Se un conducente fa un incidente alla guida di un’auto non di sua proprietà, cosa dice la legge? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
A molte persone sarà capitato di guidare un’auto non di proprietà personale, ma magari di un familiare o di un amico. Certo, solitamente il conducente è anche il proprietario del mezzo; però, non sono rari i casi in cui una vettura viene messa a disposizione di una persona differente dal proprietario, senza badare troppo alle coperture dell’assicurazione auto. In questa eventualità, chi paga i danni in caso di sinistro?
Cosa dice la legge italiana in fatto di RC auto e mezzi prestati
La legge italiana non vieta di guidare l’auto intestata ad un’altra persona, con riferimento all’art. 94, comma 4-bis, del Codice della Strada. In linea di massima, quindi, mettersi alla guida di un veicolo di cui non si è proprietari non comporta una sanzione amministrativa. Se non si è familiari e conviventi, però, esiste un limite temporale: l’auto non si può guidare per più di 30 giorni consecutivi, a meno che non si vadano a modificare i documenti di circolazione presso la Motorizzazione Civile.
Se le forze dell’ordine accertano che il mezzo è stato guidato per più di 30 giorni consecutivi da una persona non convivente senza l’annotazione nella carta di circolazione dell’auto, allora può scattare una multa da 720 a più di 3.500 euro, insieme al ritiro della carta di circolazione.
In caso di incidente, basta la normale polizza RC Auto?
L’unica assicurazione obbligatoria è la Responsabilità Civile Autoveicoli, anche nota come RCA o RC auto, che copre i danni causati involontariamente a un altro veicolo e a terzi, inclusi i passeggeri. In caso di sinistro con colpa, quindi, i danni agli altri vengono pagati. Se il responsabile dell’incidente è il conducente dell’auto prestata, in base all’art. 2054 del Codice Civile la responsabilità ricade sia sul conducente che sul proprietario del mezzo.
Se si vuole tutelare dagli infortuni chi guida l’auto in caso di sinistro con colpa, invece, è necessario sottoscrivere la garanzia accessoria “assicurazione al conducente”, con cui anche il guidatore che ha causato l’incidente ha diritto, in presenza di danni fisici, a un risarcimento economico. L’assicurazione al conducente è sempre importante, ma lo diventa ancor di più quando l’auto viene prestata. Se i danni provocati a terzi, grazie alla polizza RC auto, saranno comunque pagati, per il guidatore del mezzo che ha causato il sinistro non è previsto alcun rimborso.
L’aggiunta di tutele accessorie comporta ovviamente dei costi aggiuntivi che vanno tenuti a mente in fase di scelta di una nuova compagnia con cui assicurarsi. Portali come Assicurazione.it semplificano molto questa operazione, poiché permettono di confrontare diversi preventivi per l’assicurazione dell’auto selezionando, già in partenza, tutte le garanzie che si vogliono includere nella propria polizza, per valutare i prezzi di molteplici compagnie a parità di tutele.
Attenzione alle assicurazioni RC auto con guida esclusiva ed esperta
Negli ultimi anni, per consentire un maggiore risparmio, molte compagnie assicurative hanno introdotto la guida esclusiva, una formula che consente di dichiarare l’identità del guidatore al momento della sottoscrizione del contratto. Se l’auto assicurata con una RC auto con guida esclusiva viene prestata, la compagnia liquida i terzi coinvolti in un incidente, ma può utilizzare il diritto di rivalsa sul proprio cliente. In pratica, può pretendere il rimborso degli importi liquidati. Ciò vale anche per chi sottoscrive polizze con la formula guida esperta, riservate a chi ha la patente da diversi anni, e poi presta la vettura ad un neopatentato o comunque ad un guidatore con poca esperienza. La formula più adatta, se si pensa di prestare l’auto a parenti e amici, è quella chiamata guida libera.
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