Aumento di stipendio dell’1,5%, del 2% o del 3% nel 2023? Ecco a quale bonus hai diritto

Simone Micocci

02/12/2022

Nel 2023 ci saranno diversi bonus in busta paga: lo sgravio contributivo dal 2% al 3%, come pure l’incremento dell’1,5% della retribuzione tabellare per i dipendenti pubblici.

Aumento di stipendio dell’1,5%, del 2% o del 3% nel 2023? Ecco a quale bonus hai diritto

Dal 1° gennaio 2023 ci saranno due possibili aumenti dello stipendio: o del 2% o del 3%, a seconda della retribuzione percepita. Nel primo caso non ci sono differenze rispetto a oggi, visto che già il decreto Aiuti bis ha stabilito che dal 1° luglio 2022 il cosiddetto bonus contributi che aumenta l’importo dello stipendio netto a parità di lordo è pari al 2%.

Inizialmente il suddetto bonus è stato riconosciuto per il solo 2022, ma la legge di Bilancio 2023 interviene per confermarlo anche per tutto il 2023. Ed è con la stessa manovra che il bonus contributi viene portato al 3% per coloro che hanno uno stipendio più basso.

Non è corretto, quindi, dire che nel 2023 ci sono due bonus sullo stipendio: ce n’è uno solo, in quanto in ogni caso si tratta dello stesso sgravio contributivo che a seconda dei casi può portare a un risparmio in busta paga del 2% o del 3%.

Semmai, un secondo bonus è quello che la legge di Bilancio 2023 riconosce in favore dei dipendenti pubblici. Con la manovra, infatti, viene stabilito che nell’attesa del rinnovo di contratto per il triennio 2022-2024, per il quale le trattative inizieranno non prima del 2024, è riconosciuto un incremento, lordo, dello stipendio tabellare pari all’1,5%.

C’è molta differenza tra il bonus contributi e l’incremento una tantum per i dipendenti pubblici, anche per come questi si applicano in busta paga. D’altronde, mentre i due bonus contributivi non sono cumulabili tra di loro, in quanto o spetta il taglio del 2% o quello del 3%, è possibile che in busta paga si applichi sia lo sgravio contributivo che l’incremento una tantum dell’1,5%.

A chi spetta il bonus del 2%

Partiamo dal bonus del 2%, già in vigore dal 1° luglio 2022 e confermato per tutto il 2023 (tredicesima compresa).

Si tratta di un taglio del 2% della quota contributiva lato dipendente, pari solitamente al 9,19% per i dipendenti del settore privato e all’8,80%, che viene riconosciuto solamente sulle buste paga il cui importo imponibile previdenziale è pari o inferiore a 2.692 euro.

Quindi, per ogni busta paga percepita nel 2023 il cui importo lordo ha un valore inferiore alla suddetta soglia, spetterà uno sgravio contributivo del 2%, il che comporterà un vantaggio in busta paga. Di fatto, il risparmio massimo sarà pari a 53,84 euro al mese, anche se l’effetto sullo stipendio netto sarà in parte mitigato dall’incremento dell’Irpef.

L’imposta sul reddito, infatti, si paga applicando l’aliquota prevista sulla base imponibile al netto dei contributi previdenziali. Quindi, se si versano meno contributi ne risulterà un imponibile maggiore e di conseguenza si verserà più Irpef sullo stipendio.

A chi spetta il bonus del 3%

Come anticipato, però, per alcuni lavoratori il bonus suddetto non sarà del 2% bensì del 3%. E questa è una novità assoluta della legge di Bilancio 2023, con la quale il governo ha voluto tutelare le fasce di reddito più basse.

Nel dettaglio, il bonus contributi del 3% spetta su tutte le buste paga il cui importo è pari o inferiore a 1.584 euro lordi. Quindi, ne risulterà che:

  • su ogni stipendio sotto la soglia di 1.584 euro in busta paga si applica un bonus del 3%;
  • su ogni stipendio compreso tra 1.584 e 2.692 euro in busta paga si applica sempre il bonus contributi, ma in quel caso del 2%;
  • se lo stipendio supera i 2.692 euro non spetta il bonus contributi.

Di fatto, con il bonus del 3% l’incremento massimo sarà di 47,52 euro al mese, sul quale ovviamente bisognerà sempre considerare “l’effetto Irpef”.

Per valutare se e quale bonus contributi applicare, quindi, si guarderà alla singola busta paga. Potrebbe succedere, dunque, che un mese si guadagna meno e quindi si avrà diritto al bonus del 3% mentre in un altro, grazie ad esempio agli straordinari, si passa alla fascia successiva dove lo sgravio viene ridotto al 2%.

A chi spetta il bonus dell’1,5%

Totalmente differente, e per questo motivo compatibile e cumulabile, dal bonus contributi è l’emolumento aggiuntivo una tantum che la legge di Bilancio introduce in favore dei dipendenti pubblici.

Tuttavia, mentre il bonus contributi non è altro che uno sgravio con quale viene ridotta l’aliquota contributiva a carico del dipendente, l’elemento aggiuntivo è un vero e proprio aumento dello stipendio lordo. Nel dettaglio, si tratta di un +1,5% che viene riconosciuto a tutto i dipendenti pubblici, senza limiti di stipendio.

Ad esempio, uno stipendio lordo di 1.500 euro godrà per il 2023 di un incremento mensile di 22,50 euro, ma sempre al lordo. La busta paga salirebbe così a 1.522,50 euro, alla quale poi andrebbe applicato lo sgravio contributivo del 3%.

Cosa cambia quindi rispetto al 2022? Oggi questi hanno goduto solamente dello sgravio del 2%. Di conseguenza, su un imponibile lordo previdenziale di 1.500 euro ne è risultato un risparmio mensile di 30 euro (in quanto l’aliquota contributiva è stata ridotta dall’8,80% al 6,60%).

Nel 2023, invece, in primis verrà applicato l’incremento dell’1,5% che come visto sopra porterà l’imponibile previdenziale al 1.522,50 euro. Applicandovi poi lo sgravio non più del 2% bensì del 3% ne risulterà un risparmio di 45,67 euro.

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