Gli Usa stanno sostituendo le armi nucleari parcheggiate in Italia con altre più potenti e precise: se la guerra si allarga alla Nato quale potrebbe essere il ruolo del Belpaese?
Le armi nucleari sono l’autentico convitato di pietra della guerra in Ucraina: la Russia le sta usando da mesi a mo’ di spauracchio per tenere le truppe della Nato fuori dal conflitto, ma ora anche l’Occidente sta iniziando a rafforzare la sua deterrenza.
Il problema è che a differenza degli anni della Guerra Fredda adesso l’equilibrio tra le due superpotenze è stato in qualche modo interrotto dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con gli eventi che potrebbero precipitare da un momento all’altro come dimostra il missile russo caduto a soli 200 metri dal confine con la Romania.
Vladimir Putin dopo aver conquistato in un anno e mezzo poco meno del 20% del territorio ucraino - alla faccia di chi pensava a una guerra lampo - adesso ha iniziato a usare i suoi missili ipersonici per bombardare Odessa.
Se questo non dovesse bastare e, soprattutto, se la controffensiva ucraina dovesse rivelarsi efficace tanto da sbaragliare l’Armata russa, al Cremlino non resterebbe che utilizzare una delle migliaia di armi nucleari stipate nei magazzini già pronte all’uso.
Altro dettaglio di non poco conto quando si parla del rischio di una guerra nucleare, è la convinzione da parte dell’Occidente che in Bielorussia - dove adesso è di stanza il gruppo Wagner - siano arrivate già alcune armi tattiche nucleari come annunciato da tempo.
In più quando saranno forniti all’Ucraina gli F-16 promessi, servono ancora qualche mese per addestrare i piloti, anche Kiev avrà a disposizione degli aerei capaci di montare delle testate atomiche.
Del resto in Europa non mancano le bombe atomiche di proprietà degli Stati Uniti, alcune di esse presenti in Italia visto che il Belpaese partecipa al nuclear sharing della Nato. Ma cosa potrebbe succedere se il conflitto in corso in Ucraina dovesse diventare una guerra mondiale?
L’Italia e una possibile guerra nucleare
Come detto l’Italia pur non essendo un Paese nucleare ospita 40 bombe atomiche di proprietà degli Stati Uniti nelle basi militari di Ghedi (Brescia) e di Aviano (Pordenone). In Europa in totale ce ne sono altre 110: 50 in Turchia, 20 a testa in Belgio, Germania e Olanda.
Vista la guerra in corso, a dicembre gli Usa hanno deciso di anticipare il loro programma di sostituzione dei vecchi ordigni nucleari con le più moderne B61-12, delle testate nucleari che hanno un potenziale esplosivo compreso tra gli 0,5 e i 50 chilotoni.
Sviluppate da Boeing, queste armi sarebbero anche più precise e contro obiettivi sotterranei possono arrivare ad avere una potenza distruttiva pari a 1.250 chilotoni: giusto per fare un tetro esempio, le due bombe che hanno raso al suolo Hiroshima avevano una potenza di 18 e 23 chilotoni.
Lo scorso aprile un viaggio del Globemaster Usaf - un enorme aereo americano capace di trasferire le armi nucleari - dalla base Nato di Ramstein in Germania fino a Ghedi e Aviano, ha fatto pensare che Washington possa aver portato a termine la sostituzione delle bombe atomiche dislocate in Italia.
In commissione Difesa alla Camera, la sottosegretaria di Fdi Isabella Rauti ha risposto nel merito che il governo sta volgendo “un costante monitoraggio, ma va ricordato le armi dell’arsenale nucleare americano in Italia restano di proprietà del governo di Washington”.
Stando a quanto scritto da True News “l’Italia potrà avere voce in capitolo solo in caso di impegno dei mezzi in guerra, quando Aviano e Ghedi diverranno, inevitabilmente, bersagli”. In sostanza il nostro Paese sarebbe solo avvertito delle manovre americane in merito alle bombe atomiche presenti nelle nostre basi, senza che in qualche modo ci possa essere una discussione a riguardo.
L’aspetto più inquietante però è che, in caso di una escalation della guerra, l’Italia secondo l’articolo potrebbe essere un obiettivo della Russia considerando il nostro ruolo di “magazzino” delle armi atomiche americane in Europa.
Un motivo in più questo per sperare in una celere soluzione diplomatica del conflitto in Ucraina, visto che in caso di una apocalittica guerra nucleare l’Italia potrebbe ritrovarsi al centro dello scontro bellico.
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