Stipendi, il piano per aumentarli prevede anche l’introduzione di nuove deduzioni. Ecco chi guadagnerà di più grazie ai costi sostenuti per lo svolgimento del proprio lavoro.
Con la riforma fiscale il governo rivedrà le regole per la tassazione degli stipendi, modificando le aliquote Irpef e le detrazioni, e introducendo nuove deduzioni che dovrebbero contribuire ad alleggerire il peso fiscale sulle retribuzioni. Il tutto con un solo obiettivo: aumentare gli stipendi.
Nella bozza del testo della legge delega, che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri entro la fine del mese, si legge infatti della possibilità per i lavoratori dipendenti di dedurre dal reddito di lavoro dipendente le spese sostenute per la produzione dello stesso. Di fatto, un po’ come per i lavoratori autonomi, anche nel caso del lavoro dipendente sarà possibile dedurre dalle tasse i costi sostenuti per lo svolgimento di quell’attività.
Il che ovviamente contribuirà a ridurre le imposte dovute sul reddito percepito, favorendo perlopiù coloro che di costi ne hanno in abbondanza.
Cosa sono le deduzioni e differenza con le detrazioni
Come prima cosa, è bene fare chiarezza sul concetto di deduzione fiscale distinguendolo dalla detrazione.
Nel dettaglio, la deduzione è lo strumento con cui è possibile approfittare di determinati costi per ridurre il reddito imponibile. La spesa sostenuta, infatti, va a ridurre la base di reddito su cui viene calcolata l’imposta dovuta, con il vantaggio così di pagare meno tasse sul lordo e avere un netto maggiore.
Ad esempio, una delle deduzioni oggi previste anche per i lavoratori dipendenti è quella riferita alle spese sostenute per la previdenza complementare. Quanto versato a un fondo pensione, infatti, gode di deducibilità fiscale entro il limite di 5.164,57 euro l’anno.
Ad esempio, consideriamo che un dipendente abbia un reddito imponibile annuo di 30.000 euro e che nel frattempo abbia versato 5.000 euro a un fondo pensione: in tal caso le imposte dovute non si calcoleranno più su 30.000 euro, bensì su 25.000 euro, con un netto quindi che risulterà maggiore.
Con la detrazione fiscale, invece, si interviene direttamente sull’imposta dovuta. Le detrazioni, quindi, mantengono inalterato l’imponibile e vanno a ridurre direttamente il valore dell’imposta dovuta. Se ad esempio un dipendente deve versare 2.000 euro di Irpef ma gode di detrazioni per un valore di 1.000 euro, allora dovrà versare solamente metà dell’imposta dovuta (e se versata per intero ne recupererà quanto pagato in più in sede di dichiarazione dei redditi).
Riforma fiscale, arrivano le deduzioni per lo svolgimento dell’attività da dipendente?
Come anticipato, nella bozza della legge delega sulla riforma fiscale viene valutata la possibilità di introdurre deduzioni relative alle spese sostenute per la produzione del reddito da lavoro dipendente.
Di fatto, in questo modo al dipendente verrebbe data la possibilità di alleggerire il carico fiscale della propria retribuzione sottraendo dall’imponibile tutti quei costi sostenuti ai fini dello svolgimento della propria attività.
Ovviamente toccherà al governo definire i contorni di tale possibilità, prevedendo un elenco delle spese deducibili nonché eventuali limiti annui.
Possiamo comunque fare delle presupposizioni: ad esempio, appare ovvio che se una tale possibilità dovesse effettivamente concretizzarsi tra le spese sostenute per lo svolgimento dell’attività lavorativa figureranno quelle di trasporto. Buone notizie quindi per i pendolari, i quali potrebbero dedurre dal loro reddito il costo sostenuto per le spese di abbonamento ai mezzi pubblici, ma anche per chi si sposta in auto visto che tra le spese deducibili - che ovviamente andrebbero opportunamente certificate - potrebbe figurare anche la benzina.
E ancora, possibile che tra le spese sostenute per la produzione del reddito da lavoro dipendente finiscano anche quelle relative a eventuali corsi di aggiornamento o formazione, utili appunto a migliorare il proprio profilo lavorativo. Bisognerà decidere, invece, se includere quelle sostenute dalla famiglia per la cura dei figli, ad esempio per la baby sitter in quelle ore extrascolastiche dove entrambi i genitori lavorano.
Altro aspetto da chiarire riguarda lo smart working: ai lavoratori impiegati a distanza, verrà data la possibilità di dedurre dalle tasse la spesa sostenuta per la corrente, o comunque per l’acquisto di dispositivi appositi laddove non forniti dall’azienda? Tutti temi che verranno discussi nei prossimi mesi, per il momento quel che è importante è che l’intenzione d’introdurre nuove deduzioni per il lavoro dipendente ci sia.
A guadagnarne, ovviamente, sarebbero quei lavoratori che sostengono il maggior numero di spese: pensiamo ad esempio a chi ogni giorno per andare al lavoro è costretto a percorrere centinaia di chilometri, oppure - come visto sopra - a chi lavora in smart working.
Tutto questo ovviamente si colloca nell’ambito di un piano di riforma che tocca più ambiti: dalla revisione delle aliquote Irpef alla revisione delle detrazioni, con il rischio di dover dire addio ad alcuni bonus fino a oggi riconosciuti.
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