L’Ucraina continua ad attaccare gli impianti di raffinazione di petrolio in Russia: il prezzo del greggio può aumentare? I timori di Biden e i rischi per l’inflazione mondiale.
L’Ucraina continua con la sua strategia contro la Russia che prende di mira le raffinerie di petrolio. Già qualche settimana fa su Money.it avevamo raccontato queste nuova fase del conflitto nel quale le infrastrutture energetiche dei due Paesi diventano bersagli privilegiati.
Nella giornata di sabato 27 aprile, Kiev ha attaccato con droni le raffinerie di petrolio di Ilsky e Slavyansk nella regione russa di Krasnodar, provocando incendi nelle strutture, secondo fonti estere.
D’altra parte tra gli ultimi obiettivi colpiti dalle truppe del Cremlino sono stati inclusi impianti energetici nelle regioni di Lviv e Ivano-Frankivsk a ovest, e nella regione di Dnipropetrovsk nell’Ucraina centrale, secondo le affermazioni dell’operatore della rete nazionale Ukrenergo.
Naftogaz, gestita dallo Stato, ha intanto dichiarato che le infrastrutture del gas sono state attaccate ma che il servizio ai clienti e ai consumatori ucraini non è stato interrotto. Nella già complessa cornice della guerra ucraina, questa svolta che mira a colpire impianti strategici, quali quelli di petrolio e gas, rischia di diventare più pericolosa delle attese. Non a caso, Biden ha lanciato un messaggio di disappunto all’alleata ucraina.
Petrolio sotto attacco, cosa succede nella guerra Russia-Ucraina?
Con l’invasione della Russia giunta al suo terzo anno, l’Ucraina ha intensificato i suoi attacchi contro gli impianti petroliferi ed energetici russi utilizzando droni a lungo raggio.
I funzionari di Kiev hanno affermato di considerare le raffinerie di petrolio obiettivi legittimi, nonostante gli appelli degli alleati stranieri a fermare questa strategia, per evitare ritorsioni russe e aumenti dei prezzi globali del petrolio.
Nel dettaglio, stando agli ultimi aggiornamenti dalla cronaca di guerra, le autorità locali russe hanno affermato che la raffineria di petrolio nella regione di Krasnodar ha sospeso le sue operazioni dopo l’attacco dei droni.
Roman Siniagovskyi, capo del distretto amministrativo russo di Slavjansk, ha dichiarato sull’app di messaggistica Telegram che ci sono stati nove attacchi al deposito di serbatoi e alla colonna di distillazione, un elemento chiave dell’attrezzatura nel processo di raffinazione.
Finora, l’Ucraina ha attaccato solo gli impianti di lavorazione del petrolio all’interno della Russia, evitando i porti di esportazione del greggio e dei prodotti grezzi. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, l’obiettivo finale degli attacchi dei droni ucraini è ridurre le entrate petrolifere di Mosca che finanziano la guerra. Ciò significa che i porti di esportazione del greggio russo prima o poi verranno presi di mira. “E siamo sicuri al 100% che l’amministrazione Biden sia terrorizzata da questo in vista delle elezioni”, ha sottolineato Markus Korhonen della società di consulenza sul rischio geopolitico S-RM.
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I rischi mondiali dell’attacco al greggio russo
Il Financial Times, citando funzionari statunitensi anonimi, ha recentemente affermato che i droni a lungo raggio hanno colpito almeno 20 impianti energetici in Russia quest’anno.
Gli attacchi dei droni di Kiev al complesso energetico russo hanno spaventato l’amministrazione Biden, poiché i prezzi del Brent sono saliti al livello di 90 dollari al barile a causa dei premi di rischio di guerra più elevati. I maggiori costi energetici alimentano l’inflazione, mentre aumentano le preoccupazioni sulla stagflazione negli Stati Uniti. Inoltre, i prezzi alla pompa di benzina negli Stati Uniti si stanno avvicinando al livello politicamente sensibile di 4 dollari.
Gli Stati Uniti, quindi, hanno avvertito l’Ucraina che gli attacchi alle raffinerie di petrolio russe stanno avendo un impatto sui mercati energetici globali e hanno esortato Kiev a concentrarsi su obiettivi militari.
“Se l’Ucraina iniziasse a prendere di mira anche gli impianti di petrolio greggio, ciò potrebbe minacciare la produzione e le esportazioni complessive della Russia e, cosa ancora più significativa, i prezzi globali del petrolio aumenterebbero, facendo aumentare l’inflazione e le pressioni sul costo della vita negli Stati Uniti e altrove”, ha affermato Korhonen, aggiungendo: “Aumenterebbe anche le prospettive di ritorsioni della Russia, ad esempio, prendendo di mira le infrastrutture energetiche su cui fa affidamento l’Occidente.”
Nel contesto di due guerre, gli effetti incrociati sul petrolio possono essere davvero pericolosi.
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