La guerra tra Israele e Hamas stravolge l’equilibrio (già precario) dei mercati finanziari. Ecco le azioni globali che potrebbero beneficiare del nuovo contesto e quelle che ne usciranno sconfitte.
La guerra tra Israele e Hamas ha innescato una serie di reazioni nei mercati globali, delineando vincitori e perdenti tra le azioni nei settori chiave dell’economia. L’incertezza geopolitica ha spinto gli investitori verso beni rifugio, mentre il comparto energetico ha visto una corsa ai rialzi. Tuttavia, non tutti i settori hanno tratto vantaggio dall’attuale scenario di conflitto, con alcuni che hanno subito un impatto negativo.
Vediamo nel dettaglio quali azioni emergeranno come vincitrici e quali invece dovranno fronteggiare sfide in questo contesto di tensioni internazionali.
Azioni che potrebbero spiccare il volo con la guerra tra Israele e Hamas
1) Northrop Grumman
Gli esperti di Deutsche Bank prevedono che l’azienda possa beneficiare notevolmente da un miglioramento nelle trattative per il bilancio del Dipartimento della Difesa nel 2024, con un incremento del 16% nell’ultima settimana.
2) Lockheed Martin
Morgan Stanley stima un obiettivo di prezzo di $532, suggerendo un potenziale aumento superiore al 20% rispetto alla chiusura di lunedì. Le crescenti richieste delle Forze di Difesa Israeliane potrebbero sostenere l’acquisto di aerei F-16 e F-35. Nonostante una diminuzione del 10% nel corso dell’anno, le azioni di Lockheed hanno registrato un aumento superiore all’8% lunedì.
3) L3Harris Technologies
Secondo Deutsche Bank, L3Harris Technologies potrebbe assistere a una maggiore domanda per i suoi prodotti per la guerra terrestre, inclusi radio dell’esercito e visori notturni, con un incremento del 9% lunedì nonostante una diminuzione del 14% nell’anno.
4) Leonardo
Leonardo ha evidenziato una performance eccezionale, con un aumento del 5% nella prima ora di contrattazioni di lunedì, trainato dalla crescente attività nel settore difesa, energetico e aerostrutturale.
5) Eni
Pur mantenendo un ruolo marginale nell’ambito energetico globale, Israele mostra potenziale di crescita. Progetti come Leviathan, Karish e Tamar, insieme al gasdotto Eastmed, potrebbero essere notevolmente influenzati dalla guerra, con implicazioni dirette sulla produzione e distribuzione di gas. Eni, attualmente coinvolta in cooperative esplorative nel Mediterraneo orientale, potrebbe essere parte integrante di questo panorama energetico in evoluzione.
Azioni, ecco chi perde con la guerra tra Israele e Hamas
A parte la reazione positiva del settore della difesa e dell’oil, l’attacco di Hamas contro Israele ha generato incertezza sui mercati globali, colpendo vari settori.
1) Tecnologia
L’attacco di Hamas ha scosso i produttori di semiconduttori come Nvidia e Applied Materials, con timori soprattutto sull’andamento futuro di Intel, che ha una forte presenza in Israele con una rete di strutture di progettazione e produzione di chip. Il mercato attende ora di vedere gli sviluppi dell’accordo da 25 miliardi di dollari per la costruzione di un nuovo impianto in Israele, parte di un’ampia strategia di diversificazione della produzione. Intel impiega circa 12.800 persone nelle cinque principali sedi di Israele, dedicate all’intelligenza artificiale e alle auto a guida autonoma. Anche Apple ha una base nel paese, per la produzione di silicio. In generale, Israele svolge un ruolo importante nella catena di fornitura globale di chip.
2) Sicurezza informatica
Anche il settore della sicurezza informatica è sulle spine, con Check Point Software Technologies, con sede a Tel Aviv, e Datadog che sono sotto stretta osservazione. Le azioni delle società indiane di software presenti in Israele, come Infosys, Tech Mahindra e Wipro, sono state meno colpite, registrando una diminuzione inferiore all’0,5%.
3) Settore viaggi
Le compagnie aeree hanno subito un duro colpo dopo la sospensione dei voli verso Israele. L’indice Bloomberg World Airlines è crollato del 2,6% all’inizio della settimana, registrando la peggiore seduta da marzo. Le azioni delle compagnie aeree come Delta Air Lines, United Airlines e American Airlines hanno subito perdite superiori al 4% a seguito delle cancellazioni dei servizi per Tel Aviv. Anche le aziende europee, tra cui Deutsche Lufthansa, Air France-KLM e Wizz Air, hanno visto cali superiori al 4%.
4) Settore farmaceutico
Il settore dei farmaci generici è stato altalenante. Mentre Teva Pharmaceutical ha subito un calo fino al 4,5%, Dr. Reddy’s Lab (India) ha registrato un aumento a Mumbai. Sun Pharmaceutical, che detiene il 72% delle azioni di Taro Pharma in Israele, ha subito una leggera diminuzione dello 0,4%. I produttori indiani di farmaci generici come Dr. Reddy’s Lab e Lupin sono ora sotto attenta osservazione a causa del possibile impatto su Teva Pharmaceutical, un gigante del settore.
Conclusioni
La guerra tra Israele e Hamas ha scatenato una serie di reazioni nei mercati globali, con implicazioni significative su diversi settori economici. L’incertezza ha spinto gli investitori verso i beni rifugio e l’incremento sostenuto dei prezzi del petrolio ha sollevato preoccupazioni sull’impatto sulla crescita e l’inflazione, portando potenzialmente a una maggiore volatilità nei mercati azionari e del credito.
Mentre aziende energetiche come Exxon Mobil, ConocoPhillips e altre hanno registrato aumenti, il rischio di coinvolgimento dell’Iran potrebbe ulteriormente influenzare i prezzi del petrolio. Titoli della difesa e delle compagnie energetiche hanno tratto beneficio da questa situazione, mentre settori come i viaggi e la cybersecurity sono stati penalizzati.
Tuttavia, molti osservatori ritengono che gli attuali movimenti di mercato rappresentano reazioni immediate all’incertezza, ma nel breve termine si prevede una maggiore stabilizzazione basata sulle reali implicazioni del conflitto.
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