L’Agenzia delle Entrate sta inviando in questi giorni migliaia di avvisi bonari per anomalie riscontrate nelle dichiarazioni dei redditi relative all’anno di imposta 2020. Cosa fare?
Milioni di contribuenti stanno ricevendo in questi giorni gli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate per errori nelle dichiarazioni dei redditi relative all’anno di imposta 2020.
Nell’arco del 2024, secondo i piani dell’Agenzia delle Entrate, saranno inviate 3 milioni di lettere di compliance ai contribuenti, l’obiettivo è contrastare in maniera decisa l’evasione fiscale.
Ecco chi riceve gli avvisi bonari/lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate e come comportarsi.
Chi sta per ricevere gli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate?
L’Agenzia delle Entrate effettua sempre controlli automatici sulle dichiarazioni dei redditi al fine di riscontrare errori di calcolo o errori nella valutazione di detrazioni/deduzioni. Inoltre, in alcuni casi effettua anche controlli formali e controlli di merito.
Nel momento in cui dai controlli emerge che il contribuente doveva versare una maggiore imposta o comunque aveva diritto a minori detrazioni/deduzioni, comunica le anomalie attraverso un avviso bonario.
In questi giorni sono migliaia i contribuenti che stanno ricevendo tale tipologia di comunicazione in merito ad anomalie riscontrate nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno di imposta 2020.
Gli avvisi bonari per discrepanze tra quanto dichiarato e i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate riguardano:
- redditi da lavoro dipendente e assimilati;
- redditi da lavoro autonomo;
- redditi derivanti da contratti di locazione non dichiarati.
Gli avvisi bonari inviati in molti casi invitano il contribuente a presentare una dichiarazione integrativa /correttiva e mettono a disposizione un modello precompilato da utilizzare. In questo modo l’adempimento risulta semplificato.
Cosa contiene l’avviso bonario dell’Agenzia delle Entrate?
Una particolarità delle lettere di compliance che l’Agenzia delle Entrate sta inviando in questi giorni a molti contribuenti è rappresentata dal fatto che questi non contengono l’esatta indicazione dell’anomalia riscontrata. Si può parlare di un avviso bonario sintetico.
Nell’avviso è contenuta una generica descrizione delle anomalie, è indicata la maggiore somma da versare, è presente la dichiarazione integrativa precompilata con le somme da versare e l’applicazione di sanzioni ridotte.
La sanzione è del 15% nel caso di dichiarazione infedele. Arriva al 30% dell’imposta dovuta nel caso in cui l’omissione riguardi canoni di locazione soggetti a cedolare secca parzialmente dichiarati, infine, è del 40% nel caso di omessa dichiarazione dei canoni di locazione.
Il contribuente, di conseguenza, per conoscere in modo preciso l’addebito e le ragioni di esso deve entrare nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate, accedere alla sezione «l’Agenzia scrive» e prendere visione dell’atto completo in cui sono indicate con metodo analitico le anomalie riscontrate. Naturalmente possono esservi problemi per i contribuenti non avvezzi all’uso delle nuove tecnologie.
Cosa sono gli avvisi bonari
Gli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate sono comunicazioni con le quali si provvede a comunicare ai contribuenti che, dai controlli effettuati sulle dichiarazioni, sono emerse delle discrepanze tra quanto dichiarato e i dati di cui l’Agenzia stessa è già in possesso.
Ho ricevuto un avviso bonario dell’Agenzia delle Entrate, cosa devo fare?
Quando si riceve un avviso bonario da parte dell’Agenzia delle Entrate il contribuente può raccogliere l’invito dell’Agenzia a integrare la dichiarazione e versare le maggiori imposte (con sanzioni), oppure può iniziare una sorta di comunicazione con l’Agenzia con la quale si intende dimostrare che i dati inizialmente forniti sono corretti.
Il contribuente può quindi chiedere la rettifica dei dati in possesso dell’Agenzia, può fornire chiarimenti sulla sua posizione, presentare documenti a supporto della propria posizione. Per fare questo ha 30 giorni di tempo per recarsi presso un ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate, in alternativa può utilizzare il canale telematico Civis.
Negli anni vi sono state molte titubanze sull’inquadramento giuridico dell’avviso bonario, in particolare sulla impugnabilità di esso. Questa tipologia di atto, infatti, non è compresa tra quelli indicati dall’articolo 19 del decreto legislativo 546 del 1992.
La Corte di Cassazione con la sentenza n.7344 del 2012 ha sancito che anche questa tipologia di comunicazione può essere oggetto di autonoma impugnazione in quanto può essere considerata espressione di una compiuta e definita pretesa tributaria.
Tra l’altro con la riforma dello Statuto del contribuente è stata individuata, come modalità ordinaria di esplicazione dei rapporti tra contribuente e Fisco, l’instaurazione del contraddittorio preventivo obbligatorio con obbligo da parte dell’AdE di motivare anche la mancata considerazione delle ragioni esposte dal contribuente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA