Assegno unico figli a carico, rinnovo automatico per chi ha già fatto domanda nel 2022. Ma l’Isee va aggiornato ed eventuali variazioni comunicate.
Non tutte le famiglie dovranno presentare la domanda di assegno unico universale per godere del beneficio anche nel 2023. L’assegno unico, infatti, verrà corrisposto in automatico anche nel 2023 a tutti coloro che ne hanno beneficiato nel 2022.
C’è quindi una notevole differenza rispetto agli assegni al nucleo familiare, conosciuti ai più come assegni familiari, per i quali ogni anno bisognava ripresentare la domanda (il periodo di fruizione andava infatti dal 1° luglio al 30 giugno dell’anno successivo).
A confermare che il rinnovo dell’assegno unico nel 2023 sarà automatico è l’Inps con la circolare n. 132 del 2022. Si tratta di una novità molto importante, perché originariamente la normativa stabiliva che la domanda di assegno unico dovesse essere presentata ogni anno (come per gli assegni familiari appunto) entro la fine di febbraio (visto che il periodo di fruizione va dal 1° marzo al 28 febbraio di ogni anno).
Tuttavia, questo non significa che non andranno comunicate eventuali variazioni, come pure che non vada rinnovato l’Isee. Questi passaggi, infatti, sono assolutamente necessari se si vuole continuare a godere regolarmente dell’assegno unico.
Alla luce delle ultime novità comunicate dall’Inps, quindi, vediamo cosa cambia nel 2023 in merito alla domanda di assegno unico universale per figli a carico, nonché su quali sono le variazioni che bisognerà comunicare all’Istituto.
Chi non deve presentare domanda di assegno unico nel 2023
Come anticipato, l’assegno unico 2022 ha scadenza il 28 febbraio prossimo. Ciò significa che fino a quella data non ci saranno variazioni nell’importo, il quale continuerà a essere calcolato sulla base dell’Isee 2022.
Il 1° marzo 2023 avrà inizio invece un nuovo periodo di percezione della misura, tant’è che ci sarà anche un ricalcolo degli importi. Nel dettaglio, nel valutare a quanto ammonterà l’assegno unico universale nel 2023 si terrà conto:
- del nuovo Isee;
- della nuova tabella, aggiornata con i nuovi importi e limiti Isee adeguati al costo della vita;
- nuove maggiorazioni introdotte dalla legge di Bilancio 2023.
Novità che, a parità di Isee, assicureranno un’entrata più elevata, specialmente per i figli fino a 1 anno di età (o fino a 3 anni in caso di figli successivi al secondo).
A tal proposito, inizialmente la normativa stabiliva che prima di ogni periodo di percezione bisognasse presentare una nuova domanda di assegno unico. Entro il 28 febbraio 2023 quindi, così da poterlo ricevere regolarmente a marzo, o comunque entro il 30 giugno 2023 per godere degli arretrati.
Come spiegato dall’Inps con la circolare 132/2022, tale disposizione viene rivista poiché il rinnovo dell’assegno unico diventa automatico. Grazie alle risorse stanziate con il Pnrr, infatti, l’Inps è riuscito a mettere su un sistema che riconosce il pagamento automatico dell’assegno unico di marzo 2023 a patto che negli archivi dell’Istituto risulti al 28 febbraio 2023 una domanda accolta e in corso di validità.
Quindi, per tutti coloro che hanno inviato regolare domanda di assegno unico nel 2022 è previsto il rinnovo automatico, senza necessità di presentare una nuova domanda, alla scadenza di ogni periodo.
Entro quando rinnovare l’Isee?
Ma attenzione: questo non significa che non bisognerà rinnovare l’Isee. Come visto sopra, infatti, ogni mese di marzo l’assegno unico viene ricalcolato tenendo conto dell’Isee in corso di validità. Quindi, per il pagamento di marzo 2023 bisognerà aver già richiesto l’Isee 2023.
Nel dettaglio, le scadenze per l’Isee sono le seguenti:
- l’Isee 2023 deve essere acquisito dall’Inps entro il 28 febbraio 2023 affinché l’Inps possa procedere con il ricalcolo dell’importo già per il mese di marzo;
- se l’Isee 2023 viene acquisito dall’Inps dopo il 28 febbraio, ma entro il 30 giugno 2023, allora il ricalcolo verrà comunque effettuato a partire da marzo 2023, con il riconoscimento degli arretrati per le mensilità pregresse;
- se l’Isee 2023 viene acquisito dopo il 30 giugno 2023, il ricalcolo ci sarà comunque, ma solo per le mensilità successive.
Per tutto il periodo in cui l’Isee non è aggiornato, quindi, si avrà diritto all’importo minimo dell’assegno unico, ossia 50 euro al mese per i figli minorenni, 25 euro per i maggiorenni.
Quali variazioni bisogna comunicare all’Inps
Come spiegato dall’Inps, compete comunque al richiedente dell’assegno unico comunicare eventuali variazioni che incidono sul calcolo dell’importo. Ed è bene sottolineare che, laddove previsto, senza comunicazione non ci sarà alcun aumento dell’importo, neppure qualora l’Inps dovesse accertare la variazione de un controllo delle banche dati.
Nel dettaglio, le variazioni riguardano i casi di:
- nascita di un nuovo figlio;
- cambiamento relativo allo stato di disabilità del figlio (ad esempio per aggravamento);
- variazione dello status di studente per figli di età compresa tra i 18 e i 21 anni;
- separazione dei coniugi;
- nuova ripartizione dell’assegno tra i genitori;
- variazione delle modalità di pagamento.
Quindi, il beneficiario dovrà intervenire sulla domanda precompilata, modificandola nelle parti interessate, solamente qualora risulti necessario segnalare eventuali variazioni.
Chi deve presentare domanda di assegno unico nel 2023
Alla luce delle ultime novità, ne risulta che a dover presentare domanda di assegno unico nel 2023 sono solamente coloro che non l’hanno già inviata nel 2022.
D’ora in avanti, quindi, la richiesta sarà necessaria solo per l’avvio del primo periodo di erogazione, dopodiché ogni rinnovo sarà automatico.
A tal proposito, ricordiamo che:
- la domanda presentata entro il 28 febbraio 2023 dà diritto al pagamento dell’assegno unico già a marzo 2023;
- la domanda presentata entro il 30 giugno 2023 farà decorrere il pagamento dell’assegno unico da luglio 2023, ma contestualmente verranno erogate anche le mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno;
- la domanda presentata dal 1° luglio farà decorrere l’assegno unico dal mese successivo a quello in cui ne viene effettuata la richiesta, senza diritto agli arretrati.
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