Dopo 4 anni dalla sentenza del Tribunale UE e dopo 2 anni dalla bocciatura del ricorso anche la Commissione è stata costretta ad ammettere che nel salvataggio di Tercas non vi fu alcun aiuto di stato
Finalmente anche la Commissione Europea ha dovuto metterlo nero su bianco: il salvataggio di banca Tercas del 2014 non era un aiuto di stato.
A molti questo nome non dice nulla, ma come vedremo il caso Tercas sta alla base della sciagurata risoluzione delle quattro banche del centro Italia. Risoluzione che tramite l’utilizzo anticipato del bail-in dilapidò miliardi di migliaia di risparmiatori italiani.
Infatti, banca Tercas, ex Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, nel 2014 è in forte difficoltà, come e più di tante altre banche locali fiaccate dagli anni della crisi economica. Allora il governo decide di coordinare assieme al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), cioè quel fondo che garantisce i nostri conti correnti in caso di fallimento di una banca fino ai 100 mila euro ed a Banca Popolare di Bari un salvataggio della banca abruzzese. Popolare di Bari avrebbe inglobato la banca a fronte di un aumento di capitale di 265 milioni del FITD. Ed è proprio su questo che nel 2015 interviene la Commissione Europea tramite la commissaria alla concorrenza Vestager (incredibilmente riconfermata anche nel quinquennio successivo nonostante una carriera piena di errori macroscopici) che, con una decisione della Commissione, dichiara illegale il salvataggio ed in particolare l’intervento del FITD. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA