Mai lasciare acceso il bluetooth del telefono, altrimenti si rischia di veder prosciugati i propri conti bancari. Ecco cosa accade e come difendersi dagli hacker.
Il Bluetooth è una funzione essenziale per i nostri smartphone, eppure bisogna far attenzione, perché questa applicazione potrebbe aiutare gli hacker a svuotare i nostri conti bancari.
Infatti, i nostri smartphone sono diventati strumenti essenziali per la gestione delle nostre finanze: tramite app di mobile banking è possibile effettuare comodamente pagamenti, bonifici e controllare il saldo del nostro conto. Tuttavia, questa comodità ha un prezzo: la crescente diffusione di truffe bancarie che sfruttano proprio i dispositivi mobili.
Negli ultimi anni, le frodi online sono aumentate esponenzialmente, e gli smartphone sono diventati uno dei bersagli preferiti dai cybercriminali.
E se alcune truffe cercano di ingannare gli utenti richiedendo i loro dati personali, esistono altri metodi per poter sottrarre denaro agli utenti, come il Bluesnarfing, che sfrutta una funzione attiva sul nostro telefono e che andrebbe assolutamente disattivata ogni volta che si esce di casa.
Per questo motivo, è fondamentale adottare adeguate misure di sicurezza per proteggere i nostri conti bancari e le nostre informazioni personali. Ecco, tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Perché bisogna disattivare il bluetooth?
Esistono numerosi metodi con cui gli hacker possono accedere alle informazioni private degli account bancari degli utenti, uno di questi è il Bluesnarfing, un attacco informatico che viene effettuato tramite Bluetooth. In inglese, blue sta per la tecnologia di connessione wireless Bluetooth, mentre il verbo snarf nel gergo informatico significa “sgraffignare”, ovvero “raccogliere dati senza autorizzazione”.
In pratica i criminali informatici possono connettersi ai dispositivi dei clienti di istituti bancari tramite Bluetooth, accedendo così ai loro dati personali (password, social network, messaggi, e-mail e password bancarie). L’aggressore deve essere però vicino alla vittima, poiché la connessione ha una portata massima di 20 metri. Una volta che hanno accesso al mobile banking, effettuano acquisti o transazioni senza l’autorizzazione del proprietario.
È bene quindi che gli utenti disattivino il Bluetooth ogni volta che escono di casa o quando non lo stanno utilizzando. Ancora per proteggersi dal Bluesnarfing, gli esperti informatici raccomandano di
- Impostare il proprio dispositivo in modalità «non rilevabile» per impedire agli intrusi di trovare il telefono;
- Non accettare richieste di connessione da parte di estranei;
- Usare password complesse. È importante verificare che il proprio smartphone abbia una password difficile da indovinare, non usando le password più comuni quali «1234» o «0000»;
- Mantenere aggiornato il proprio software. Questo suggerimento garantisce che il dispositivo disponga delle migliori patch di sicurezza.
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Cybersecurity, come proteggere i propri dati bancari sullo smartphone
Come anticipato, le app di mobile banking hanno rivoluzionato il nostro modo di gestire le finanze personali, rivelandosi strumenti non solo utili ma dei quali ormai non possiamo fare a meno. Eppure, questi stessi strumenti possono rappresentare un rischio anche in termini di sicurezza informatica, in quanto più soggetti ad attacchi hacker.
Le frodi bancarie, infatti, sono aumentate negli ultimi anni, ed è sempre più difficile riconoscerle, specialmente se l’utente è disattento. Alcune delle modalità più frequenti sono: email con allegati infettati da malware, sms con link ingannevoli e falsi premi.
Di fronte a questo problema, gli esperti di cybersicurezza e istituti di credito raccomandano agli utenti di non fornire mai dati personali o bancari. Ricapitoliamo quindi quali sono le informazioni che gli istituti finanziari possono richiedere ai loro clienti:
- Nome e cognome;
- Data di nascita;
- Indirizzo email;
- Numero di telefono.
Al contrario, le banche non possono richiedere mai:
- l’accesso alle tue applicazioni;
- l’accesso alle password del mobile banking;
- il CVV (numero sul retro della tua carta);
- il PIN (codice a quattro cifre della tua carta);
- il Token (password dinamica).
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