Recensioni false su Amazon: cosa si rischia e come riconoscerle

Claudia Mustillo - Caterina Gastaldi

20/10/2022

Ogni piattaforma ha le sue regole per le recensioni false: ecco cosa si rischia e come riconoscerle.

Recensioni false su Amazon, a chi non è mai capitato di vederne una? Vengono lasciate dietro pagamento o con la promessa di ricevere prodotti gratis oppure per screditare un competitor tramite una concorrenza sleale. Così Amazon ha deciso di avviare la prima denuncia penale in Italia per le recensioni false, come ha comunicato l’azienda stessa.

Le recensioni false su Amazon (e non solo) sono veri e propri reati puniti dalla legge: sostituzione di persona, truffa e diffamazione sono alcune delle possibili condotte che possono portare l’autore in tribunale e costringerlo a sborsare ingenti somme di denaro a titolo di risarcimento danni.

Con l’obiettivo di rafforzare l’impegno legale per contrastare l’attività dei broker di recensioni false Amazon ha presentato in Italia la sua prima denuncia penale a livello europeo e la sua prima causa civile in Spagna. Si tratta di due procedimenti, insieme ad altre 10 nuove azioni legali recentemente avviate negli Stati Uniti che, come si legge nel comunicato, vogliono individuare e bloccare gli operatori che attualmente gestiscono più di 11.000 siti web e gruppi social che alimentano il mercato delle false recensioni su Amazon e in altri negozi online in cambio di denaro o prodotti gratuiti.

«Assicurare questi malfattori alla giustizia attraverso azioni legali e denunce penali è una tra le tante iniziative importanti con cui proteggiamo i clienti affinché possano fare acquisti in tutta tranquillità», ha dichiarato Dharmesh Mehta, Vice President of Selling Partner Services di Amazon.

Recensioni false su Amazon: cosa si rischia secondo la legge

La legge è molto chiara riguardo alle recensioni false su Amazon: chi le scrive commette il reato di “Sostituzione di persona”, ex articolo 494 del Codice penale:

“Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno.“

Le recensioni false, infatti, hanno proprio lo scopo di indurre altri utenti in errore, consigliando o sconsigliando un acquisto sulla base di informazioni non veritiere. Il fine di “procurare un vantaggio a sé o ad altri” può non essere economico, quindi il reato si configura anche laddove non vi è stato un effettivo scambio di denaro.

La severità della legge non deve stupire: lasciare false recensioni (a pagamento e non) è un comportamento assimilabile alla truffa, può alterare la concorrenza e ledere la credibilità dell’intera piattaforma di acquisti. Per questo, oltre alla reclusione, il venditore danneggiato può richiedere il risarcimento dei danni reputazionali che può raggiungere cifre impressionanti.

Recensioni negative: quando scatta il reato di diffamazione

La compravendita di recensioni positive a 5 stelle non è il solo caso in cui si possono incontrare problemi legali.

Chi scrive recensioni eccessivamente negative, ai limiti dell’offensivo, su un prodotto o servizio potrebbe incorrere nella denuncia per diffamazione, e ciò a prescindere dal fatto che il commento sia stato lasciato dietro pagamento o sia spontaneo.

Questo non significa che tutte le recensioni negative integrino il reato previsto all’articolo 595 del Codice penale, ma soltanto quelle finalizzate e ledere la dignità del venditore, screditare e offendere, oltrepassando il limite del “diritto di critica”.

Offendere la reputazione altrui mediante recensioni o commenti su Amazon, Facebook e altri social network integra la fattispecie di diffamazione aggravata (con l’applicazione di una pena più severa) poiché possono essere lette da chiunque e avere una diffusione incontrollata.

In tal caso - se il giudice riconosce la colpevolezza di chi la scritto la recensione - alle conseguenze penali potrebbero aggiungersi quelle civili, ovvero l’obbligo di risarcire i danni morali ed economici.

Come riconoscere le recensioni false su Amazon

Non esiste un manuale per riconoscere le recensioni false, positive o negative che siano, tuttavia ci sono dei “trucchetti” per distinguerle da quelle veritiere:

  • il tono della recensione: se eccessivamente positivo ed entusiasta o particolarmente negativo e poco obiettivo;
  • vaghezza del contenuto o troppi dettagli: possono aiutare a riconoscere una recensione falsa un’eccessiva vaghezza nella descrizione del prodotto oppure utilizzare dettagli troppo particolareggiati che difficilmente sarebbero visibili a un utente medio;
  • controllare se l’utente ha scritto altre recensioni e verificarne il tono (se sono tutte estremamente negative potrebbe essere un competitor, se troppo positive potrebbe essere una recensione a pagamento);
  • se l’utente ha lasciato molte recensioni in un lasso temporale breve;
  • account appena registrato o con una sola recensione;
  • presenza di foto professionali, magari prese da Internet, per mostrare il prodotto recensito.

La presenza di uno o più di questi elementi può fare da “campanello d’allarme”, ma vale sempre la regola dell’acquisto consapevole, quindi, prima di procedere al checkout del carrello, meglio verificare fino in fondo la scheda prodotto.

Recensioni false su Amazon: chi le acquista e come funziona

Il business delle recensioni false su Amazon è una vera e propria spina nel fianco per il più grande sito di e-commerce ed è una forma di guadagno secondario per tantissimi utenti, spesso molto giovani.

