La settimana che verrà sarà ricca di decisioni di politica monetaria, con 4 banche centrali sotto i riflettori. Cosa sta per accadere nei mercati globali e quali novità sui tassi di interesse?
Dopo la riunione della Bce, i riflettori sono puntati su altre 4 banche centrali che la prossima settimana si incontreranno per prendere le loro decisioni sui tassi di interesse.
La Federal Reserve spicca su tutte le altre, considerando che gli Usa sono la principale potenza economica mondiale, con il dollaro e Wall Street in grado di influenzare l’andamento finanziario globale. Un taglio dei tassi è dato per certo, ma la sua entità è ancora incerta: 25 o 50 punti base? Sciogliere il dubbio sarà cruciale per i mercati, con alcuni analisti già in allerta in caso di un allentamento troppo aggressivo (che potrebbe lanciare il messaggio di una recessione in arrivo negli Usa).
Gli investitori, però, stanno monitorando anche altre banche centrali. La lotta all’inflazione, le incertezze sulla crescita e i timori di un ripresa economica troppo lenta sono infatti preoccupazioni e sfide che accomunano molte economie mondiali. Ecco perché anche le decisioni di Giappone, Brasile e Regno Unito saranno passate al setaccio dai mercati. Le 4 banche centrali possono scuotere Borse e asset finanziari la prossima settimana.
1. Fed
La Fed è destinata a concludere mercoledì 17 settembre la riunione di due giorni con il primo taglio dei tassi di questo ciclo. Le domande cruciali adesso sono due: di quanto occorrerà tagliare i tassi e con quale tempistica.
Il recente dibattito si è incentrato sulla possibilità che la banca centrale Usa optasse per un taglio di 25 punti base (bps) o 50 bps a settembre. Le probabilità sono pendenti a favore di una mossa più piccola dopo che i dati hanno mostrato che i prezzi al consumo sono leggermente aumentati ad agosto, ma l’inflazione di fondo è stata un po’ più rigida.
La conferenza stampa di Jerome Powell sarà quindi esaminata attentamente per individuare indizi sul potenziale ritmo dei tagli dei tassi. I dati sull’occupazione di agosto sono stati più deboli del previsto per il secondo mese consecutivo, sollevando qualche preoccupazione che la Fed possa essere in ritardo con l’allentamento.
Gli operatori continuano a stimare tagli per oltre 100 punti base entro la fine dell’anno, creando una potenziale discrepanza tra i mercati e le proiezioni dot-plot della Fed.
2. Bank of Japan
L’unica via per i tassi giapponesi è salire, scrivono gli analisti di Reuters, riprendendo i suggerimenti dei decisori politici della Banca del Giappone, anche se farlo questo mese sarebbe una grande sorpresa.
Non si prevede che la BoJ modifichi i tassi nella riunione di politica monetaria, che si concluderà venerdì 20 settembre, concentrandosi sul percorso di restringimento futuro dopo i due rialzi già effettuati quest’anno.
Andando controcorrente rispetto all’allentamento monetario globale, i funzionari della banca centrale giapponese hanno espresso la loro determinazione ad aumentare ulteriormente i tassi, a patto che i mercati si comportino bene e le condizioni economiche rimangano favorevoli.
Ciò ha favorito lo yen, che è salito di oltre il 10% rispetto al minimo di 38 anni di luglio, sebbene gli investitori restino nervosi circa un’ulteriore riduzione delle operazioni di carry trade finanziate dallo yen, che potrebbe innescare una nuova volatilità.
3. Bank of England
Si prevede che la Banca d’Inghilterra manterrà i tassi invariati nell’incontro di giovedì prossimo. Secondo gli analisti, la BoE allenterà la sua politica monetaria altre due volte entro la fine dell’anno.
È difficile per chiunque, compresi forse gli stessi banchieri centrali più importanti del mondo, avere molta fiducia in tali previsioni. Qualsiasi sorpresa dalla Fed potrebbe potenzialmente capovolgere le prospettive di politica monetaria globale e influenzare tutti gli altri.
Una Fed inaspettatamente accomodante potrebbe, infatti, indebolire il dollaro e modificare le proiezioni di inflazione per nazioni come la Gran Bretagna che importano materie prime valutate nel biglietto verde.
Il commento della Federal Reserve che mette in dubbio tagli dei tassi costanti da qui in poi potrebbe far salire il dollaro e inasprire le condizioni finanziarie in tutto il mondo.
4. Banca centrale Brasile
Mercoledì, inoltre, si prevede che la banca centrale brasiliana si allontanerà dalla Fed, dando il via a un ciclo di inasprimento monetario, data l’inflazione superiore all’obiettivo del 4,25% e la crescita più forte del previsto della più grande economia dell’America Latina.
Da quando ha mantenuto i tassi al 10,50% a luglio, la banca ha lasciato intendere che potrebbe aumentare i costi di prestito per soddisfare il suo obiettivo di inflazione del 3%. La posizione aggressiva, rafforzata dal governatore entrante Gabriel Galipolo, ha alimentato le scommesse su un imminente aumento di 25 bps che potrebbe rafforzare il real.
Tuttavia, il Brasile è un caso a parte tra le economie emergenti. In Sudafrica, dove l’inflazione si sta avvicinando al suo obiettivo, si prevede che i decisori politici taglieranno i tassi per la prima volta in quattro anni giovedì. La Turchia dovrebbe invece mantenere i tassi al 50% lo stesso giorno, ma tagliandoli potenzialmente a novembre.
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