Assegno di inclusione, perché la domanda è sospesa e come risolvere subito

Simone Micocci

9 Febbraio 2024 - 12:52

Assegno di inclusione, molte domande risultato sospese per ulteriori controlli o per mancanza di informazioni che l’Inps al momento non riesce a reperire.

Assegno di inclusione, perché la domanda è sospesa e come risolvere subito

Sono giorni di attesa per la comunicazione dell’esito dell’Assegno di inclusione per coloro che, avendo presentato la domanda tra l’8 e il 31 gennaio 2024, dovrebbero percepire la prima mensilità già dal 15 di questo mese.

Tuttavia, in queste ore molti lettori ci stanno segnalando che lo stato della domanda è passato da “acquisita” a “sospeso”, generando ansia e confusione tra chi spera nella consegna della Carta Adi già la prossima settimana.

A tal proposito è lecito chiedersi perché la richiesta dell’Assegno di inclusione risulta sospesa, così anche da capire se è possibile risolvere in qualche modo scongiurando un esito negativo.

Perché l’Assegno di inclusione risulta sospeso?

Dall’area personale MyInps dove è indicato lo stato “sospeso” dell’Assegno di inclusione solitamente è possibile risalire anche alla motivazione.

In ogni caso, dopo aver fatto delle verifiche abbiamo accertato che le ragioni per cui la domanda di Assegno di inclusione risulta sospesa sono perlopiù due. Da una parte l’Inps sta effettuando controlli sul nucleo familiare accertandosi che effettivamente quanto indicato nell’Isee risponda alla realtà, mentre dall’altra la ragione potrebbe essere più strutturale: al momento, infatti, l’Inps non dispone dei dati necessari per valutare se nel nucleo familiare ci sono componenti in condizione di svantaggio inseriti nei programmi di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali.

Domanda Assegno di inclusione sospesa per ulteriori controlli sul nucleo familiare

Come abbiamo già avuto modo di spiegare, molti di coloro che hanno richiesto l’Isee potrebbero aver commesso un errore non tenendo in considerazione che da quest’anno i figli maggiorenni che non convivono con i genitori fanno parte di un diverso nucleo familiare solo quando:

  • sono sposati o hanno figli;
  • non sono a carico dei genitori (quindi guadagnano almeno 4.000 euro l’anno se di età inferiore ai 24 anni, 2.840,51 euro l’anno per chi ne ha di più).

Nel 2023, invece, non era così: anche laddove non soddisfassero almeno una tra le suddette condizioni, i figli con più di 26 anni potevano comunque fare l’Isee da soli.

Una novità che ha indotto in errore molte famiglie, tant’è che l’Inps ha subito notato una discordanza tra il nucleo familiare indicato nell’Isee e i dati raccolti nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr).

Se quindi nello stato della domanda è indicato che la richiesta risulta sospesa perché è stata “riscontrata discordanza tra il nucleo Isee dichiarato nella Dsu di riferimento e il nucleo Anprc’è poco da fare: bisognerà attendere e sperare che il controllo aggiuntivo non rilevi errori, altrimenti la richiesta verrà respinta.

Sarà quindi necessario richiedere un nuovo Isee, evitando di incorrere nuovamente in errore, e inviare un’altra domanda di Assegno di inclusione.

Domanda di Assegno di inclusione sospesa per impossibilità di comunicare con i servizi sociali

In alcuni casi, invece, la domanda di Assegno di inclusione potrebbe risultare sospesa in quanto nel nucleo familiare non sono stati rilevati componenti che danno diritto al beneficio, ossia almeno una persona:

  • con disabilità;
  • minorenne;
  • con più di 60 anni
  • in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.

In particolare è quest’ultima situazione ad aver riscontrato la maggior parte dei problemi, visto che molti Comuni non sono riusciti a indicare sulla piattaforma Gepi (utilizzata per l’invio delle comunicazioni con l’Inps) chi è stato preso in carico e per questo motivo ha diritto all’Assegno di inclusione.

Ecco perché la domanda è sospesa, solitamente con l’indicazione che “il parametro di scala di equivalenza è pari a zero” oppure con “l’assenza dei beneficiari nel nucleo”. Anche qui, però, c’è poco da fare se non contattare i servizi sociali del Comune di residenza e chiedere chiarimenti sullo stato della propria situazione.

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