vantaggio dei sistemi automatizzati, dall’altro sarà ancor più necessario massimizzare la produttività dei dipendenti interpretando e rispondendo ai loro bisogni individuali.

10. Predisposizione all’apprendimento permanente: in un contesto lavorativo e sociale in continuo cambiamento, sarà fondamentale la predisposizione all’aggiornamento continuo delle competenze hard e soft anche per chi risulta già occupato.

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