Non serve aver compiuto gli anni per applicare il coefficiente di trasformazione più conveniente. Si aggiornano anche per frazione di età.
I coefficienti di trasformazione determinano l’importo della quota contributiva della pensione. Si tratta di percentuali che variano in base all’età e che diventano maggiormente convenienti con l’aumentare degli anni con cui si accede alla pensione. Se a 62, ad esempio, il coefficiente applicato è del 4,770%, a 67 anni diventa del 5.575%, quasi un punto percentuale più alto. E se si applica su un montante contributivo di diverse centinaia di migliaia di euro, la differenza non è poca.
Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:
Buongiorno, vorrei andare in pensione a dicembre 2022 avendo raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi il mese scorso. Lavorerei la finestra di 3 mesi e concluderei l’anno lavorando per andare in pensione il 1 gennaio 2023. Ma adesso ho 61 anni e compio i 62 solo ad aprile 2023. Per vedermi applicare un coefficiente di trasformazione più conveniente è meglio che vada in pensione a maggio 2023? Certo di una vostra competente risposta, vi porgo i miei più cordiali saluti.
Pensione e coefficienti di trasformazione
Anche se è vero che i coefficienti di trasformazione cambiano da un’età all’altra, è da considerare anche che gli stessi si calcolano sulla frazione di mese. Non serve, quindi, compiere gli anni per vedersi applicare un coefficiente di trasformazione più alto. Ad essere presa in considerazione è sempre la data di decorrenza della pensione e l’età del lavoratore in quel preciso momento.
Ma come si calcola il coefficiente di trasformazione frazionato? Innanzitutto si deve ottenere la differenza del coefficiente dell’età compiuto e quello seguente. Questa differenza, poi, si divide in dodicesimi e se ne prendono in considerazione tanti quanti sono i mesi che sono trascorsi dal proprio ultimo compleanno al momento della decorrenza della pensione.
Per comprendere meglio un ragionamento che, ad occhio, può sembrare molto complicato, prenderemo come esempio proprio il suo caso. 61 anni compiuti ad aprile 2022. Pensionamento il 1 gennaio 2023.
Si prendono i coefficienti relativi ai 61 anni (4,639%) e ai 62 anni (4,770%) e si ottiene la differenza tra i due, che è dello 0,131%. Questa differenza, poi, si divide per 12 e si ottiene la frazione per mese: 0,011%.
Si calcolano, poi, i mesi che intercorrono tra aprile 2022 e gennaio 2023, che sono 9. Si moltiplica la percentuale per frazione di mese per il numero di mesi calcolato: 0,011% x 9 = 0,099%, e si somma il risultato ottenuto al coefficiente relativo agli anni compiuti. Nel suo caso, andando in pensione a gennaio 2023 il coefficiente di trasformazione applicato sarebbe del 4,738%.
Come vede, quindi, non perde moltissimo rispetto all’attendere il compimento dei 62 anni ad aprile 2023.
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