Una valuta super-forte, l’infazione al 3,3% e tassi di interesse molto competitivi spingono verso l’alto i prezzi di case e delle locazioni.
Non sembra proprio destinata a rallentare la corsa dei prezzi che ormai da qualche tempo a questa parte, caratterizza tutto il mercato immobiliare in Svizzera. Complici l’incremento dei costi delle materie prime nel settore edile (situazione condivisa con il resto dell’Europa), una domanda di case che non pare essere mai sazia e una solida economia che nessun altro Paese può vantare (l’inflazione in Svizzera è del 3,3%, dato odierno), la Confederazione sta vivendo una fase molto fiorente sul fronte delle trattative immobiliari.
Ne sono prova i prezzi di case e appartamenti che hanno raggiunto cifre da capogiro, al punto che molti operatori ormai convengono nel ritenere che il sogno di poter avere una dimora di proprietà sia destinato a rimanere di esclusivo appannaggio di una cerchia sempre più ristretta di privilegiati. A meno di non riceverla in eredità da qualcuno.
Un Paese stabile
A rendere speciale questo momento storico per il mercato immobiliare svizzero, intervengono molteplici fattori di stabilizzazione. In primis, il sistema sistema fiscale svizzero, che dal canto suo assicura il vantaggio di attenuare sensibilmente l’effetto derivante dal rialzo (minimo) dei tassi per i mutui. Giusto per rendere l’idea, attualmente in Svizzera il tasso di interesse medio di riferimento è del 2,54% per i mutui fissi a cinque anni e del 2,76% per quelli a dieci anni.
Condizioni assolutamente competitive se paragonate a quelle con cui si devono misurare in Europa coloro che stanno valutando l’opportunità di accendere un finanziamento per comprare casa.
Più forte della crisi
Dunque il mercato svizzero resiste meglio alla crisi? Pare di sì. Se proprio di recente, Paesi come la Svezia e la Nuova Zelanda hanno registrato flessioni a doppia cifra percentuale nei prezzi degli immobili, al contrario, in Svizzera le quotazioni al metro quadrato continuano a dimostrarsi scarsamente sensibili all’aumento dei tassi.
A «immunizzare» il mercato immobiliare elvetico dal pericolo di vivere una crisi di settore, è anche la carenza di unità abitative in vendita rispetto alla domanda. L’unica soluzione praticabile, quindi, rimane la locazione, ma anche qui la situazione è tutt’altro che conveniente.
Affitti sì, ma non per tutti
Prendiamo il 2022. Durante l’ultimo anno, gli affitti in Svizzera sono costantemente aumentati: una tendenza che preoccupa non poco inquilini e autorità. I rincari sono saliti nel mese di dicembre, con un aumento medio del 1,1%. Secondo uno studio pubblicato nei giorni scorsi, la crescita media annuale è stata invece del 4%. Se ci si addentra meglio all’interno dei numeri che compongono la ricerca stilata da una società di compravendita immobiliare in collaborazione con una banca nazionale, si scopre che in regioni turistiche quali ad esempio quella dei Grigioni (il Cantone di St. Mortiz per intenderci) gli affitti su base annua sono cresciuti del +7,7%. A Zurigo, piazza economica del Paese, a gennaio le locazioni sono aumentate di un ulteriore 2,1%, portando l’incremento su base annua al 7,8%. Non va meglio nell’area italofona della Confederazione: a Lugano nel primo mese dell’anno gli affitti sono aumentati in modo significativo (1,2%) superando del 6,5% i valori rilevati nell’anno precedente.
Fuga verso l’Italia
A conti fatti dunque, cercare casa in Svizzera - sia da acquistare che da affittare - si sta rivelando sempre più un’impresa tosta per i cittadini della Confederazione, sia per la scarsità dell’offerta, che per l’elevato impegno economico che ne deriva. Non è un caso se anche nei centri italiani a ridosso del confine rossocrociato, sono in netto aumento i trasferimenti di residenza da parte dei cittadini svizzeri, che preferiscono stabilirsi in centri eleganti e vivaci come Como, ad esempio, dove il costo della vita - e in particolare della casa - è decisamente più sostenibile.
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