Assegno di inclusione, calcolo “sbagliato”. Ecco quale dovrebbe essere l’importo corretto

Simone Micocci

29 Luglio 2024 - 15:49

Assegno di inclusione, l’importo riconosciuto spesso non è sufficiente per contrastare la condizione di povertà. Ecco quali dovrebbero essere i valori minimi garantiti.

Assegno di inclusione, calcolo “sbagliato”. Ecco quale dovrebbe essere l’importo corretto

L’Assegno di inclusione è una misura che, sulla stregua di quanto fatto dal Reddito di cittadinanza, dovrebbe servire da contrasto alla povertà. Ma ci riesce? Stando agli importi attualmente riconosciuti lo fa raramente, in quanto la soglia di reddito che viene raggiunta grazie al sostegno mensile non è quasi mai sufficiente a far sì che la famiglia esca dallo stato di povertà (o rischio tale).

Secondo i più recenti dati Inps, oggi in media di Assegno di inclusione si prendono 620 euro al mese. Nel migliore dei casi, ma è molto complicato arrivarci, ne spettano 1.430 euro.

A tal proposito è interessante fare un confronto tra le cifre che spettano con l’Assegno di inclusione e le soglie che invece definiscono la povertà assoluta e relativa in Italia, così da capire se quanto viene riconosciuto a titolo di sostegno statale è sufficiente o meno per poter contrastare un tale stato.

La povertà assoluta e relativa in Italia

Quando si parla di povertà bisogna fare una distinzione tra:

  • povertà assoluta (o estrema), nel caso in cui un individuo non disponga delle risorse per acquistare quei beni ritenuti essenziali, come ad esempio alcune spese per la casa, per la salute e il vestiario. Pertanto, la soglia di povertà assoluta non è uguale per tutti, in quanto dipende dal costo della vita di una certa zona, come pure dalla numerosità del nucleo familiare come pure dall’età dei componenti. A tal proposito, ecco una tabella dove per ogni Regione è possibile scaricare le soglie di riferimento per la definizione di povertà assoluta.
Regione Soglie povertà assoluta (2022)
Abruzzo
Abruzzo
Soglie di povertà assoluta 2022
Basilicata
Basilicata
Soglie di povertà assoluta 2022
Provincia autonoma di Bolzano
Provincia autonoma di Bolzano
Soglie di povertà assoluta 2022
Calabria
Calabria
Soglie di povertà assoluta 2022
Campania
Campania
Soglie di povertà assoluta 2022
Emilia-Romagna
Emilia Romagna
Soglie di povertà assoluta 2022
Friuli Venezia Giulia
Friuli Venezia Giulia
Soglie di povertà assoluta 2022
Lazio
Lazio
Soglie di povertà assoluta 2022
Liguria
Liguria
Soglie di povertà assoluta 2022
Lombardia
Lombardia
Soglie di povertà assoluta 2022
Marche
Marche
Soglie di povertà assoluta 2022
Molise
Molise
Soglie di povertà assoluta 2022
Piemonte
Piemonte
Soglie di povertà assoluta 2022
Puglia
Puglia
Soglie di povertà assoluta 2022
Sardegna
Sardegna
Soglie di povertà assoluta 2022
Sicilia
Sicilia
Soglie di povertà assoluta 2022
Toscana
Toscana
Soglie di povertà assoluta 2022
Provincia autonoma di Trento
Provincia autonoma di Trento
Soglie di povertà assoluta 2022
Umbria
Umbria
Soglie di povertà assoluta 2022
Valle d’Aosta
Valle d’Aosta
Soglie di povertà assoluta 2022
Veneto
Veneto
Soglie di povertà assoluta 2022

Ad esempio, per un nucleo familiare residente in un Comune con più di 50.000 abitanti composto da una sola persona di età compresa tra i 60 e i 74 anni la soglia minima per non essere considerati in uno stato di povertà assoluta è pari a 791 euro circa nel Lazio, 901 euro in Lombardia e 618 euro in Campania.

Per una famiglia composta da due componenti tra i 30 e i 59 anni, 1 minore tra gli 11 e i 17 anni e 2 minori tra i 4 e i 10 anni, invece, la soglia è di 1.799 euro nel Lazio, 1.953 euro in Lombardia e 1.575 euro in Campania.

  • diversamente, la povertà relativa è data dalla percentuale di individui che vivono in famiglie con un reddito disponibile equivalente inferiore alla soglia di povertà convenzionale data dal 60% della mediana della distribuzione del reddito familiare. Nel caso dell’Italia, generalmente sono in una condizione di povertà relativa le famiglie con un reddito mensile inferiore a 1.245 euro netti (sempre riferito al 2022).

L’importo dell’Assegno di inclusione presenta diversi problemi

Alla luce delle suddette considerazioni, possiamo dire che l’importo dell’Assegno di inclusione presenta almeno due problemi.

Il primo è che raramente riesce a raggiungere la soglia per far sì che la famiglia esca dallo stato di povertà relativa, in quanto è molto difficile arrivare a 1.245 euro netti.

Ma d’altronde è difficile anche uscire dalla condizione di povertà assoluta. Riprendiamo come esempio quello di una famiglia con 2 componenti maggiorenni tra i 30 e i 59 anni e tre minori, di cui uno di età compresa tra gli 11 e i 17 anni e due tra i 4 e i 10 anni.

Di Assegno di inclusione, considerando uno solo componente maggiorenne nel parametro di scala di equivalenza (dal momento che l’altro generalmente è considerato occupabile salvo il caso in cui non presenti una certa invalidità), spettano 700 euro, con l’aggiunta di 695 euro al mese a titolo di Assegno unico. Si arriva così a 1.395 euro di entrata mensile, ma come visto sopra ne servono di più per non essere nella condizione di povertà assoluta.

Complessivamente si dovrebbe arrivare a 1.799 euro nel Lazio, 1.953 in Lombardia e 1.575 euro in Campania, cifra che neppure con l’aggiunta dei 280 euro per il rimborso riconosciuto a chi vive in affitto vengono raggiunte.

E lo stesso accade per i nuclei meno numerosi. Alla persona sola con più di 60 anni, infatti, spettano a malapena 500 euro al mese, 780 euro a chi vive in affitto. Cifra che volendo sarebbe sufficiente in Campania, come pure nel Lazio, ma non in Lombardia.

Da qui si può intuire anche qual è il secondo problema: il fatto che l’Assegno di inclusione preveda delle regole di calcolo uguali per tutti, non tenendo conto quindi delle differenze sul costo della vita nelle varie zone d’Italia. L’importo percepito da una famiglia del Nord, infatti, non soddisfa gli stessi bisogni dello stesso importo riconosciuto nel Sud Italia.

Una differenziazione su base territoriale sarebbe quindi necessaria, come appunto già viene fatto per l’individuazione della soglia di povertà assoluta. Non sarebbe sicuramente semplice, ma perlomeno aiuterebbe l’Assegno di inclusione a essere maggiormente equo, riconoscendo di più a quelle famiglie che risiedono nelle zone con il costo della vita più elevato.

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