Alta tensione tra Cina e USA, nuove minacce per il commercio globale

Violetta Silvestri

08/04/2025

Cosa sta succedendo tra Cina e USA nel pieno della guerra dei dazi? Le due potenze economiche promettono battaglia l’una contro l’altra, con nuove minacce rischiose per tutta l’economia globale.

Alta tensione tra Cina e USA, nuove minacce per il commercio globale

Nella guerra dei dazi in pieno corso, la storica rivalità tra Cina e USA rischia di esplodere in contromisure ancora più severe e minacciose per tutto il commercio mondiale.

La tensione tra le due potenze, infatti, è altissima con Trump che ha messo in guardia il dragone sulla possibilità di applicare ulteriori tariffe sulle importazioni statunitensi dalla seconda economia mondiale a oltre il 100%, in risposta alla decisione di Pechino di dazi al 34% sui beni USA acquistati.

La minaccia degli Stati Uniti di aumentare i dazi contro la Cina è un ulteriore errore, che mette ancora una volta a nudo la natura ricattatoria della parte americana. Se gli Stati Uniti insistono per ottenere ciò che vogliono, la Cina combatterà fino alla fine, ha affermato il ministero del Commercio cinese.

Il clima è molto teso, con i mercati finanziari di tutto il mondo che hanno registrato un terzo giorno di perdite dinanzi ai crescenti timori e alle incertezze sull’esito dell’aggressiva guerra commerciale di Trump. Le forti e diffuse barriere commerciali attorno al più grande mercato di consumo del mondo possono sfociare in una recessione e a balzi inflazionistici poco auspicabili per la crescita globale.

Cina pronta alla guerra dei dazi contro Trump

Mentre molte nazioni si affannano per raggiungere accordi tariffari con Trump, la Cina gli resiste, sperando di trasformare “la crisi in opportunità”.

Nel giro di 48 ore dall’annuncio da parte di Trump di imporre tariffe su Paesi in tutto il mondo, che ha colpito duramente il mercato, la seconda economia mondiale ha prontamente reagito con misure punitive su beni e aziende statunitensi.

Lunedì, il presidente degli Stati Uniti ha minacciato di inasprire notevolmente la guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali, imponendo a metà settimana dazi aggiuntivi del 50% sulle importazioni cinesi se Pechino non rimuoverà le sue misure di ritorsione entro martedì.

La brusca reazione suggerisce che Pechino intende resistere alla campagna di pressione del presidente degli Stati Uniti, offuscando la prospettiva di un accordo a breve termine. Il presidente americano ha anche affermato che gli “incontri richiesti” dalla Cina con gli Stati Uniti saranno annullati.

“La retorica della Cina è forte”, ha affermato Michelle Lam, economista della Greater China presso Societe Generale SA. “Senza il passo indietro di Trump, gli investitori potrebbero dover prepararsi al disaccoppiamento commerciale tra i due Paesi”.

Le autorità cinesi intanto stanno agendo e hanno segnalato la loro determinazione a sostenere i mercati. La banca centrale ha allentato la presa sullo yuan per aumentare l’attrattiva delle sue esportazioni. I funzionari hanno anche promesso prestiti per aiutare a stabilizzare il mercato e si dice che abbiano preso in considerazione l’anticipo di alcuni stimoli.

Nello specifico, la Banca Popolare Cinese ha fissato il tasso di cambio medio per lo yuan onshore a 7,2038 per dollaro, il livello più debole da settembre 2023, secondo il fornitore di dati Wind Information e stando a quando riportato da Cnbc. Allo yuan è consentito di negoziare entro una banda del 2% di questo tasso di cambio medio.

L’indebolimento dello yuan è un “grande segnale”, ha detto Robin Brooks, ricercatore senior presso la Brookings Institution: “questa è Pechino che dice educatamente che la situazione sta diventando un po’ troppo, vi stiamo avvisando, possiamo svalutare se vogliamo e potrebbero arrivare cose più grandi se continuate così”.

Il segnale di avvertimento nei confronti di Washington è chiaro secondo l’esperto.

Come riportato da Bloomberg, il quotidiano ufficiale del Partito Comunista questa settimana ha pubblicato un editoriale in cui si dichiara che Pechino non si aggrappa più alle illusioni di concludere un accordo. Invece, i funzionari si stanno concentrando sulla protezione dell’economia. Xi ha promesso di aumentare i consumi interni con tariffe che dovrebbero danneggiare le esportazioni, un settore responsabile di un terzo della crescita economica della Cina lo scorso anno.

I dazi del 34% di Trump sulla Cina si sono aggiunti ai dazi del 20% introdotti da febbraio, portando il totale dei nuovi dazi quest’anno sulla Cina al 54%. Le imposte aggiuntive hanno aumentato la tariffa media ponderata degli Stati Uniti sulla Cina fino al 65% e potrebbero danneggiare l’economia cinese di 1,5-2 punti percentuali quest’anno, secondo Morgan Stanley.

Cosa aspettarsi nel prossimo futuro? Per Tianchen Xu, economista senior presso l’Economist Intelligence Unit l’escalation è probabilmente l’unico risultato a breve termine, ma i negoziati arriveranno alla fine quando entrambe le parti sentiranno il peso del rallentamento economico.

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