Gli impianti industriali pianificati in Europa per la produzione di batterie per auto elettriche potrebbero non vedere mai la luce: in Italia metà della produzione è a rischio
La produzione di batterie per auto elettriche pianificata in Europa potrebbe essere ridimensionata o addirittura cancellata: è quanto sostiene un’analisi di Transport & Environment, l’organizzazione no-profit che promuove la sostenibilità̀ del settore trasporti.
L’analisi rileva come in tutta Europa sia a rischio il 68% della capacità produttiva di batterie agli ioni di litio prevista per i prossimi anni, sottolineando che in Italia è in pericolo il 48% della produzione. Emblematici sono i casi Britishvolt e Italvolt: la prima - dichiarata insolvente a gennaio - doveva essere la più grande gigafactory d’Europa con un progetto da 4 miliardi di sterline, l’altra - con un progetto di sito industriale a Scarmagno in provincia Torino - potrebbe invece essere ridimensionata in favore della cugina Statevolt in California.
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Il pacchetto di sussidi pubblici varato del Governo USA con l’Inflation Reduction Act (IRA) potrebbe diventare particolarmente attraente per la nascente industria delle batterie per auto elettriche, con il risultato di agevolare lo spostamento oltreoceano delle gigafactory inizialmente previste in Europa.
Prendendo come esempio lo stabilimento che dovrebbe sorgere in Piemonte - per il quale sussistono ancora incertezze circa finanziamenti e permessi di costruzione - gli Stati dell’Ue dovranno necessariamente impegnarsi per semplificare i processi di autorizzazione e per sostenere anche economicamente «progetti di comune interesse». Carlo Tritto, Policy Officer di T&E Italia, ha dichiarato:
I piani industriali per la produzione di batterie nella UE sono sotto il fuoco incrociato di Stati Uniti e Cina. Per competere efficacemente, l’Unione Europea deve dotarsi subito di una politica industriale verde incentrata sulle batterie, fornendo un robusto sostegno per aumentarne i volumi di produzione. Il vecchio continente è chiamato a reagire alle politiche protezionistiche americane e al dominio cinese degli ultimi anni per ritagliarsi un ruolo da leader in questo settore strategico. In caso contrario si rischia di accumulare un ritardo che potrebbe tradursi in una pesante sconfitta industriale
L’analisi della solidità finanziaria delle 50 gigafactory annunciate in Europa, insieme alla verifica dello status autorizzativo e della localizzazione della produzione, dimostra come 1,2 TWh di produzione europea di batterie, in grado di equipaggiare 18 milioni di auto elettriche, sia attualmente ad alto o medio rischio di interruzione o delocalizzazione. Senza questi volumi di produzione, l’Europa non sarà in grado di soddisfare la domanda interna di accumulatori prevista per il futuro, e dovrà ricorrere a massicce importazioni dai concorrenti stranieri.
A rischiare maggiormente di veder svanire la capacità industriale sono Germania, Ungheria, Spagna, Italia e Regno Unito. Secondo BloombergNEF, gli investimenti europei nella produzione di batterie agli ioni di litio sono diminuiti del 40% tra il 2021 e il 2022, mentre negli Stati Uniti e in Cina sono aumentati registrando anche l’espansione di alcune aziende del vecchio continente,
Nelle prossime settimane è comunque attesa la pubblicazione del Net Zero Industrial Act con cui Commissione europea dovrebbe rispondere alle agevolazioni fiscali e ai sussidi forniti dall’IRA per incentivare l’approvazione dei nuovi progetti e agevolare gli investimenti del settore.
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