Commissione Ue e Nato in pressing sui Paesi europei: “Raddoppiate le armi all’Ucraina”, quali invia l’Italia?

Giacomo Andreoli

18 Febbraio 2023 - 15:36

Ursula Von Der Leyen, dalla Conferenza di Monaco, chiede ai Paesi europei ed alleati di raddoppiare il sostegno militare all’Ucraina, per fermare l’invasione russa. Sulla stessa linea la Nato.

Commissione Ue e Nato in pressing sui Paesi europei: “Raddoppiate le armi all’Ucraina”, quali invia l’Italia?

La Commissione europea chiede ai Paesi membri Ue e agli alleati della Nato di raddoppiare l’invio di aiuti militari a favore dell’Ucraina contro l’invasione russa. La presidente Ursula Von der Leyen spiega infatti dalla Conferenza di Monaco che bisogna “raddoppiare gli sforzi e continuare con il sostegno massiccio che è necessario, così che i piani imperialistici di Vladimir Putin falliscano completamente”.

Un monito forte, quello della numero uno dell’esecutivo Ue, a tutti, Italia compresa, a pochi giorni dalle frasi molto dure di Silvio Berlusconi sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Von der Leyen si pone così sulla stessa linea della Nato, con il segretario Jens Stoltengberg che spinge a non abbassare la guardia contro Mosca. E tra i Paesi occidentali, oltre agli Stati Uniti, è la Gran Bretagna a schierarsi subito con il fronte dei Paesi più fermi nel contrasto alla Russia.

Secondo il premier britannico Rishi Sunakla risposta della comunità internazionale all’aggressione russa contro l’Ucraina non è stata abbastanza forte”. Per questo chiede “un nuovo trattato da siglare a Vilnius in occasione del prossimo vertice Nato, per proteggere l’Ucraina anche da future aggressioni”.

Armi all’Ucraina, la spinta di Ue e Nato per inviarne il doppio

Secondo Von der Leyen l’Ue non può accettare una guerra imperialista e che il presidente Putin “calpesti il diritto internazionale con i piedi”. Per rispettare la carta internazionale dei diritti e dare il segnale che non è concessa alcuna invasione di alcun territorio sovrano, libero e che non ha attaccato il territorio altrui, la leader della Commissione Ue è quindi convinta che bisogna andare avanti con l’invio di armi per tutto il tempo necessario alla fine del conflitto, anche se questo dovesse durare anni.

Gli fa eco Stoltengberg, secondo cui bisogna aumentare il sostegno all’Ucraina perché “Putin non sta pianificando la pace, ma nuove offensive e non ci sono segnali che lui abbia cambiato le sue ambizioni e cerca contatti con altri regimi autoritari come Iran e Corea del Norea”.

Quindi spinge a fornire all’Ucraina tutto quello di cui ha bisogno per vincere. Ma è proprio su cosa significa vittoria per l’Ucraina che si spaccano i Paesi occidentali, con alcuni che starebbero spingendo Zelensky negli ultimi mesi in qualche modo ad “accontentarsi” di una riconquista di gran parte del territorio, lasciando fuori alcuni territori delle regioni del Lugansk e del Donetsk, oltre che la Crimea, in qualche modo “sottratta” dalla Russia già nel 2014.

Si tratterebbe di un esito che può lasciare spazio a un precedente pericoloso, ma che forse fermerebbe le ostilità, anche se ci sarebbe bisogno di un trattato di pace solido per evitare che la Russia possa procedere a nuove invasioni.

L’Ucraina userà i caccia dei Paesi occidentali contro la Russia?

In ogni caso, spinta da questi toni duri contro Mosca, l’Ucraina continua a chiedere più armi e dopo i carri armati pesanti e di ultima generazione Kiev punta sui caccia. Secondo il ministro degli Esteri Dmitro Kuleba il Paese riceverà sicuramente gli aerei.

È una questione di tempo - ha spiegato - capiamo che serva e sono sicuro che la Gran Bretagna avrà un ruolo in questo”.

Nel frattempo i Paesi del G7 fanno sapere che manterranno le sanzioni economiche e chiederanno conto alla Russia dei crimini di guerra e delle altre atrocità compiute, compresi “gli attacchi alle popolazioni civili e alle infrastrutture e le deportazioni forzate di civili ucraini” a Mosca e dintorni.

Quali armi invierà l’Italia all’Ucraina

Anche l’Italia, con il governo Meloni, ha fatto sapere che continuerà a mandare armi all’Ucraina “finché sarà necessario”. Fino ad ora il nostro Paese non ha inviato dotazioni militari particolarmente decisive per il conflitto, ma la quantità e il tipo di armi è cambiato, spostandosi in parte da quelle difensive a quelle offensive.

Tuttavia mezzi pesanti come i carri armati non sono stati inviati e non saranno inviati, perché non ne abbiamo di ultima generazione. Un discorso simile vale per i caccia: ne abbiamo pochi e difficilmente interesseranno a Kiev.

In ogni caso nella maggioranza, soprattutto tra Lega e Forza Italia, crescono i malumori per un impegno militare ed economico che sembra destinato a durare a lungo. Il sostegno della popolazione verso gli aiuti militari a Kiev è sempre meno, nonostante le ragioni di diritto internazionale che si nascondono dietro alla scelta degli ultimi due governi italiani.

La tentazione di alcuni, quindi, è di dire basta, ma per ora la presidente Meloni non vuol sentir parlare di alcuna deviazione dagli accordi internazionali con Nato, Stati Uniti ed Unione europea.

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