Assegno unico e Isee, cosa (non) cambia con la Manovra 2025

Simone Micocci

17 Ottobre 2024 - 14:08

Davvero l’Assegno unico non sarà più nell’Isee? Sì, ma non varrà per tutto, tanto che alcune famiglie neppure se ne renderanno conto.

Assegno unico e Isee, cosa (non) cambia con la Manovra 2025

Nella legge di Bilancio 2025 non ci sono grandi novità per l’Assegno unico universale, il che non è detto rappresenti necessariamente una cattiva notizia se consideriamo che per un certo periodo si era parlato anche di una sua possibile cancellazione.

Tuttavia, nonostante l’introduzione di un bonus Bebé di 1.000 euro (che nei fatti dovrebbe essere riconosciuto su un’apposita Carta prepagata), il governo ha mantenuto l’Assegno unico senza toglierlo neppure a coloro che non presentano l’Isee (o almeno così sembra, ma la certezza la avremo solamente quando verrà pubblicato il testo della manovra).

Va detto però che al tempo stesso non ci sono neppure novità positive particolarmente rilevanti, in quanto va fatta chiarezza sulla portata di una delle modifiche tanto proclamate dal governo: l’esclusione dell’Assegno unico dal calcolo dell’Isee.

L’importanza dell’Isee per l’Assegno unico

L’Assegno unico, così come tante altre misure di sostegno al reddito, viene riconosciuto in base alla condizione economica della famiglia, valutata attraverso l’Isee. Qui si prendono redditi e patrimoni - generalmente sono quelli che riferiscono a due anni prima la Dsu, salvo il caso dell’Isee corrente - e in base al numero dei componenti del nucleo familiare (come pure al loro status, ad esempio se minorenni o disabili) viene assegnato un indicatore che descrive la condizione economica della famiglia. E sulla base di questo si valuta l’accesso a bonus e prestazioni agevolate.

Il problema è che anche l’Assegno unico universale, per quanto sia esente dal pagamento dell’imposta, rientra tra i redditi rilevanti ai fini Isee. Quanto percepito di Assegno di inclusione nel 2022, quindi, incide sull’Isee 2024, comportando quindi un aumento del valore dell’attestazione.

Se l’Isee aumenta anche quanto percepito a titolo di Assegno unico rischia di abbassarsi, il che può rappresentare un vero e proprio paradosso. Ecco perché da tempo si chiede al governo Meloni di “escludere l’Assegno unico dal calcolo dell’Isee”, impegno che tra l’altro già si era preso il precedente Esecutivo Draghi.

A tal proposito, lo scorso anno la viceministra al Lavoro, Maria Teresa Bellucci, promise che le somme percepite nel 2022 a titolo di Assegno unico non sarebbero state comprese nell’Isee 2024, ma poi alla fine non è stato così.

Una soluzione era quindi stata rimandata alla legge di Bilancio 2025, dove tuttavia sembra sia arrivata ma solo in misura parziale.

La legge di Bilancio 2025 ha escluso l’Assegno unico dal calcolo dell’Isee 2025?

Fermo restando che fino a quando il testo della Manovra non verrà svelato non potremo rispondere con esattezza a cosa c’è al suo interno - anche perché sono possibili modifiche da parte del governo fino a quando non lo presenterà alle Camere - per il momento sembra che l’esclusione dell’Assegno unico dall’Isee è prevista ma non varrà per tutto.

Stando a quanto riporta Il Sole 24 Ore, infatti, questa esclusione dovrebbe valere solamente per l’accesso al bonus Nido, altra misura dove l’Isee è fondamentale dal momento che determina l’importo massimo che si può ottenere come rimborso per le spese sostenute per la frequenza agli asili nido per i figli di età fino a 3 anni. Nel dettaglio.

  • Isee fino a 25 mila euro, spettano fino a 3 mila euro l’anno (272,73 euro mensili per 11 mesi);
  • Isee compreso tra 25.001 e 40.000 euro, spettano fino a 2.500 euro l’anno (227,27 euro mensili per 11 mesi)
  • Isee superiore a 40.001 euro, spettano fino a 1.500 euro l’anno (136,37 euro mensili per 11 mesi).

Avere un Isee basso è quindi importante visto che ne possono risultare dai 500 ai 1.500 euro in più l’anno di bonus Nido. Ma va detto comunque che difficilmente togliere l’Assegno unico dall’Isee sposta così tanto l’asticella a tal punto da far passare la famiglia a una fascia più bassa. Questa novità può avvantaggiare chi per poco non rientra entro il limite di reddito entro cui beneficiare di un rimborso più basso - pensiamo ad esempio a chi ha un Isee di 27.000 o 41.000 euro - ma è molto difficile che ad esempio chi ha un Isee di 35.000 riesca a scendere sotto i 25.000 semplicemente con il mancato conteggio dell’Assegno unico.

Ecco perché laddove lo scorporo dell’Assegno unico universale dall’Isee dovesse valere effettivamente solo per il bonus Nido si tratterebbe di una vittoria parziale per le famiglie. Sarebbe diverso invece se l’Isee fosse più basso a prescindere, in quanto se ne potrebbe beneficiare su molte altre misure. Specialmente sull’Assegno unico, dove invece anche 100 euro in meno di Isee possono fare la differenza.

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