Il prezzo del gas è sui 42 euro per megawattora, lasciandosi alle spalle i livelli elevati dei un anno fa, ma anche di inizio 2023. Tuttavia, il vento può cambiare e l’allarme prezzi c’è ancora.
Il prezzo del gas nel benchmark olandese, riferimento per l’Europa, resta su livelli minimi da mesi. Tuttavia, l’allarme non è del tutto finito e potrebbero verificarsi ancora dei balzi nella quotazione, con potenziali conseguenze (di nuovo) sulle bollette.
Nella giornata di giovedì 13 aprile, il prezzo del gas Dutch TTF segna 42 euro per megawattora, ben al di sotto dei 73 euro registrati a inizio anno e con un calo netto di circa il 40% da gennaio e di quasi il 90% dal picco record di agosto 2022.
La crisi energetica è considerata risolta in Europa, grazie alle scorte a buon punto e alla domanda di carburante che è scesa nei mesi scorsi, aiutata anche da temperature piuttosto miti nella stagione invernale.
L’allerta prezzo del gas rimane comunque accesa in Europa: perché può ancora salire la quotazione e a cosa deve fare attenzione il vecchio continente - e l’Italia - nelle forniture energetiche.
Prezzo del gas salirà: il primo motivo è la concorrenza
La crisi che ha fatto salire alle stelle i prezzi del gas naturale in Europa negli ultimi due anni non è del tutto finita, poiché la regione deve ancora affrontare forniture limitate e una crescente concorrenza all’estero.
Questa la valutazione dell’ad di TotalEnergies, il quale ha messo in guardia il vecchio continente sul prezzo del combustibile: “l’idea che l’Europa abbia risolto il problema è sbagliata. Abbiamo una carenza di offerta”.
I prezzi dei carichi di gas naturale liquefatto, che sono crollati dai massimi del 2022, potrebbero aumentare di nuovo fino alla fine dell’anno. L’allarme è legato al fatto che l’Europa ha bisogno di ricostituire le proprie scorte prima dell’inverno in un momento in cui la domanda di energia cinese è in ripresa.
Nel frattempo, le forniture di carburante non aumenteranno in modo significativo almeno fino al 2026, dopo anni di investimenti insufficienti nelle infrastrutture di importazione ed esportazione, ha spiegato l’amministratore delegato.
“L’unico modo per l’Europa di ottenere il Gnl è pagare di più. È solo la realtà della domanda e dell’offerta”, ha detto Pouyanne.
Prezzo del gas più alto? Attenzione al Gnl russo
C’è una seconda motivazione che può ancora spingere la quotazione del gas in alto in Europa nei prossimi mesi.
Nel mirino degli analisti ci sono ancora Gnl e Russia. I paesi dell’Ue, infatti, hanno aumentato i loro acquisti complessivi di Gnl russo, minando l’impegno del blocco di porre fine all’uso di combustibili fossili da Mosca entro il 2027.
Di conseguenza, l’Ue ha inviato miliardi di dollari alle società del gas russe Gazprom e Novatek che possono essere utilizzati per finanziare la guerra in Ucraina, in quanto le società energetiche, attraverso le tasse societarie, sono tra i maggiori contribuenti al bilancio della Russia.
Gli analisti di CapraView, una società globale di previsioni del gas, stimano che quasi la metà del Gnl esportato dalla Russia nei primi dieci mesi dopo la sua invasione dell’Ucraina sia confluito in Europa, con un fatturato di circa 14 miliardi di dollari.
L’analisi dell’Ue ha rilevato che le importazioni di Gnl sono aumentate a 22 miliardi di metri cubi (bcm) l’anno scorso, rispetto ai 16 bcm del 2021. Tali volumi sono di gran lunga inferiori ai 155 bcm di gasdotto che l’Ue riceveva ogni anno da Mosca, sebbene alcuni paesi hanno visto un aumento significativo dopo la guerra.
Il Belgio e la Spagna hanno quasi raddoppiato gli acquisti di Gnl russo nei 12 mesi trascorsi da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, ha mostrato l’analisi di Kpler.
Non c’è accordo tra i 27 Stati Ue su come affrontare la questione, poiché i rischi di gonfiare i prezzi dell’energia e aumentare inavvertitamente le entrate energetiche russe sono considerevoli.
Il mese scorso il commissario europeo per l’Energia Kadri Simson ha esortato gli Stati membri e le società dell’Ue a interrompere l’acquisto di Gnl russo. Le nazioni dovranno fare affidamento esclusivamente su gas naturale liquefatto di altre provenienze, rimpiazzando quindi anche queste quote russe. Il rischio è di aumentare ancora la concorrenza e i prezzi del gas.
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