Le auto elettriche cinesi non hanno (ancora) invaso l’Europa, ecco perché

Violetta Silvestri

18 Settembre 2024 - 12:38

La Cina sta davvero inondando il mercato europeo con le sue auto elettriche? Un’analisi delle vendite del colosso BYD in Europa svela interessanti verità.

Le auto elettriche cinesi non hanno (ancora) invaso l’Europa, ecco perché

Il tema delle auto elettriche cinesi in Europa e della conseguente crisi automobilistica del vecchio continente è in primo piano.

Mentre l’intero comparto europeo fa i conti con un mercato in rapido mutamento, sfide innovative perse, crisi della domanda, squilibri di concorrenza, produzione industriale da reinventare - il caso della Germania docet - anche il colosso cinese delle auto elettriche BYD potrebbe incontrare ostacoli nella conquista deglo automobilisti europei.

BYD ha fatto il suo ingresso nei mercati UE e UK meno di due anni fa e la casa automobilistica sta perseguendo una rapida espansione in entrambi, con tanto di spot televisivi e cartelloni pubblicitari. Entro la fine dell’anno prossimo, BYD prevede di raddoppiare le sue sedi di vendita e assistenza, per esempio, nel Regno Unito da 60 a 120.

Queste ambizioni stanno irritando i politici europei, che a colpi di dazi vogliono fermare una ipotetica inondazione di veicoli cinesi. Tuttavia, qualcosa può andare storto per il colosso della Cina di auto elettriche. Cosa sta succedendo davvero secondo gli analisti?

Chi compra (davvero) le auto elettriche cinesi in Europa?

Una interessante analisi di Bloomberg ha messo in evidenza alcuni numeri sull’effettiva vendita di auto elettriche cinesi in Europa.

Nonostante abbia venduto più di Tesla a livello globale nel 2023, BYD ha registrato poco meno di 16.000 auto del suo marchio tra gli acquisti in Europa. Ne ha vendute meno di 4.000 nel Regno Unito. La maggior parte delle vendite dell’azienda proviene ancora dalla Cina.

Circa il 74% degli intervistati in un recente sondaggio di Bloomberg Intelligence ha espresso preoccupazione per l’acquisto di un’auto di marca cinese, citando la qualità (25%), la sicurezza (14%) e la tecnologia cinese (17%).

Questi brand “devono fare i conti con la forte fedeltà di cui godono i marchi nazionali europei”, hanno scritto gli autori del sondaggio Michael Dean e Giacomo Reghelin (sebbene anche i marchi nazionali stiano lottando con il rallentamento della domanda di veicoli elettrici).

In un sondaggio condotto tra i consumatori in Belgio, Bert Lijnen, un consulente automobilistico presso Nielsen IQ, ha scoperto che coloro che erano meno propensi ad acquistare un’auto cinese citavano più spesso la sfiducia nel Paese piuttosto che preoccupazioni specifiche sui veicoli. Parte della sua ricerca consisteva nel mostrare ai consumatori pubblicità di auto cinesi, oscurando la loro origine. Le risposte erano spesso positive, finché le auto non venivano rivelate come Made in China.

“Tuttavia, se metti un appassionato di veicoli elettrici al volante di una BYD, molti di questi problemi di reputazione svaniscono”, afferma Linda Grave, fondatrice della società di consulenza sulla ricarica EV Driver Ltd. con sede nel Regno Unito.

Anche con un vantaggio di prezzo, BYD potrebbe scoprire che migliorare la propria reputazione tra gli acquirenti di auto europei è essenziale per i suoi obiettivi di espansione. Negli ultimi 70 anni, le auto giapponesi e poi coreane sono state accolte con scetticismo nel blocco, finché i consumatori non si sono resi conto che Toyota e Kia stavano producendo auto di buona qualità. Oggi, un quarto delle auto nuove vendute in Europa proviene da un marchio asiatico.

Molti consumatori, per esempio, non si accorgono più quali aziende o Paesi stanno dietro a quali veicoli: Land Rover è di proprietà di un’azienda indiana, MG è ora cinese, Vauxhall è francese e molte Tesla sono costruite in Cina.

La questione della provenienza del brand potrebbe quindi diventare secondaria dinanzi a modelli accattivanti per qualità e prezzo (sempre se l’Europa deciderà di investire di più, in generale, nell’uso dell’elettrico).

Prezzi e dazi: due fattori chiave per i veicoli elettrici cinesi in Europa

Parte del destino di BYD nel Regno Unito e in Europa dipenderà dai suoi prezzi futuri.

Gli Stati Uniti e il Canada hanno imposto tariffe di oltre il 100% sui veicoli elettrici cinesi, eliminandosi di fatto come mercati. Nell’Ue, d’altro canto, Lijnen afferma che non è chiaro se BYD e altri marchi cinesi assorbiranno il costo dei dazi o le scaricheranno sugli acquirenti.

L’Ue sta valutando di colpire SAIC Motor Corp., la casa madre di Volvo Car AB Geely e BYD con dazi rispettivamente del 36,3%, 19,3% e 17%, oltre alla tariffa del 10% a cui sono già soggetti gli esportatori dalla Cina. Il Regno Unito potrebbe seguire l’esempio.

Sebbene i modelli BYD non siano economici nei mercati occidentali, sono competitivi. Sul mercato automobilistico AutoTrader, la Seal di BYD costa circa £45.000 ($56.000) nel Regno Unito, £4.000 in meno di una Tesla Model 3, secondo il direttore commerciale Ian Plummer. Perdere quel vantaggio di prezzo potrebbe creare qualche problema alle persone che vogliono fare il primo passo e provare qualcosa di nuovo, secondo Lijnen.

Ma anche senza tariffe, aziende come BYD affrontano una dura battaglia nella regione, dove le vendite di veicoli elettrici stanno calando mentre la domanda di opzioni elettriche si riduce.

Attualmente, il vero ostacolo anche per la Cina sembra essere proprio questo: gli europei non sono interessanti alla viabilità elettrica. La questione è - anche - legata alla volontà politica, con il conservatorismo poco green in crescita in Ue. Tra crisi industriale e debolezza economica, il veicolo elettrico non è tra i desideri degli europei. Questa è una evidenza anche per l’export cinese.

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