Gli animali come esseri senzienti: ecco le nuove proposte per il nostro Codice Civile espresse da Animal Law e dal diritto europeo.
Gli animali dovranno essere riconosciuti come esseri senzienti anche dal Codice Civile: le novità proposte per il nostro ordinamento riprendono la nuova definizione legale promossa dal Animal Law, oltre che dall’Art. 13 del Trattato di Lisbona.
I diritti degli animali, considerati come beni mobili dal Codice Civile, o meglio cose quindi oggetto di controversie e accordi di separazione, dovranno essere ridiscussi a favore di un vero e proprio diritto soggettivo.
Trasformando gli animali da oggetto a soggetto di diritto, tuttavia, anche i reati verso gli stessi dovranno essere ridisegnati: le pene per violenza, lesioni o morte procurata dovranno essere modificate, poiché si tratterà di reati verso esseri senzienti e non più beni.
Vediamo qual è l’attuale normativa sugli animali e cosa cambierebbe con un rafforzamento dei loro diritti.
I diritti degli animali: normativa europea e italiana
Gli animali sono considerati oggetti dal Codice Civile italiano, in quanto vengono riconosciuti come soggetti di diritto solo persone fisiche e persone giuridiche. Un oggetto di diritto è infatti acquistabile, la vendita degli animali è infatti puntualmente disciplinata.
La legge disciplina anche la responsabilità per i danni provocati da animali, si veda questo articolo a riguardo, tuttavia, essi restano cose.
Il Tribunale di Milano già nel 2013 aveva riconosciuto l’obsolescenza di tale punto di vista con Decreto 13/2013 proprio a partire da una causa di separazione: un animale di compagnia non può essere una cosa da dividere, è molto di più.
Anche la Legge 201/2010, che recepisce la Convenzione Europea per la protezione degli animali siglata nel 1987, è un vero e proprio riconoscimento del diritto soggettivo, rinnovata dall’UE con l’Art. 13 del Trattato di Lisbona modificato nel 2007, in cui si fa espressa menzione dell’animale come essere senziente.
Questo breve riepilogo chiarisce quanto effettivamente il diritto europeo e l’opinione dei magistrati siano progredite malgrado la lacuna del Codice Civile. Riempire il vuoto appare sempre più necessario, anche nei riguardi dei delitti verso gli animali.
Le conseguenze del diritto soggettivo per gli animali
Trasformare gli animali in esseri senzienti e non più cose, oggetti di scambio e controversia legale, significa anche rendere più gravi i delitti sugli stessi. Il Codice Penale, a differenze di quello Civile, applica una tutela più estesa.
I maltrattamenti degli animali sono infatti puniti secondo quanto previsto dall’Art. 544-ter, come lo è l’abbandono (Art. 727). Eppure, le variabili di reato sono molto più ampie e rappresentano la strada da percorrere per il legislatore verso la tutela degli animali, oltre che della legalità.
Il convegno aperto dall’associazione Animal Law proprio nella scorsa settimana ha avuto il merito di sollevare il problema e di metterlo all’attenzione delle Camere, con l’obiettivo di promuovere un intervento che riempia la lacuna del Codice Civile.
Il vuoto sui diritti degli animali si configura come vuoto scientifico giuridico, ma anche come vuoto normativo, dato che rende il lavoro dell’autorità giudiziaria sempre più complicato: alcuni reati sono di difficile identificazione e ammettere un diritto soggettivo agli animali aprirebbe a nuovi deterrenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA