Silvio Berlusconi promette un aumento fino a 1.000 euro per l’assegno sociale: ecco come potrebbe funzionare la sua proposta e cosa cambia rispetto a oggi.
Non solo pensioni: anche l’assegno sociale, secondo il programma elettorale di Forza Italia, verrà aumentato fino a 1.000 euro (rispetto ai 468,10 euro attuali). Lo ha confermato Silvio Berlusconi con un post pubblicato sul suo profilo Facebook, spiegando che l’aumento annunciato nei giorni scorsi non riguarderà solamente le pensioni ma anche coloro che non hanno mai potuto versare i contributi, “come le nostre mamme e le nostre nonne”.
Un chiaro riferimento all’assegno sociale, strumento che spetta a coloro che al raggiungimento dell’età pensionabile non sono riusciti a versare sufficienti contributi per andare in pensione.
Parole che sembrano svelare il come Forza Italia intende attuare l’ambizioso piano di aumento delle pensioni a 1.000 euro, riprendendo quanto già fatto nel 2001 con l’introduzione della maggiorazione sociale conosciuta come incremento al milione.
Una misura in vigore ancora oggi e che coinvolge non solo i pensionati, ma anche i titolari di assegno sociale e degli assegni per invalidità civile. Silvio Berlusconi, alleati permettendo, sembra quindi intenzionato a ripetere quanto già fatto oltre 20 anni fa.
Incremento al milione per l’assegno sociale: come funziona oggi
Oggi l’assegno sociale può godere di una maggiorazione sociale che ne aumenta l’importo fino a 660,79 euro. Il merito è dell’incremento al milione introdotto dalla legge di Bilancio 2002 dall’allora governo Berlusconi.
Uno strumento che tutela le fasce svantaggiate della popolazione: per godere dell’incremento al milione, infatti, bisogna soddisfare diversi requisiti, sia lato reddito che per età anagrafica.
Per ottenere la maggiorazione è necessario avere di regola un’età anagrafica di almeno 70 anni. Per quanto riguarda i limiti di reddito, invece, per ottenere la maggiorazione bisogna avere un reddito inferiore a:
- 8.590,27 euro per il reddito personale;
- 14.675,70 euro per il reddito coniugato (in caso di beneficiari sposati).
A tal proposito, bisogna considerare i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti da Irpef, con l’esclusione del reddito della casa di abitazione di cui si risulta titolari, o anche delle pensioni di guerra, dell’indennità di accompagnamento, dell’importo aggiuntivo (il cosiddetto bonus tredicesima) e dei trattamenti di famiglia percepiti.
Un approfondimento lo merita il calcolo dell’incremento al milione. Come prima cosa è bene sottolineare che l’articolo 39, comma 4, della legge n. 289/2002 stabilisce che la maggiorazione non può superare la differenza che c’è tra 660,79 euro e l’importo dell’assegno sociale, 468,10 euro nel 2022. Ne risulta che l’incremento al milione per chi prende l’assegno sociale non può superare i 192,68 euro.
Inoltre, l’importo dell’aumento deve essere determinato in misura tale da non comportare il superamento dei limiti di reddito previsti dalla concessione del beneficio. Per questo motivo, se i redditi percepiti sono tali che, se applicato per intero l’aumento dovuto ne consegue il superamento dei limiti di reddito previsti per avere diritto all’incremento stesso, allora l’importo della maggiorazione sociale sarà determinato dalla differenza che c’è tra l’ammontare del limite di reddito e il reddito effettivamente percepito, il tutto da dividere per 13 mensilità.
Ne consegue, dunque, che solo coloro che non possiedono altri redditi oltre all’assegno sociale potranno godere di un incremento pieno di 192,68 euro al mese, sufficiente per far aumentare l’importo della suddetta prestazione fino a 660,79 euro.
Come Silvio Berlusconi intende aumentare l’assegno sociale
Al momento abbiamo davvero poche informazioni per rispondere a questa domanda. Tuttavia, gli elementi a nostra disposizione sembrano confermare il piano di potenziamento dello strumento conosciuto come incremento al milione, il quale potrebbe trasformarsi in una sorta d’“incremento al migliaio”.
Semplicemente, dunque, si potrebbe aumentare la soglia dei 660,79 euro attuali fino a 1.000 euro. In tal caso non sarebbero tutti i titolari di assegno sociale a beneficiare dell’incremento, ma solamente coloro che rientrano in determinate soglie di reddito. E anche il requisito anagrafico di 70 anni, che per i titolari di pensione si riduce di un anno per ogni cinque anni di contributi, potrebbe essere mantenuto, così da ridurre i costi della misura.
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