L’alleanza silenziosa e miliardaria che ha aiutato la Russia in più occasioni e vede crescere l’ambizione di Putin.
In questi giorni Vladimir Putin ha ammesso chi ha aiutato la Russia nel 2014, svelando un’alleanza silenziosa che ha fatto rapidamente il giro delle testate di settore. In occasione della sua visita a Mosca, il Cremlino ha infatti voluto ringraziare lo sceicco del Qatar Tamim bin Hamad Al-Thani che avrebbe aiutato la Russia a ospitare le Olimpiadi invernali del 2014, che si sono svolte a Soči. Mosca, dal suo canto, avrebbe restituito il favore nel 2022, quando l’Emirato ha accolto la Coppa del mondo FIFA.
Ovviamente l’emiro non è volato fino a Mosca per parlare di calcio, bensì di tematiche più delicate. Per quanto lo sport possa essere rilevante per una nazione, soprattutto dal punto di vista economico, ci sono questioni più urgenti che richiedono l’attenzione dei due Paesi, inclusa la situazione in Medio Oriente. L’intesa tra le due potenze va oltre quanto ci si può immaginare, con una comune visione d’intenti determinante nello scenario mondiale.
Putin ha ammesso chi ha aiutato la Russia
Le testate sportive russe (e non solo) hanno riportato le recenti dichiarazioni di Putin sull’emiro Tamim bin Hamad Al-Thani:
Ricordo molto bene come Sua Maestà, personalmente coinvolta in questa questione, ci ha aiutato a ottenere il diritto di ospitare le Olimpiadi invernali di Sochi.
I XXII Giochi olimpici invernali si sono svolti appunto a Soči, città russa vicina a importanti stazioni sciistiche che ha acquisito popolarità non soltanto con le Olimpiadi invernali ma anche grazie al Gran premio di Russia che ha ospitato dal 2014 al 2021 per il campionato mondiale di Formula 1. Ad ogni modo, la Federazione russa ha fatto così da sede ai giochi per la prima volta, visto che i Giochi olimpici estivi del 1980 a Mosca erano stati ospitati dall’Unione sovietica. Un “favore restituito” al corrispettivo qatariota da Putin in occasione del campionato mondiale di calcio 2022.
Ciò non significa che l’assegnazione dei Paesi ospitanti sia avvenuta in modo arbitrario e incontrollato, considerando che c’è un preciso iter da seguire per poter rappresentare eventi di tale portata. Molto semplicemente, la partnership economica tra le parti ha consentito loro di migliorare le infrastrutture e degli impianti sportivi, nonché di avere finanziamenti solidi a supporto delle candidature soprattutto dell’organizzazione dell’evento. I due leader, comunque, continuano a essere decisamente aperti alla cooperazione anche nel settore sportivo, culturale e d’intrattenimento.
Un’alleanza silenziosa (e miliardaria)
La cooperazione tra Russia e Qatar ha radici profonde e lontane, contando su numerosi accordi intergovernativi che coprono tutti i settori di interesse reciproco: energia, economia, scienza, informazione, trasporti e molto altro ancora. Nell’ultimo incontro tra Vladimir Putin e Tamim bin Hamad Al Thani i leader hanno ribadito l’intenzione di rafforzare la cooperazione bilaterale e gli investimenti reciproci, come pure di estendere queste relazioni nel Medio Oriente. Così, si sono impegnati a pagare 1 miliardo di euro in più ciascuno da destinare al fondo di investimento congiunto, necessario a settori di interesse comune: tecnologia, sanità, minerali, carburanti.
L’accordo che ha dato via all’iniziativa nel 2014, per l’appunto l’anno delle Olimpiadi di Soči, ha previsto un impegno iniziale di quasi 4 miliardi di euro. Gli investimenti arabi sono sempre più importanti per la Russia, che oggi deve affrontare non pochi ostacoli scegliendo di proseguire la guerra in Ucraina, mentre Doha consolida sempre di più la sua posizione internazionale. Così, si alza l’asticella di un ulteriore miliardo di euro a testa per sfruttare al meglio le reciproche risorse commerciali ed energetiche. Quanto allo scenario geopolitico in Medio Oriente, le potenze si dicono d’accordo. Secondo la Qatar News Agency, Putin avrebbe affermato proprio così:
Le opinioni dei due Paesi sono convergenti per quanto riguarda le questioni della regione araba, in particolare la Siria, la questione palestinese e la necessità di aderire alle risoluzioni delle Nazioni Unite per consentire al popolo palestinese di stabilire il proprio Stato indipendente.
Per l’Emirato, la priorità va alla risoluzione pacifica dei conflitti e alla tutela dei civili coinvolti, puntando come sempre a un accordo anche per Kiev.
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