Aumenta il salario minimo, fino a 2.000 euro in più in busta paga (ma non in Italia)

Simone Micocci

22 Novembre 2023 - 13:29

Salario minimo, la risposta di tanti Paesi (Italia esclusa) alla svalutazione degli stipendi causata dall’inflazione.

Aumenta il salario minimo, fino a 2.000 euro in più in busta paga (ma non in Italia)

Mentre in Italia viene bocciata la proposta di un salario minimo a 9 euro, con la maggioranza di governo che rilancia con un potenziamento della contrattazione collettiva e il riconoscimento del trattamento economico complessivo minimo, ci sono Paesi che continuano a puntare con forza su questo strumento.

A tal proposito, uno dei vantaggi principali del salario minimo è quello per cui lo Stato può intervenire direttamente per adeguarlo al costo della vita, così che tutti i datori di lavoro possano tempestivamente uniformarsi e riconoscere un aumento tale da contrastare la svalutazione delle retribuzioni. Non è così invece, almeno per il momento, per la contrattazione collettiva: lo dimostra il fatto che il governo non ha ancora trovato un modo per incentivare i rinnovi, tant’è che oggi ne risultano scaduti più di 500.

È proprio per contrastare gli effetti di un’inflazione senza precedenti che nell’ultimo periodo sempre più Paesi hanno più volte ritoccato la soglia del salario minimo tutelato dalla legge: l’ultimo, in ordine cronologico, è il Regno Unico che proprio in queste ora ha annunciato un aumento che garantirà una maggiore entrata di circa 2.000 euro l’anno.

Come aumenta il salario minimo nel Regno Unito

È dal 1998, governo laburista dell’allora primo ministro Tony Blair, che il salario minimo è stato introdotto nel Regno Unito. Qui il periodo della contrattazione collettiva può dirsi concluso nel 1997, dopo le aggressive politiche anti-sindacali realizzate prima dal governo Thatcher e poi da quello Major, visto che oggi è diffusa solamente a livello aziendale e con una copertura inferiore al 30%.

A regolamentare i salari, ma più in generale anche i compensi per i lavoratori che si collocano nel mezzo tra il lavoro subordinato e autonomo, ci pensa quindi il National Minimum Wage Act, pronto a salire da 10,42 a 11,44 sterline l’ora.

Nel dettaglio, l’incremento - di circa 1 pound (1,15 euro) l’ora - scatterà da aprile 2023, quando sulle buste paga verrà applicato un aumento che complessivamente sarà di circa il 10%. Considerando un lavoratore a tempo pieno, con almeno 23 anni, ne risulterà quindi un aumento medio annuo di circa 1.800 sterline, l’equivalente di 2.000 euro circa.

Molto di più di quanto è stato riconosciuto complessivamente dallo sgravio contributivo introdotto in Italia, con il quale l’incremento annuo può arrivare a massimo 1.000 euro. Un aumento riconosciuto per merito dell’intervento diretto dello Stato, dimostrazione che per come funziona oggi la contrattazione collettiva non rappresenta una soluzione tempestiva al problema della svalutazione dei salari.

Gli altri aumenti del salario minimo

Il Regno Unito è in buona compagnia: in questo periodo caratterizzato dall’elevata inflazione, infatti, sono diversi i Paesi che stanno intervenendo innalzando il valore del salario minimo.

È il caso dell’Olanda ad esempio, dove da un salario minimo di 12,79 euro l’ora si è saliti a 13 euro (anche se va detto che qui l’importo non è uguale per tutti in quanto dipende dall’età e dalle ore lavorate), come pure della Germania dove è stato raggiunto un accordo per un aumento da 12 a 12,41 euro nel 2024, al quale se ne aggiungerà un altro nel 2025 che porterà la soglia a 12,82 euro.

È aumentato da gennaio 2023, invece, l’importo del salario minimo in Francia: nel dettaglio, per effetto di un incremento dell’1,81%, l’importo lordo mensile - calcolato su 35 ore di lavoro settimanali - è aumentato a 1.709,28 euro, con un netto di 1.353,07 euro. A livello orario si tratta di un lordo di 11,27 euro, 8,92 euro netti.

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