L’Ue vuole introdurre una nuova tassa sul vino e sulle altre bevande alcoliche. Una decisione che rientra nel piano Beating Cancer. Ecco cosa sta succedendo.
È guerra sul vino in Europa. L’Unione Europea ha presentato una nuova proposta per tassare bevande alcoliche, tra cui il vino, per supportare il programma Beating Cancer, volto alla prevenzione del cancro e alla promozione della salute pubblica.
Il piano prevede anche l’introduzione di etichette “allarmistiche” sui prodotti contenenti alcol e una revisione della Direttiva sulle aliquote minime di accisa.
L’iniziativa ha scatenato forti reazioni, specialmente tra i produttori vinicoli, che temono un impatto devastante sul settore. Secondo l’Unione Italiana Vini (Uiv), il nuovo documento di lavoro della Commissione UE contiene “proposte addirittura peggiorative” rispetto a quelle precedentemente bocciate dall’Europarlamento. La preoccupazione maggiore riguarda l’inasprimento della tassazione e l’introduzione di regole più severe che potrebbero compromettere la competitività del settore vinicolo europeo, che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e un pilastro economico da oltre 100 miliardi di euro l’anno.
Tuttavia, Bruxelles difende la proposta sostenendo che l’alcol sia un fattore di rischio per il cancro e che un aumento della tassazione potrebbe contribuire alla riduzione del consumo. Scopriamo quindi di quanto aumenteranno le tasse, se il vino fa veramente male alla salute e cosa ha dichiarato l’Uiv.
Ue e la tassa sul vino: ecco perché e di quanto sarà
L’Unione Europea ha inserito la tassazione sul vino e sugli alcolici nel quadro del piano Beating Cancer, un’iniziativa che mira a ridurre i fattori di rischio associati al cancro, tra cui il consumo di alcol. Secondo la Commissione Europea, l’alcol è responsabile di almeno 1,3 milioni di morti all’anno nell’UE, e la revisione delle accise sulle bevande alcoliche è considerata una misura necessaria per ridurne l’impatto sulla salute pubblica.
Attualmente, la quota minima di accisa per il vino e le bevande fermentate nell’UE è pari a zero, ma la Commissione ha avviato una revisione della Direttiva sulle aliquote dell’imposta sull’alcool per stabilire nuove regole fiscali. Bruxelles sostiene che il mercato dell’alcol sia in continua evoluzione e che sia necessaria una regolamentazione più stringente per uniformare le tasse su tutte le bevande alcoliche.
Uno degli aspetti più controversi del piano riguarda le etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino, che dovrebbero contenere messaggi sui rischi legati al consumo di alcol per la salute. Questa proposta ha già incontrato forti resistenze nel passato, e molti produttori vinicoli temono che possa danneggiare l’immagine del settore e disincentivare i consumatori.
Diversi studi scientifici confermano che un consumo eccessivo di alcol aumenta il rischio di sviluppare tumori, ma c’è ancora dibattito sull’impatto di un consumo moderato di vino. Alcune ricerche suggeriscono che il vino, se assunto in quantità limitate, possa avere anche effetti benefici grazie agli antiossidanti presenti nell’uva. Tuttavia, la Commissione Europea insiste sulla necessità di una regolamentazione più severa per proteggere la salute pubblica.
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Tassa sul vino: è polemica in Europa
La proposta dell’UE ha scatenato una vera e propria “levata di scudi” da parte del settore vinicolo, con l’Unione Italiana Vini in prima linea nel contestare il piano. Secondo l’Uiv, la nuova Commissione Europea avrebbe dovuto concentrarsi su misure volte a rafforzare la competitività delle imprese piuttosto che inasprire la tassazione e creare ulteriori distorsioni nel mercato unico.
L’organizzazione denuncia il fatto che il documento sia stato redatto senza alcuna consultazione pubblica con gli stakeholder del settore. Inoltre, sottolinea come il tema delle etichette allarmistiche fosse già stato respinto in precedenza dal Parlamento Europeo.
La sensazione è che nell’Ue la mano destra non sappia cosa faccia quella sinistra: è il caso degli health warning, riproposto nel documento quando lo stesso Commissario alla Salute Varhelyi, in audizione in Parlamento europeo, aveva detto che non era una priorità per la nuova Commissione. Sarebbe un esordio shock della nuova legislatura per un settore che vale per il Vecchio Continente oltre 100 miliardi di euro e milioni di posti di lavoro.
Queste le parole dell’Uiv, che ha chiesto l’intervento degli europarlamentari italiani per bloccare il provvedimento. L’Italia, in particolare, sarebbe uno dei paesi più colpiti da questa misura, dato che il vino rappresenta un’eccellenza nazionale e un asset strategico per l’economia. Le nuove tasse e le etichette potrebbero compromettere le esportazioni e minare la reputazione del vino italiano sui mercati internazionali. Di fronte alle proteste, la Commissione Europea ha ribadito che i lavori sulla revisione della tassazione degli alcolici sono ancora in corso e che verranno valutati attentamente tutti gli aspetti economici e sanitari.
Tuttavia, il timore tra i produttori resta alto, e il dibattito sulla questione è destinato a proseguire nei prossimi mesi. Resta da vedere se l’opposizione dell’industria vinicola e di alcuni stati membri riuscirà a influenzare il processo decisionale dell’UE o se la tassa sul vino diventerà una realtà con cui il settore dovrà fare i conti.
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