Vacanza in montagna? Quest’anno costerà di più. Ecco perché e a quanto ammonterà l’aumento per hotel e skipass.
La crisi economica passa attraverso una serie di rincari. Nel settore del turismo, in particolare, ci sono grosse difficoltà. Infatti andare in montagna costerà molto di più quest’anno rispetto al 2021. I rincari per gli skipass sono a doppia cifra, ma anche il soggiorno in hotel non è esente da maggiorazioni, anzi. La crisi energetica infatti ha reso complesso fissare i prezzi, soprattutto rispetto agli scorsi anni. Difficile immaginare quali saranno i costi, già tendenzialmente più alti rispetto al resto della stagione, il 24 dicembre e nella prima settimana di gennaio.
A far lievitare i costi del soggiorno in hotel, degli skipass e in generale della vacanza in montagna sono diversi fattori come l’aumento del costo del gasolio, dei generi alimentari e del gas. Di conseguenza i costi di gestione sono aumentati per gli hotel, per i trasporti locali, per le scuole di sci e tutte le attività che si muovono intorno al turismo della stagione invernale.
Un costo forse nascosto, ma sotto gli occhi di tutti è quello della neve artificiale. Infatti la neve viene sparata da cannoni che utilizzano energia elettrica e hanno un consumo energetico piuttosto alto. Giovanni Brasso, presidente di Sestrieres che gestisce gli impianti del comprensorio Vialattea, ha ipotizzato che spenderà 4,7 milioni di euro per la neve anziché i 2,7 milioni del 2021.
Insomma andare in montagna costerà molto di più e il rischio per il settore turistico della stagione invernale è quello di veder diminuito verosimilmente il numero di turisti e quindi i guadagni.
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Andare in montagna costerà di più: ecco perché
Nell’attuale crisi economica dovuta all’assenza del gas e al conseguente aumento del costo, era inevitabile che anche il turismo invernale subisse le conseguenze della generale inflazione dei prezzi. Così i listini degli hotel e degli skipass aumentano vertiginosamente di almeno il +10%. Ma come spiegano i proprietari dell’impianti quel +10% in più non copre neanche gli aumenti della componente energetica.
È possibile infatti che nel corso delle settimane più costose, l’alta stagione invernale, il costo dello skipass e dell’hotel vedano raddoppiare la cifra in genere pagata per lo stesso periodo degli anni precedenti. Al momento infatti i costi del 24 dicembre o della prima settimana di gennaio sono una vera e propria incognita. Tutto dipenderà dal costo a megawatt ora stabilito sul mercato.
Andare in montagna costerà di più: a quanto ammontano gli aumenti
Gli aumenti previsti per la stagione invernale nel settore sciistico sono piuttosto elevati e questi si sommano al generale aumento dei costi dei generi alimentari, del gas, della luce e del gasolio. Hotel e ristoranti dovranno di conseguenza aumentare i costi, così come i trasporti in verticale e le scuole di sci.
Secondo il Sole 24 Ore gli aumenti per la stagione alta per un adulto saranno anche fino al +13,2%. Nello specifico in Bormio il costo giornaliero del prezzo dello skipass vedrà un aumento del +13%, a Cortina d’Ampezzo un aumento del +11,3% e nelle Dolomiti del +10,4%.
Per quanto riguarda il settore alberghiero invece l’aumento è indicato intorno al 20-30%. Si tratta di aumenti dovuti alle spese per riscaldamento di una struttura alberghiera e per la ristorazione. Un titolare di hotel a Cortina d’Ampezzo ha spiegato che aumenterà le tariffe del +18% ma che, in ogni caso, questo aumento non sarà sufficiente per coprire le spese dell’energia. L’aumento del prezzo inoltre scoraggerà il turismo, in una catena di inevitabili conseguenze sul fatturato. Non a caso, dice Gherardo Manaigo titolare di hotel, le prenotazioni ricevute sono solo da parte di stranieri.
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