La pratica è ovviamente proibita e fortemente osteggiata da Amazon, che nel corso del tempo ha messo a punto una scrematura tramite machine learning e investigatori addetti al riconoscimento delle false recensioni (che vengono successivamente eliminate).

Questo fenomeno non genera un vero e proprio guadagno in termini economici, ma permette agli artefici della truffa di ricevere articoli gratis da parte del venditore richiedente (spesso di tratta proprio dei prodotti da recensire, obbligatoriamente, a 5 stelle) e tramite rimborso su PayPal.

Il business delle recensioni false viene spesso organizzato in gruppi chiusi e privati su Facebook e Telegram che si trasformano in vere e proprie piattaforme di commercio per ingannare l’algoritmo di Amazon e gli utenti che si fidano dei commenti presenti sulla piattaforma.

A cosa servono le recensioni false

Per classificare i propri prodotti Amazon si avvale di un algoritmo che posiziona in alto o in basso i vari articoli presenti in vendita: tra i vari elementi che permettono di scalare i risultati dati dalle nostre ricerche ci sono le recensioni e in particolare quelle positive segnate da 5 stelle. Con questo meccanismo è facile intuire perché esista la compravendita di recensioni false a 5 stelle.

Tuttavia non basta che un prodotto abbia 5 stelle per convincere Amazon a posizionare in alto quel determinato prodotto. Al voto positivo bisogna accompagnare una lunga e dettagliata descrizione, varie foto e magari anche un breve video che mostra il prodotto.

A questo punto è bene dare un’occhiata anche alle recensioni negative - dalle 3 stelle in giù - facilmente selezionabili dalla tabella generale delle votazioni: se sono poche, in confronto a quelle a 5 stelle, e il prodotto in questione appartiene a una marca sconosciuta potremmo trovarci di fronte a un articolo pompato da recensioni false.

Recensioni false o negative: cosa si rischia

A seconda della situazione cambiano anche i rischi.

  • Recensioni false e negative: si può essere accusati di diffamazione;
  • acquisto pacchetti di recensioni: accusa di concorrenza sleale;
  • recensione falsa spacciandosi per altri: sostituzione di persona;
  • infine, la vendita di pacchetti di recensioni false è un reato, ha come conseguenze il carcere e il dovere di risarcire le eventuali vittime.

Quindi, una recensione non veritiera è punibile a norma di legge, sia penalmente, sia civilmente a seconda della situazione. Tuttavia, siccome l’obbligo di provare la colpa ricade sull’accusa, è molto difficile accusare qualcuno efficacemente senza andarne a ledere la privacy.

I proprietari delle singole realtà coinvolte hanno sempre la facoltà di segnalare le recensioni sospette alla piattaforma su cui sono state pubblicare, come Amazon o TripAdvisor. Ogni piattaforma ha una sua politica interna per gestire queste situazioni.

Recensioni in cambio di premi: sono legali?

Chiedere a un cliente una recensione è legale, e lo è anche offrire sconti o regali in cambio di una valutazione su una o più piattaforme. È illegale offrire regali in cambio di recensioni per cui vengono date istruzioni. Per esempio, non è possibile proporre un codice sconto per una valutazione a 5 stelle.

Recensioni negative, ma vere: è diffamazione?

Se è vero che la recensione negative e falsa è reato, questo non significa che non si possano pubblicare valutazioni negative. Gli utenti hanno il diritto di pubblicare la loro esperienza su tutte le piattaforme che lo permettono, a patto che sia veritiera.

Quindi una recensione negativa, anche quando scritta con tono antipatico nei confronti dell’attività valutata, generalmente non è diffamazione.

Questo non significa che si possano insultare le persone online. Si può condividere un’esperienza negativa, purché veritiera, ma non offendere gratuitamente qualcuno. In questo caso il rischio di un’accusa per ingiuria sussiste, anche se spesso il linguaggio utilizzabile viene regolato anche dalla piattaforma stessa.

Recensioni false e concorrenza sleale

Così come la vendita di pacchetti di recensioni false è reato, lo stesso vale per l’acquisto. Si tratta di una pratica illegale. Chi vende questi servizi rischia il carcere, oltre all’obbligo di risarcire le vittime.

A dover risarcire le vittime è anche chi pubblica le valutazioni false e negative sulle pagine dei concorrenti. In questi casi si può ricadere nella fattispecie della concorrenza sleale.

Come le piattaforme gestiscono le recensioni false

Recente è la notizia della prima denuncia penale da parte di Amazon, in Italia, per contrastare il fenomeno delle recensioni false. Solitamente però il dovere di segnalare queste situazioni viene lasciata ai singoli esercizi iscritti alle piattaforme in questione. Quindi non saranno Amazon, TripAdvisor, Booking, o Google a cercare le valutazioni sospette, ma le persone colpite.

  • Ogni piattaforma ha delle linee guida che regolano sia il linguaggio da utilizzare per le recensioni, sia la pubblicazione (che non dovrebbe mai avvenire senza aver provato il prodotto);
  • le realtà recensite hanno la facoltà di segnalare i commenti sospetti alle piattaforme;
  • sulla maggior parte delle piattaforme gli esercizi commerciali possono rispondere ai commenti per chiarire eventuali incomprensioni;
  • a seconda della politica del portale, l’utente che pubblica recensioni false o che non rispettano le linee guida può vedersi cancellare i suoi commenti, o veder cancellato il suo profilo.

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