Assegno di inclusione, si possono comprare vestiti? Ecco i capi di abbigliamento vietati

Simone Micocci

9 Marzo 2024 - 07:31

L’Assegno di inclusione può essere speso anche in vestiti: tuttavia, anche per i capi di abbigliamento ci sono delle limitazioni.

Assegno di inclusione, si possono comprare vestiti? Ecco i capi di abbigliamento vietati

Come definito dal decreto del ministero del Lavoro del 27 dicembre 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 marzo scorso, l’Assegno di inclusione può essere utilizzato anche per acquistare vestiti, calzature e altri capi di abbigliamento.

Per larghi tratti le regole di spesa dell’Assegno di inclusione, infatti, richiamano quelle già previste per il Reddito di cittadinanza, con il legislatore che ha individuato un elenco vietato di beni permettendo di acquistare tutto ciò che non ne fa parte.

Tuttavia, proprio per questo motivo ci sono alcuni capi di abbigliamento che si possono acquistare con la cosiddetta Carta Adi e altri no. E non bisogna dimenticare che anche se non ci sono divieti per la maggior parte di vestiti, accessori e calzature, esistono delle limitazioni per quanto riguarda la carta acquisti stessa che potrebbero comportare la preclusione all’utilizzo.

Se quindi vi state chiedendo se è possibile fare shopping con l’Assegno di inclusione la risposta è sì, purché entro certi limiti.

Reddito di cittadinanza e abbigliamento: ci sono limiti?

È possibile acquistare capi di abbigliamento con l’Assegno di inclusione indipendentemente dal prezzo. Ad esempio, nonostante vada contro la ratio della misura, è possibile utilizzare il sostegno mensile anche per capi firmati e costosi.

Non bisogna credere, infatti, alla credenza popolare secondo cui l’Assegno di inclusione debba essere utilizzato solamente per l’acquisto di beni di prima necessità. Un conto è ciò che dovrebbe essere, un altro quanto stabilito dal legislatore, il quale non ha indicato una soglia di prezzo per ciò che si può acquistare.

Ciò tuttavia non significa che si possa acquistare ogni tipo di abbigliamento: analizzando quanto stabilito dalla normativa, infatti, possiamo ribadire che non ci sono limiti - né di marca né di prezzo - per calzature, abiti, cappotti, pantaloni, giacche, camice, così come per gli accessori come cappelli, sciarpe e altro.

Tuttavia, nell’elenco degli acquisti vietati figurano tutti i capi di pellicceria: chi dunque volesse togliersi uno sfizio comprando una pelliccia, deve sapere che non può assolutamente farlo.

Per quanto riguarda gli accessori, invece, risultano vietati dal legislatore tutti gli articoli di gioielleria. Niente collane e bracciali d’oro, mentre è possibile acquistare accessori di bigiotteria, in quanto in questo caso non ci sono limitazioni.

Assegno di inclusione: sì all’acquisto di abbigliamento, ma…

C’è un però: oltre a prevedere un elenco di articoli vietati - tra i quali come visto sopra figurano tanto gli articoli di pellicceria tanto quelli di gioielleria - la normativa individua anche delle modalità di utilizzo della carta.

Ad esempio, al fine di evitare che i soldi accreditati mensilmente (che a differenza del Rdc possono anche essere accumulati) possano andare ai colossi dell’e-commerce, è stato deciso che la carta non può essere utilizzata per gli acquisti online.

Altra regola di cui è importante essere a conoscenza è quella per cui l’Assegno di inclusione può essere speso solamente in Italia. Se quindi siete all’estero e desiderate acquistare un capo di abbigliamento, o qualsiasi altro bene o servizio, sappiate che non potrete mai utilizzare la carta Adi.

Concludiamo ricordando che, eccetto la somma che si può prelevare ogni mese e il bonifico per il pagamento del canone di affitto o delle bollette, l’Assegno unico può essere utilizzato esclusivamente per pagamenti a mezzo Pos presso gli esercizi commerciali in Italia convenzionati con il circuito Mastercard.

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